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RICERCHE DI VERITÀ...

 
LA LUCE DEL DIO UNICO - UN BAGNO NEL NILO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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DIO FA USCIRE DALL'EGITTO E SI RIVELA »
DA ATUM A ATON »

RICORDI EGIZI
Premetto che le credenze Egizie in campo religioso era un insieme di vari miti non sempre tutti tra loro conciliati, con due principali caratteristiche, è una religione "solare" e gran parte degli dei avevano sembianze zoomorfiche, come Anubi, dal volto di sciacallo, Horus, dal volto di falco, la mucca rappresentava la dea Hathor, una dea madre primordiale divinità dell'amore e della fertilità, il dio Api era un toro, Toht è presentato sotto forma di ibis, uccello che vola sulle rive del Nilo, o di babbuino.
In pratica tutti gli animali erano sacri rappresentando delle divinità venute a formarsi sulla terra prima dell'uomo.

Tratteggio il mito solare de "l'Enneade" con i suoi 9 dei, Atum + 4x2 ossia 4 coppie di dei, affermato e propagato dalla scuola di Eliopoli, città del Basso Egitto, per cui in principio, abbiamo visto, c'era Nun, oceano con il seme di tutto.
Emerse una collina, sorse "Atum" che appare come sole al tramonto che crescendo viene splendente e chiamato "Ra".
Questo col calore ardente che emana col soffio, unito all'umidità corporea, per autogenesi, insomma fisicamente per "espettorazione", produsse l'aria, un respiro caldo come il fuoco e un respiro umido come l'acqua.
Divinizzati divennero il dio Shu e la dea Tefnut, la prima coppia dell'Enneade, fuoco e acqua.
Da loro viene il soffio vitale che anima le creature.

Le corrispondenti lettere di fuoco e di acqua in ebraico sono la e la = , quindi, quelle che formano il Nome dei Nomi, "Shem" con cui gli ebrei definiscono Dio Unico, "Ha-Shem", il che porta a ricordare quanto soffiò Dio ad Adamo.
Dio, impastatolo con la polvere della terra gli emise la "nishmat" , ossia "con l'energia del Nome lo segnò ", come si trova in Genesi 2,7: "Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente."

Da Shu, l'aria calda e dalla dea Tefnut, l'acqua, ci fu la 2a coppia, Geb, il dio terra e la dea Nut, il cielo.
(Vedi: "Vittoria sul drago - Sanati nel Giordano")

In pratica a questo momento si è come quando il racconto della creazione della Bibbia in Genesi 1,1.2 dice: "In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque."

A questo punto però, all'Enneade Egizia manca l'idea del Dio Unico e al suo posto c'è il caos o Nun e invece di creazione presenta una trasformazione e l'ordine.


La dea Nut - il cielo stellato

Nel cielo della dea Nut secondo il pensiero Egizio, come vedremo, fondamentale è la Via Lattea che fu formata per prima e per gli Egizi era come il fiume Nilo del e nel cielo.

Rientra in questa idea il seguente pensiero che si trova nell'VIII parte dell'Inno al Sole scritto da Akenaton: "Anche se tu sei signore di tutti loro, signore delle loro terre, ti affatichi per loro, brilli per loro, di giorno sei il disco solare, grande nella tua maestà, anche alle terre lontane hai portato la vita, stabilendo per loro un'inondazione del Nilo nei cieli, che cade come le onde del mare bagnando i campi su cui abitano. Quanto eccelse sono le tue vie, o Signore dell'eternità! Hai stabilito un Nilo nei cieli per i forestieri. Per il bestiame che cammina ogni terra, ma per l'Egitto il Nilo sgorga dall'aldilà."

