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LEGGERE E VEDERE
In italiano il verbo "leggere" dal punto di vista etimologico è fatto risalire al latino "legere" e al greco
,
"lego", che a loro volta per il radicale "leg" sono collegabili con il greco
"logos", che nel Vangelo di Giovanni è tradotto con il "Verbo".
Il grande filosofo Platone (427 - 347 a.C.), credibile testimone del pensiero del suo tempo, in "Teeteto" (206d ss), propone che una proprietà del "logos" è l'espressione tramite suoni linguistici del pensiero per cui il significato di leggere si avvicina ai concetti di raccogliere, d'udire e di dire.
Questa è la visione del mondo greco e latino e l'influsso per secoli della Bibbia detta dei LXX, tradotta in greco, ha favorito il pensiero del modo greco di vedere la scrittura a svantaggio di quello delle immagini.
La realtà storica del bacino del mediterraneo e dell'Asia minore invece è che vi si incontrano due criteri di scrittura, con:
- segni che evocano suoni, come nel mondo greco e latino;
- segni che evocano immagini e anche suoni, in modo prossimo al pensiero egizio e alla scrittura pittografica sumerica e cuneiforme pure senza vocali.
Seguendo tali considerazioni mi sono chiesto se non si potesse trovare nel testo in ebraico qualche spunto per confermare questa teoria di una lettura per immagini.
Vediamo alcuni versetti in cui si parla di leggere le Sacre Scritture.
Inizio con Esodo 24,7, il soggetto è Mosè: "Quindi, prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto." e evidenzio le seguenti parole:
- "libro dell'alleanza", il patto scritto, "sefoer ha-berit",
- "lo lesse alla presenza del popolo" ossia "lo lesse agli orecchi del popolo", "vaiiqr'a b'aznei ha-a'm"
.
Lo scritto "sefoer"
è "letto" e per tale azione il testo usa il radicale
dei verbi "chiamare" e simili e anche di "leggere, annunciare, proclamare" e pure di "incontrare".
Giosuè 8,34-35 - Ancora: "Giosuè lesse poi tutte le parole della legge, la benedizione e la maledizione, secondo quanto sta scritto nel libro della legge. Di tutto quanto Mosè aveva comandato, non ci fu parola che Giosuè non leggesse davanti a tutta l'assemblea d'Israele, comprese le donne, i fanciulli e i forestieri che camminavano con loro" e anche qui evidenzio le seguenti parole:
- "libro della legge", il patto scritto, "sefoer ha-berit",
;
- "tutta l'assemblea d'Israele" "kal qehal Ishra'el"
;
- "lesse" e "leggesse", anche qui, entrambe le volte, "qara'"
.
Questo "qara'" si trova ancora in:
- 2Re 19,14 - "Ezechia prese la lettera dalle mani dei messaggeri e la lesse, poi salì al tempio e, svolgendo lo scritto davanti al Signore."
- 2Re 22,8 - "Il sommo sacerdote Chelkia disse allo scriba Safàn: Ho trovato nel tempio il libro della legge. Chelkia diede il libro a Safàn, che lo lesse."
Così pure in Geremia 51,61.63.
In Isaia 29,11-12, infine, che ho già citato parlando di testi sigillati, si trova tradotto in italiano (C.E.I. 2008) per cinque volte il verbo "leggere" come ho evidenziato: "Per voi ogni visione sarà come le parole di un libro sigillato: si dà a uno che sappia leggere dicendogli: Per favore, leggilo, ma quegli risponde: Non posso, perché è sigillato. Oppure si dà il libro a chi non sa leggere dicendogli: Per favore, leggilo, ma quegli risponde: Non so leggere..."
Nel testo ebraico, invero, solo due volte in "leggilo" appare
,
invece dov'è tradotto "sappia leggere" o "non sa leggere" o "non so leggere" testualmente è chi conosce o non conosce la scrittura "sefoer"
.
Poi, quel "Non posso" equivale a un non lo digerisco, non lo riesco a mangiare, "l'o 'o 'okel"
.
Si può concludere che il radicale
la fa da padrone assoluto per il "leggere" la Scrittura in ebraico.
Quei segni di
per il "leggere" propongono, in primis, l'atto di piegare la testa - la lettera "qof"
,
infatti, indica la parte posteriore della testa
,
la nuca evidentemente nella fattispecie su ciò che è scritto.
Si piega la testa per "vedere"
e le lettere con i loro significati grafici ancora ci aiutano: "corpi
iniziano
a uscire
".
Avviene come una visione (Isaia 28,7), uno spettacolo
"r'ai" (Giobbe 33,21; Naum 3,6) e si realizza un "incontro" "qir'a"
con una persona viva il cui spirito circola nella Scrittura e non con delle lettere solo fonetiche, inerti e sterili, ma vive piene di energia capaci di attivare tutti i sensi come in un incontro reale.
Prima di morire "Mosè scrisse questa legge e la diede ai sacerdoti figli di Levi, che portavano l'arca dell'alleanza del Signore, e a tutti gli anziani d'Israele. Mosè diede loro quest'ordine: Alla fine di ogni sette anni, al tempo dell'anno della remissione, alla festa delle Capanne, quando tutto Israele verrà a presentarsi davanti al Signore, tuo Dio, nel luogo che avrà scelto, leggerai questa legge
(
)
davanti a tutto Israele, agli orecchi di tutti. Radunerai il popolo, uomini, donne, bambini e il forestiero che sarà nelle tue città, perché ascoltino, imparino a temere il Signore, vostro Dio, e abbiano cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge. I loro figli, che ancora non la conoscono, la udranno e impareranno a temere il Signore, vostro Dio, finché vivrete nel paese in cui voi state per entrare per prenderne possesso, attraversando il Giordano." (Deuteronomio 31,9-13)
Dal radicale
viene il termine "miqra'"
per lettura, usato in Neemia 8,8: "Essi leggevano
()
nel libro della legge di Dio a brani distinti e con spiegazioni del senso e così facevano comprendere la lettura
()"
termine che per estensione è stato usato per dire allusivamente assemblea convocazione per una pubblica lettura o assemblea liturgica.
Quel libro che evidentemente era custodito dai Leviti accanto all'Arca dell'alleanza fu fatto rileggere da Giosuè ogni sette anni durante la conquista della terra promessa e seguì le vicende dell'arca finché fu custodita nel Tempio a Gerusalemme che fece costruire Salomone.
Questi (1Re 1,1-2,12) dopo il padre Davide regnò per 40 anni dal 970 al 930 a.C. in Gerusalemme, la costruzione del Tempio iniziò nel IV anno di regno (1Re 6,1), terminò nell'XI (1Re 6,38) e fu distrutto nel 586 a.C. (2Re 25) da parte delle truppe di Nabucodonosor.
Con Salomone che in vecchiaia si adeguò alle tendenze delle sue molti mogli e concubine che lo fecero aderire anche a culti idolatri, vi fu un crescente allontanamento dalla fede in IHWH e si perdette la cognizione delle vere parole del Signore.
Alla morte di Salomone si aggiunse la ribellione delle altre tribù a quella di Giuda, cui rimase unita solo quella di Beniamino, e la successiva divisione nel regno di Israele o del Nord con re Geroboamo, uno dei rivoltosi, e nel regno di Giuda, del Sud con re Roboamo, figlio di Salomone, e ciascuno propose una propria città santa, Samaria o Gerusalemme.