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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
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di Alessandro Conti Puorger
 
 

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L'ALLEGORIA DEL MARE
Per proseguire prendo spunto da questi miei due articoli:

Richiamo le letture del nome di Dio "'Elohim" e quanto ivi è detto circa la ribellione demoniaca e la conseguente invasione della terra che trapela da quelle considerazioni, quindi, la decisione di Dio di ripulire la sede dell'essere ribelle in cui s'era rifugiato agendo direttamente.

Già nel nome che il libro del Genesi propone per il "Creatore", , "'Elohim", si trovano le lettere di "mare", "iam", o di grandi distese d'acqua. Nell'Antico Testamento c'è poi una grande tensione verso le acque: le acque del Paradiso, del diluvio, quindi, del mare o di grandi laghi come il Mar Morto con Sodoma e Gomorra, Mar Rosso o Mare di canne che si apre, e poi il Mare di Galilea.

Inizia subito con quelle che bagnavano il Gan Eden o Paradiso Terrestre, che vengono da Lui, infatti, nel nome "'Elohim" grazie ai significati grafici delle lettere ebraiche da luogo a tante possibili letture tra cui c'è anche "da Dio a uscire sono le acque ".

Queste acque sono quelle della Sua misericordia "roechoem" , del Suo amore, proprio quelle che escono dalle sue viscere, dal suo utero, che in ebraico è pure , "un corpo che racchiude le acque ".

In principio Dio le acque di vita le inviò a irrigare il Paradiso per far crescere tutto il necessario per l'uomo, che mise in un ambito protetto circondato dalla secca steppa "sadoeh" , sede demoniaca dello "shed" .

Adamo, però, appena fu davanti a un bivio serio, a una tentazione di autonomia, con atto volontario, grazie alla libertà di cui godeva, mosso da orgoglio, aveva rifiutato di obbedire a Dio; insomma nella lotta dell'esistenza contro il nulla, era caduto vittima della non esistenza e, ingannato, aveva scelto di non esistere.

Era l'inizio di una guerra in cui l'uomo, tentato dall'istino animale, presentato come un serpente, che incarnava il nemico del progetto divino, lasciato esistere da Dio come un contrario a Se stesso per consentire una scelta libera all'uomo, restò soccombente, ma l'alleanza che Dio aveva fatto con lui, creandolo in modo speciale rispetto alle altre creature e parlando con lui, era eterna.

Ecco che avviene il primo fratricidio Caino uccide Abele, e si accavallano gli episodi degli errori umani, ma acque di misericordia sono inviate dal Signore come diluvio, un'irrigazione di grazia per rinnovare l'umanità.

Si trova in Genesi 6,5-8, "Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre. E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: Cancellerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato e, con l'uomo, anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti. Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore."

Per due volte è usato il verbo che viene dal radicale con quel "il Signore si pentì", in ebraico "innachoem IHWH" del 6,6 e "sono pentito" "nichemetti" del 6,7 ( = ).

I commentatori propongono che tal modo esprime in termini umani un sentimento divino, ma essendo Dio onnisciente era nella rosa delle possibilità che ci potesse il rifiuto della creatura che voleva creare libera.

In effetti, il libro del Genesi ha già usato tale verbo al termine del capitolo precedente, al versetto 5,39, ma lo si traduce in modo diverso, infatti, parlando dei patriarchi del diluvio il testo dice "Lamec aveva cento-ottantadue anni quando generò un figlio e lo chiamò Noè, dicendo: Costui ci consolerà del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani, a causa del suolo che il Signore ha maledetto", il che rende evidente il desiderio del Signore messo in bocca al padre nella carne di quello che sarà poi il modello di un "precursore", profezia del Salvatore.

Quel radicale significa anche "commuoversi", allora, pensando alla Sua misericordia, il Signore non si pentì, ma sentì forte compassione e quel dire sancisce il momento in cui decise di aiutare!

Del resto in Genesi 6,6 e 7 il soggetto che prova quel sentimento "di pentimento" è Dio, chiamato tre volte in quei tre versetti come IHWH , col Tetragramma Sacro, quindi, "il Signore" - mentre subito dopo al versetto 6,13 il testo usa nuovamente il nome "'Elohim" - e sappiamo che quel Tetragramma esprime il volto della misericordia di Dio, mentre "'Elohim" è il nome che per l'ebraismo sottende principalmente la sfera della "giustizia", infatti, IHWH, la prima cosa che palesò appena si presentò a Mosè nell'episodio del "roveto ardente" in Esodo 3,7 fu: "Il Signore disse: Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze" e manifestò di avere misericordia.

Ora, tutta la Sacra Scrittura rivela l'intenzione e l'impegno del Signore di salvare l'uomo peccatore, mentre se si desse retta all'interpretazione corrente Dio, irato dal comportamento dell'uomo, con il diluvio ne avrebbe provocato la fine, salvando solo la famiglia di Noè... e avrebbe buttato via tutta l'altra umanità, insomma gettando via il bambino con l'acqua sporca, sancendo in tal modo quasi un proprio errore nel crearlo.

Questo racconto, che alle spalle ha certamente eventi catastrofici fermi nella memoria dell'umanità, in effetti, è un "midrash", vale a dire una storia a fine di ricerca e di proiezione profetica, come ho proposto con "Cosa nasconde il racconto di Noè e del Diluvio?".

In tale inquadramento pare invece sia da ritenere che il succo di quanto vi è espresso è l'intenzione di Dio di porre in atto un intervento risolutore, una pioggia di grazia non per distruggere quanto ha creato, ma per annullare nell'uomo ciò che l'ha portato a essere oggetto di affronto da parte della malattia e di diventare "vecchio", quindi, destinato alla morte, cioè neutralizzare l'apporto del maligno per cui l'uomo, di fatto, era un posseduto dall'istinto del male, e per far ciò Dio stesso provocherà una morte speciale per grazia in un battesimo di amore totale che distrugga l'apporto del male che ha invaso l'uomo, mentre Lui in modo diretto provvederà ad annullare il spirito del male in un combattimento finale.

Questa pioggia del diluvio è speciale, viene dal cielo "shemaim" che si apre in acqua "maim" e fuoco "'esh" di Lui , battesimo di acqua e di Spirito Santo che arreca un'illuminazione con la funzione di prima risurrezione che fa attendere nella gioia, pur nella croce di ogni giorno, la risurrezione promessa e sperata.

Del resto, circa il potere dell'amore, dice il Cantico dei Cantici 8,6: "Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore, tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina!"

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