I due terra e cielo Geb e Nut, in effetti, erano sempre uniti, ma Shu, l'aria calda, "colui che solleva", li separò e formò la volta celeste, il firmamento, che separò le acque di sopra, ove c'è la Via Lattea, il Nilo con le onde piene d'energia del Nun, da quelle di sotto, le acque fisiche, il vero Nilo e tutti i fiumi e i mari della terra, evento ricordato nel 2° giorno della creazione della Genesi, per cui poi nel 3° giorno apparve la terra, l'asciutto.
Da Geb e Nut nacquero due coppie di dei, la 3a e 4a dell'Enneade:
  • Osiride e Iside, dei dell'ordine. Osiride dio dell'oltretomba e della fertilità; Iside, dea protettrice di nascita, rinascita, del trono d'Egitto.
  • Seth e Nefti, dei del disordine o della notte. Seth detto il Tempestoso, era personificazione di violenza e forza cieca, dio del deserto, delle tempeste e degli stranieri e della terra rossa non lavorata in contrapposizione alla terra nera "Kemet" nome che identifica l'Egitto, terra fertilizzata dal limo del Nilo. Nefti, presente nei riti funebri, protettrice delle mummie, dea dell'oltretomba, della morte, dei lamenti funebri, delle prefiche, signora delle Ore notturne, del parto, proteggeva le anime al momento della morte, una specie di Iside notturna, infatti, era considerata nutrice di Horus, quindi, simbolicamente dei faraoni, madre di Anubi.
Da questi poi ebbero a venire tutti gli dei d'Egitto, quindi, pesci, uccelli a le forme animali della terra.
Osiride è individuato da un geroglifico che ha due segni biconsonantici e dice "vigila sul trono", "ha creato il trono", "ha creato il regno", infatti, ha:
  • il "trono" per la bi-consonante ' s da cui 'as o 'is o 'us - (le vocali non esistevano);
  • un "occhio" per la bi-consonante yr, infatti, yrt è occhio e yry è "creare, generare";
  • per determinativo ha un dio, per cui è il dio 'asyr o 'isyr o 'usyr, traslitterato in greco come "", ossia Osiride.

Geroglifico del Dio Osiride

Se si prova a trasformare il geroglifico di Osiride con le lettere ebraiche si ha che:
  • le lettere 'as o 'is in ebraico diverrebbero o ;
  • alla bi-consonante ir che ha per icona un occhio si può far corrispondere la 16a lettera ebraica .
    (Vedi: scheda lettera cliccando nella colonna a destra delle pagine di questo mio Sito)
Ne consegue "origine di luce - fuoco per vedere "o Gesù .
Iside ha un geroglifico con il segno biconsonantico di "trono" per 'as o 'is e una "pagnotta" , come pancia di donna, segno che genera, icona che indica la consonante t, con il determinativo di una dea, per cui è la dea 'ast , quindi Aset e in greco "".
.

Geroglifico della dea Iside

Se si traslittera il geroglifico di Iside con le lettere ebraiche si ha "'ishet" pari al termine ebraico "moglie", quella di Genesi 2,25, la perfetta di Adamo prima del peccato, che nel mito egizio, quindi, è la moglie perfetta per Osiride.

La caratteristica peculiare di Iside e Osiride è che si amavano già nel ventre materno e con amore civilizzarono il mondo, quindi, Osiride fu l'immaginifico mitico "primo faraone d'Egitto", creatore dell'agricoltura, portò la civiltà agli uomini, insegnò loro la coltivazione della terra e a produrre il vino per cui fu molto amato dal popolo e ricorda Noè che, come Osiride uscito dalle acque del Nun e quegli del diluvio, piantò una vigna.
Tutto ciò destò l'invidia e la gelosia del fratello "Seth" che l'uccise, come Caino uccise il fratello Abele.
Divenuto, quindi, nascostamente nemico del fratello, gli tese un inganno, preparò un prezioso cofano di legno di sicomoro (legno usato per i sarcofagi) delle misure esatte di Osiride e nel corso di un banchetto invitò i convitati a provarlo e chi fosse stato della misura precisa l'avrebbe ricevuto in dono.

Il cofano per Osiride fu perfetto, ma divenne la bara che sigillata fu gettata nel Nilo e Osiride morì per colpa di un legno.
Iside la ritrovò, ma Seth di Osiride morto fece 14 pezzi.
Nella piramide di Pepi II si trova: "Omaggio a te, sicomoro, gran patibolo, compagno del dio. Il tuo petto tocca le spalle di Osiride."

