SAN GIUSEPPE...
VINCERE IL RIFIUTO
di Alessandro Conti Puorger
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COMPIMENTO DELLA CREAZIONE
Quel dire di Gesù in Matteo 5,17: "Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento" è in linea col pensiero che la "Creazione" è un progetto di Dio in "progress", vale a dire in sviluppo, quindi, in "itinere" in cui l'uomo non è solo "creatura", ma è coinvolto e chiamato a essere coprotagonista, tanto che dopo che lo formò in terra e con la terra "Dio li benedisse e Dio disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela" (Genesi 1,28) ossia regnate, e "lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse". (Genesi 2,15)
Come un architetto di questo mondo, Dio ha dato inizio a questa sua grande opera con un progetto ben articolato la Torah, che la tradizione ebraica propone come preesistente alla creazione.
Il Talmud babilonese, Pesahim 54, elenca sette cose create prima della creazione del mondo: "Insegnarono i nostri maestri: Sette cose furono create prima che fosse creato il mondo: la Torah e la conversione, il giardino dell'Eden e la geenna, il tempio, il trono della gloria e il nome del Messia."
Secondo il pensiero biblico la Torah è frutto della "Sapienza" del Creatore come si deduce dal libro dei Proverbi 8,22: "Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, all'origine" che non è certo riferito alla Sapienza che è eterna come Dio, ma al progetto redatto dalla Sua sapienza.
Poi in Proverbi 8,23 dice: "Dall'eternità - nei tempi antichi - sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra" e la parte in grassetto in ebraico è: "mer'osh miqqademei 'aroetz"
.
Di queste parole, interessa in particolare quel "miqqademei" in cui c'è
(
=
a fine parola) che significa "davanti, avanti" e "oriente".
Quella parte in grassetto, allora, con l'uso delle lettere come icone propone che "da modello
al Nome
davanti
fu
per l'Unigenito
che nel corpo
scenderà
"
e si apre la scena del costruttore che guarda i propri progetti prima di erigere quanto desidera.
Il fine di tutto questo progetto lo spiega Dio stesso ed è: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza". (Genesi 1,26)
È quello il fine, ma ha implicito una condizione; se Dio vuole creare l'uomo a propria immagine e somiglianza non può che crearlo simile a se stesso, quindi, un essere libero, perciò l'uomo deve accogliere liberamente la creazione che Dio ha pensato per lui, altrimenti lo stesso Dio dovrà con pazienza attendere che avvenga o cancellare il progetto.
Ne segue che quanto è in Genesi 1,26 nel sesto giorno della creazione è intensione di Dio e non ancora compimento, perché deve passare dal vaglio dell'uomo che di fatto, rifiutò in Genesi 3 ed ecco perché quel dire del "compimento" di Gesù in Matteo 5,17.
Questi era il primo uomo secondo Dio.
Sant'Agostino, in Sermo CLXIX, 13, al riguardo scrive: "Dio, che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te."
Così, ogni uomo può ribellarsi e respingere Dio e dire con i fatti: "Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi" (Luca 19,14), come nella parabola.
Ora, nell'ambito della mistica ebraica, nel sistema delle "Sefirot"
e dell'albero "sefirotico" esplicitate nel "Sefer ha-Zohar" o "Libro dello Splendore" edito in Castiglia attorno al 1275, ma che affonda le radici in pensieri antichi, oltre le 22 lettere - numeri dell'alfabeto vi sono altre 10 doti proprie di Dio insite nella creazione per l'uomo sefirotico, emanate come potenziali con l'atto creativo.
Queste 10 "Sefirot", ricavate da 1Cronache 29,11 che a Dio si riferisce così: "Tua, Signore, è la grandezza, la potenza, lo splendore, la gloria e la maestà: perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo. Tuo è il regno, Signore: ti innalzi sovrano sopra ogni cosa", sono:
- Grandezza, magnanimità,
,
"ghedullah",
- Potenza, potere,
,
"ghevurah",
- Bellezza, splendore,
,
"tiferet",
- Gloria, vittoria, perennità,
,
"netzach",
- Maestà, "hod"
,
- Tutto,
"kol" anche segreto, "sod",
- Regno
,
"mamlchah" o
,
"malcut",
- Le tre di Sovranità o testa,
"r'osh": corona, "Keter"
,
intelligenza, "binah"
,
sapienza, "chokmah"
.
Albero sefirotico
Spina dorsale dell'uomo nuovo
In tale contesto si parla di un
"'Adam Qadmon", essere di luce, modello celeste di uomo, che pare essere il prototipo dell'uomo del progetto (Vedi: " Tensione dell'ebraismo ad una Bibbia segreta") e le cui lettere dicono: "Uomo
al vertice
della vita
portatore
d'energia
divina, energia che realizza anche le "Sefirot"
intesa come "pienezza
che il Verbo
sarà
ai corpi
a recare
alla fine
"
del progetto.
L'attesa di un uomo del genere con tutte le proprietà di Dio, pare cogliersi come presente in Palestina già nel I secolo, cioè anche ai tempi di Gesù, come sembra potersi evincere dal versetto in cui Giovanni il Battista, testimoniandolo, proclama: "Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me" (Giovanni 1,30) e "avanti" in ebraico è "qadom"
,
quindi, è Lui il "figlio dell'Uomo", l'uomo davanti, l'"Adam Qadmon", l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, l'inizio e la conclusione del progetto di Dio.
Nel settimo e ultimo giorno della creazione Dio ha considerato di fare una sosta al suo creare, spettava ormai all'uomo di accogliere il dono e, alla pienezza del tempo di quel giorno, ha inviato il Figlio che incarnava il prototipo
e era l'Oriente che portava la Luce per concludere il progetto.
Questi, ha prima mostrato sul monte la conclusione, presentando l'uomo nuovo del "Discorso della montagna" (Matteo 5,6 e 7), quindi si è fatto vedere da alcuni apostoli, ancora su un monte "trasfigurato", facendo intravedere la traiettoria profetica dell'uomo secondo Mosè e i profeti.
È poi morto in croce per tutti anche per chi l'ha rifiutato, li ha perdonati e ha effuso la grazia e creato con la Chiesa il presupposto di affrettare la nascita di un'umanità nuova.
I suoi l'hanno visto risuscitato, quindi asceso al cielo, era il Santo
"al vertice
la luce
"
e li ha riempiti di Spirito Santo, così è stato tracciato tutto il percorso da
a
col risultato: al vertice
il Nome
.
Così coglie il libro dell'Apocalisse del Nuovo Testamento quando conclude con la visione della sposa dell'Agnello e della Gerusalemme celeste e la Luce al vertice:
- Apocalisse 21,23 - "La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello."
- Apocalisse 22,5 - "Non vi sarà più notte, e non avranno più bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà."
- Apocalisse 22,20 - "Colui che attesta queste cose dice: Sì, vengo presto! Amen. Vieni, Signore Gesù."
a.contipuorger@gmail.com
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