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RITROVAMENTO DEL LIBRO
Del vero testo di quel libro originario di Mosè se ne perse memoria.
Del resto ogni re di Giuda aveva avuto modo di apportare, tramite i sacerdoti che sceglieva, aggiunte alla legge del regno e ampliava il testo base che restava sempre più remoto e il libro era divenuto un codice di leggi e così è rimasto nel pensiero generale.
Nel frattempo pochi erano rimasti i fedeli al culto di IHWH.
Ora, al tempo del XVII re di Giuda, Giosia, nel 622 a.C., circa 340 anni dopo la costruzione, nel Tempio ci fu il ritrovamento di un antico rotolo della Legge, forse quello che Salomone aveva fatto deporre nel Tempio, e lo spinse a una radicale riforma del culto e al rinnovò l'alleanza con IHWH e si stabilì che i sacrifici prescritti potessero aver luogo solo a Gerusalemme.
Questo re Giosia "Y'oshiiah", in ebraico
il cui nome significa "È
un fuoco
del Signore
",
fu proprio tale, in quanto, fu spinto da fervore e fede sinceri, rafforzato nei suoi intenti da tale evento, del ritrovamento del libro, spinse a una profonda riforma del culto nel cui ambito il popolo rinnovò l'alleanza con IHWH, ma da parte del popolo divenuto in gran parte idolatra, la conversione fu soprattutto formale.
Gesù che disse: "Sono venuto a gettare un fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!" (Luca 12,49) riprese alla radice l'opera di quel consacrato e anche Lui sarà trafitto e ucciso.
Nel 609 a.C., infatti, a capo del proprio esercito, Giosia cercò di contrastare il passaggio in Palestina dell'esercito egizio comandato dal faraone Necao che si dirigeva in aiuto dell'Assiria contro Medi e Babilonesi, ma in uno scontro presso Megiddo, località nei pressi del monte Carmelo, fu colpito da un arciere e trasportato a Gerusalemme vi morì.
Il fatto, che un unto del Signore venisse trafitto e ucciso, destò grande scalpore e scandalo; tale fatto assieme all'esilio in Babilonia, avvenuto alcuni decenni dopo, aveva segnato una grave vittoria del male proprio là a Megiddo presso il torrente Kison, ove si era verificata secoli prima la vittoria di Debora e Barak (Giudici 4) sull'esercito cananeo di Sisara.
Il libro cristiano dell'Apocalisse 16,16 e 20,7-10 alla fine del mondo colloca proprio a Megiddo, ossia presso Armaghedon, "Har Megid", il monte di Megiddo, la battaglia finale vittoriosa dell'esercito guidato dal Messia, il Cristo e le armate di Satana.
Il fatto del libro e la storia della vita di Giosia sono raccontati in 2Re 22 (2Cronache 34) che in appendice presento decriptato con i miei criteri e in 2Re 23 che ho riportato in "Ezechia e Giosia, re di Giuda - La Pasqua secondo la Torah".
In estrema sintesi "un
fuoco
nel mondo
"
che auspicava Cristo è proprio la Donna
dell'Apocalisse, la Sposa di Cristo che uscì dal suo costato trafitto come del resto ben si evince dal decriptato proposto in Appendice.
Giosia fu uno dei pochi re d'Israele che "Fece ciò che è retto agli occhi del Signore, seguendo in tutto la via di Davide, suo padre, senza deviare né a destra né a sinistra." (2Re 22,2) ..."Prima di lui non era esistito un re che come lui si fosse convertito al Signore con tutto il suo cuore e con tutta la sua anima e con tutta la sua forza, secondo tutta la legge di Mosè; dopo di lui non sorse uno come lui." (2Re 23,25)
Tornando al libro ritrovato, Giosia lo "Lesse
alla loro presenza tutte le parole del libro dell'alleanza, trovato nel tempio del Signore." (2Re 23,2)
Quel libro certamente era con segni antichi ormai superati dalla scrittura del tempo, come si trova ad esempio sulla stele moabita di Mesa del IX secolo a.C..
Al 538 a.C. risale il "Decreto di Ciro" che permise agli ebrei di tornare a Gerusalemme e tra il ritrovamento del libro ai tempi di Giosia e la distruzione del Tempio ci fu tempo modo e maniera di copiare quel testo che superò, passando da padre in figlio, gli anni neri dell'esilio.
Poi, al tempo di Esdra e Neemia come racconta Neemia 8, dopo il ritorno dall'esilio a Babilonia per la prima volta ci fu la rilettura del "libro" davanti a tutti i reduci e lo traducevano in aramaico perché la maggior parte di questi non conosceva più l'ebraico.
A Rosh Hashanah con l'aiuto dei traduttori e Leviti lesse l'intero rotolo della Torah e dettero spiegazioni e interpretazione dei vari passi della Torah e la feste si concluse con la celebrazione dei sette giorni di Succot e con la festa dell'ottavo giorno, quindi, ci fu un rituale penitenziale e fu rinnovato il Patto della Torah, data da Dio a Mosè, quindi e ne seguì un grande risveglio religioso.