Osiride restò signore dell'oltretomba, il mondo cadde per un tempo sotto il dominio del disordine, dopo l'epoca d'oro di Osiride era calata sulla terra la lotta tra il bene e il male che si combatteva anche nei cieli nelle ore notturne.
Osiride, re divino, sovrano dell'Oltretomba, Re e Giudice dei morti, era raffigurato bianco come una mummia con corona flagello e bastone segni del Faraone; lui era simbolo della fertilità del Nilo e della rigenerazione, rappresentava il sole notturno ed era collegato alla costellazione di Orione.

Noto amuleto era l'occhio Udjat, a sinistra di colore nero, associato alla luna o Osiride, o a destra di colore bianco associato al sole o Ra.
Iside sorella-sposa di Osiride collegata alla luna e alla stella Sirio col simbolo di un trono in testa e l'Ankh il simbolo della vita in mano, era protettrice dei naviganti, Dea della sapienza, guaritrice.

  Udjat     Ankh

Toth dio della sapienza, scriba divino di Osiride, è rappresentato da Ibis, il grande uccello del Nilo, bianco e nero sono i suoi colori, quelli della scrittura, infatti, sovrintende alle lettere, ai numeri, alla geometria e all'astronomia, tiene i libri dei giudizi, da lui viene lo scrivano immortale protetto da Seshat "Signora della Casa dei Libri"; la controparte femminile è Maat, figlia di Ra, di cui ho detto, signora di verità e giustizia, con la piuma di struzzo tra i capelli, presente al giudizio dei morti per assistere alla pesatura del cuore del defunto che se era leggero come la piuma entrava nel Duat.

Duat - aldilà era la dimora della divinità nel mondo delle stelle, come prova il segno di casa - dimora tra le stelle come dicono i dimostrativi dei geroglifici che riporto, entrambi usati per D'T:


oppure


Il faraone morto, con un viaggio alchemico su una barca sacra dal fiume terreno del Nilo passa al Duat quando la Via Lattea sarà bassa nel cielo in prosecuzione del Nilo stesso sull'orizzonte secondo lo sguardo fissato dalla Sfinge.

Ora, la posizione delle costellazioni di una notte qualsiasi è identica circa ogni 26.000 anni - durata della precessione degli equinozi - ed è stato verificato che circa nel 10.500 a.C. la Via Lattea fu proprio in continuazione del Nilo e su tale data sarebbero stati impostati gli orientamenti della sfinge e delle piramidi Cheope, Chefren e Micerino paragonate alle tre stelle della cintura di Orione, data cui corrisponde il sorgere della costellazione del Leone all'est indicato dallo sguardo della Sfinge.
Il Faraone attendeva la risurrezione per una data in cui si fosse riverificata quella condizione della Via Lattea col Nilo e preparava la tomba e la nave per viaggiare dal Nilo sulla Via Lattea stessa verso Orione?
(Vedi: "La durata della creazione")

Si sono ritrovati vicino alle piramidi barche e canali verso il Nilo e modellini di barche solari Neshmet nelle tombe dei notabili, termine che In ebraico significa "anima, soffio" e, in effetti, questo viene da Dio e a Lui torna.


barca solare Neshmet

In base al principio come in cielo così in terra, nella piana di Giza gli egizi avevano raffigurato ciò che è in cielo.
Pensavano che come dopo la sepoltura per Osiride ci fu rinascita, con la barca solare il faraone avrebbe raggiunto il cielo.

Il "Libro di ciò che è nel Duat" o libro dell'Amduat, riprodotto sulle pareti della tomba di Tutmosi III, illustra il viaggio nel mondo dei morti del Re Sole, di Osiride.
1° faraone, viaggio che di ciascun faraone defunto deve compiere.
Il viaggio si sviluppa in 12 tappe, come le case dello zodiaco ove la 5a tappa in quelle illustrazioni corrisponde a una caverna ove esiste il "mare di fuoco" per i dannati, il tutto parte dal cunicolo Re-stau, "il sentiero delle Porte Nascoste", una galleria all'interno della Grande Piramide.
Questa parentesi era necessaria per ricordare la cultura che aveva sedimentato per oltre 400 anni nei discendenti del patriarca Giacobbe - Israele nel paese d'Egitto da dove uscirono gli ebrei.

