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SAN GIUSEPPE...
VINCERE IL RIFIUTO
di Alessandro Conti Puorger
LA CREAZIONE E I VANGELI
Il primo libro del Pentateuco o "Torah" dell'Antico Testamento detto "Genesi", il cui originale è in ebraico, e il Vangelo di Giovanni del Nuovo Testamento, scritto in lingua greca, iniziano rispettivamente con "Ber'ashit",
e con "'En archè",
che si traducono in italiano nello stesso modo, "In principio...":
- Genesi 1,1 - "In principio Dio creò il cielo e la terra";
- Giovanni 1,1-3 - "In principio era il Verbo...tutto è stato fatto per mezzo di lui..."
Tale accostamento da parte dell'autore del Vangelo al Genesi pare l'invito a cogliere le idee sull'interpretazione meditata da parte della Chiesa cristiana primitiva di quel testo ebraico con inizio dalla "creazione", opera ripresa da parte del "Verbo" con gli eventi narrati nel Vangelo, il
,
che, appunto, creò "il cielo e la terra".
Tra i due scritti si era verificato l'evento della Buona Notizia di Gesù di Nazaret di cui i Vangeli recano la "Luce" che chiarisce definitivamente il mistero della vita e della storia facendole uscire dalle tenebre del caos e del caso.
Lui, il Cristo, è la pietra su cui si basa tutta la creazione (Giobbe 38,6 e Efesini 2,20s); pietra angolare (1Pietro 2,4-80) di svolta della storia, sì che il tempo ormai da più di XX secoli è diviso in prima (a.C.) e in dopo (d.C.) di Lui, ma anche d'inciampo per molti dei suoi correligionari e non solo.
Il Nuovo Testamento, insomma, chiede d'essere letto alla luce dell'Antico e nello stesso tempo invita a rileggere l'Antico alla luce di Gesù Cristo; ciò è in sintesi quanto propone il Vangelo di Giovanni iniziando con quel dire: "In principio...".
Quando San Paolo in 2Corinzi 3,14 propone "...le loro menti furono indurite; infatti, fino ad oggi quel medesimo velo rimane, non rimosso, quando si legge l'Antico Testamento, perché è in Cristo che esso viene eliminato", sostiene la cecità degli ebrei e che provò lui stesso, davanti alla luce di Cristo, vale a dire un'incapacità di rilettura dell'Antico Testamento che è portato a compimento dallo splendore dell'evento Gesù di Nazaret.
Del resto, in conclusione del Vangelo di Luca 24,44-47 Gesù risorto ebbe a dire: "Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi. Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme."
Nello stesso Vangelo, poco prima, ai "discepoli di Emmaus" il Risorto aveva anche detto: "Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria? E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui." (Luca 24,26s)
Tutto ciò, ossia la profezia della sua storia è in tutte le Sacre Scritture ebraiche, anche nel loro intimo, addirittura nelle stesse singole lettere, fatto che nel "discorso della montagna" in Matteo 5,17s Gesù stesso accenna col dire: "Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto."
Ne consegue che la lettura di quei testi, se tradotti, esclude scorci e messaggi importanti di quelle Sacre Scritture che invece sono solo intrinsechi all'alfabeto di 22 lettere usato che i sapienti ebrei ritengono far parte delle 32
"Sefirot" promanate dal Creatore stesso con doni e doti particolari.
Tale avviso l'ho preso in modo radicale e, prima di inoltrarmi nelle successive considerazioni, avverto che, com'è mio solito di quelle 22 lettere dell'alfabeto ebraico, tutte e solo consonanti, userò anche la particolare proprietà connessa al loro grafismo che dà loro l'aspetto di icone.
Come ho ampiamente verificato queste sono atte a trasmettere concetti come fossero mini-geroglifici, quindi, sono in grado di spiegare l'essenza di parole ebraiche, da leggere tipo rebus, e così di mettere in grado di decriptare interi versetti e capitoli facendo emergere la profezia dell'epopea gloriosa del Cristo.
Al riguardo, si vedano le schede di tali lettere, cliccando sui loro simboli a destra delle pagine di questo mio Sito, indi le regole di decriptazione in "Parlano le lettere" e "Le 22 sacre lettere - appunti di un qabalista cristiano".
Da tale metodo nel procedere di questi pensieri attingerò a piene mani, avendone ormai provato l'efficacia a partire dal 1996, con decriptazioni che danno inesauribilmente alla luce pagine di secondo livello della Tenak o Bibbia ebraica, letta alla luce dei Vangeli.
(Vedi: "Indice brani decriptati")
Ciò premesso, come propone l'inizio del Vangelo di Giovanni, mi riferisco in primis ai tempi della creazione riconsiderati alla luce dell'avvento nella storia del Messia, il Cristo, venuto come "servo di IHWH" nella persona di Gesù di Nazaret, morto e risorto, che tornerà nella gloria alla fine dei tempi per terminare il progetto e associare l'umanità consenziente, alla divinità.
Ecco, come il libro del Genesi1,3-5 presenta i primi atti della creazione:
"Dio disse: Sia la luce! E la luce fu.
Dio vide che la luce era cosa buona e
Dio separò la luce dalle tenebre.
Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte.
E fu sera e fu mattina: giorno primo."
Dio, quindi, ebbe a compiere le seguenti azioni:
- disse, "i'omoer"
,
cioè parlò con autorità, sì che quanto voluto si compì;
- vide, "ir'a"
,
fece delle considerazioni e valutò "buona" "tob"
la luce;
- separò, "iaveddel"
quindi, fece una scelta;
- chiamò, "iqr'a"
(due volte) e diede le definizioni di "luce" "'or"
,
"giorno" "iom"
,
"tenebre" "cheshoek"
e "notte" "lailah"
.
Indi il testo marca questa prima fase con i termini "sera",
,
"o'eroeb", inizio delle tenebre, e "mattina",
,
"boqoer", inizio della luce.
Ora, le lettere ebraiche di quanto definito in quei tre versetti si prestano a descrivere parole dell'attività usuale giornaliera umana, infatti:
- luce, "'or"
,
"iniziano
a portarsi
i corpi
";
- mattina, "boqoer"
,
"da casa
si versano
i corpi
";
- giorno, "iom"
,
"sono
a portarsi
i viventi
";
- sera, "o'eroeb"
,
"si rivedono
i corpi
a casa
";
- tenebre, "cheshoek"
,
"nascondere
il sole
con la mano a coppa
",
"nascondere
il fuoco
in un vaso
";
- notte, "lailah"
,
"per me
la potenza
esce
".
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