Importanti considerazioni si possono fare anche sulla "lebbra" descritta dal Levitico e le credenze egiziane che pensavano che un lebbroso fosse stato toccato dal dio Ra o da altra potente divinità.
Il colore della divinità, infatti, era il bianco candido e sui templi egizi c'erano lunghe aste con stendardi bianchi e i morti imbalsamati con tele bianche erano ormai in mano agli dei.

Uno dei segni che nell'episodio del roveto ardente IHWH diede a Mosè per mostrare al Faraone come credenziale che era ambasciatore investito di potere divino, fu proprio una mano che a comando diveniva lebbrosa: "Il Signore gli disse ancora: Introduci la mano nel seno! Egli si mise in seno la mano e poi la ritirò; ecco la sua mano era diventata lebbrosa bianca come la neve. Egli disse: rimetti la mano nel seno. Rimise in seno la mano e la tirò fuori: ecco era tornata come il resto della sua carne." (Esodo 4,6-7. Vedi paragrafo "Mosè ebreo" dell'articolo "Tracce di geroglifici nel Pentateuco - 2° parte".)

Il significato simbolico di bianco e nero è simile per tutti i popoli, perché relativi all'esperienza dello splendore solare e del buio delle notti senza luna.
Per la religione solare egizia erano segni della divinità.

Nero, assenza di colore, allude a morte e oltretomba, rinascita e rigenerazione, ricorda il limo delle inondazioni che fertilizzava e rigenerava l'Egitto o "Kemet", Terra Nera e Osiride, signore dell'oltretomba, dio della rinascita della natura, è detto il Nero, ma è vestito di bianco; l'universo poi ebbe origine dal nero del caos, gestito con intelligenza.

Rosso, colore aggressivo, ricorda il sangue, minaccia, rabbia e vittoria, era specifico del dio Seth che aveva occhi e capelli rossi, colore del fuoco che tutto distrugge e si pensi ai segni rossi posti sulle case Israelite per la prima Pasqua, quando si aprì l'esodo quando doveva passare l'angelo sterminatore.

Bianco, tinta araldica dell'Alto Egitto (Menfi) dotato di "Corona Bianca" a cono, è pure mancanza di colore, indica purezza e santità della divinità segno di gioia e festa, faceva presente la morte e l'entrata nel mondo ultraterreno; era il colore ieratico sacerdotale e il vestito delle mummie per presentarsi agli dei.

In ebraico le malattie della pelle per cui inizia a diventare bianca con cui si manifestava anche la lebbra erano dette "tsara'at" e dalle lettere si può leggere: "sceso Ra l'ha segnato " e mentre Ra è un dio per un egiziano, Ra per l'ebreo era il male assoluto, il bianco era il suo colore, cioè un avviso del male, ma poteva anche essere segno di santità vera e ciò doveva essere controllato, comunque, doveva essere allontanato dalla comunità, il segno del biancore era comunque segno che s'avvicinava l'imponderabile. Era tabù.

L'idea del bianco si ritrova nei Vangeli quale irruzione di divinità:
  • Matteo 28,2s - "Un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come la folgore e il suo vestito bianco come la neve."
  • Matteo 17,2 - "E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce."


Osiride con Iside e Nefti

Iside, la sposa, con la forza dell'amore e grazie alle arti alchemiche, ritrovato il corpo dello sposo suddiviso in pezzi nel Nilo, ne ebbe un figlio, Horus.
Osiride, il dio risorto dalla morte, quindi, fu il dio dell'oltretomba, rappresentato vestito di bianco, e il dio della fertilità indicato con il corpo verdeggiante, perché pur se morto risorge e rispunta come le spighe dal chicco di grano seminato in terra anche loro muoiono e risorgono come del resto ricorda Gesù quando dice:
  • Giovanni 12,24 - "In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto."
L'aggettivo "verdeggiante" è indicato nell'Aegyptiaca di Manetone nel Canone di Torino, mentre nei "Testi delle piramidi" Osiride era detto "Il Grande Verde".

Una usanza egizia prima della semina era di modellare con del limo il corpo del dio e di piantarvi dei semi che germogliando avrebbero ricoperto di vegetazione la statua che poi era portata in processione su una "Neshmet" o barca per alludere alla risurrezione, principio fondamentale della loro religione.

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