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RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
UN TESTIMONE DEL RISORTO - SAN TOMMASO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

L'APOSTOLO TOMMASO
Nelle pagine seguenti in un certo ordine ho raccolto quanto ho valutato ed elaborato nel tempo che ho dedicato alla figura di San Tommaso nella mia ricerca tra le Sacre Scritture ebraico - cristiane.
Di tale apostolo, uno dei 12 scelti da Gesù Cristo secondo le indicazioni dei Vangeli canonici e degli Atti degli Apostoli nel Nuovo Testamento, mi sono incuriosito e interessato perché mi hanno colpito suoi precipui aspetti, in particolare, il suo coraggio, la sua sincerità e il desiderio di conoscere la verità e come poi fu pronto a dar gloria al Risorto appena questi si rivelò anche a lui, tanto che ha offerto tutta la vita al Suo servizio ed è stato riconosciuto essere stato eletto tra i Suoi Santi da tutte le Chiese cristiane che ne ammettono il culto.
Tommaso, infatti, è un personaggio veramente insolito, messo evidenza dal Vangelo di Giovanni per il suo carattere che lo fa distinguere tra gli altri undici.
Ecco che, attinte le informazioni disponibili e meditando su quanto trovato, il 22 aprile 2018, con grande emozione sono andato a venerare i suoi resti mortali che la Chiesa Cattolica ha riconosciuto essere stati portati dal 1258 a Ortona, città portuale abruzzese, meta di pellegrini specie negli anni giubilari, tanto che nel 1933 le F.S. dovettero fare dei treni speciali per supplire alle richieste del momento.
In questo XXI secolo, però, la sensibilità per le questioni religiose è molto diminuita tanto che tale augusta presenza anche per la maggior parte degli stessi cristiani pare quasi dimenticata per cui ritengo sia importante rinnovare la divulgazione della Sua memoria per suscitare l'interesse per tale Santo i cui resti mortali, come quelli di Pietro e degli altri apostoli, sono d'importanti testimoni della risurrezione di Cristo.
Del resto, per il cristiano visitare i luoghi della sepoltura dei santi apostoli e degli evangelisti, che sono le pietre su cui si fonda la testimonianza della risurrezione di Cristo, è costatare la solidità della propria fede e a tale riguardo ricordo quanto in appresso.
A Roma si trovano i corpi dei seguenti santi testimoni della risurrezione:
  • S. Pietro, basilica di S. Pietro;
  • SS. Simone e Giuda Taddeo, basilica di S. Pietro;
  • S. Paolo, basilica di S. Paolo;
  • SS. Filippo e Giacomo il Minore, basilica dei SS. Apostoli;
  • S. Bartolomeo, basilica di San Bartolomeo, isola Tiberina.
Altri sparsi per l'Italia sono:
  • S. Tommaso a Ortona;
  • S. Matteo a Salerno;
  • SS. Luca e Mattia a Padova, Abbazia di S. Giustina;
  • S. Marco a Venezia, Basilica di S. Marco.
Fuori d'Italia si trovano:
  • S. Giacomo il Maggiore a Santiago de Compostela, Spagna;
  • S. Giovanni a Selcuk, Efeso, Turchia;
  • S. Andrea morì a Patrasso in Grecia e le sue reliquie sono state sparse da Patrasso a Costantinopoli, Roma, Sarzana, Città di Castello, Amalfi, Benevento e anche in Scozia.
Il nome di questo personaggio, "Tommaso", che è la traduzione in italiano dalla lingua greca "" (in Matteo, Atti e Giovanni) o "" (in Marco e Luca), si trova menzionato 11 volte nel Nuovo Testamento, precisamente:
  • 1 volta in ciascuno dei 3 Vangeli sinottici, Matteo, Marco e Luca, quando sono nominati i 12 apostoli;
  • 7 volte nel Vangelo di Giovanni, 11,16; 14,5; 20,24; 20,26-28; 21,2;
  • 1 volta nel libro degli Atti degli Apostoli, 1,13.
Ecco come i Vangeli sinottici presentano l'elenco dei nomi dei 12 apostoli:
  • Marco 3,16-19 - "Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanerghes, cioè figli del tuono e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì."
  • Matteo 10,2-4 - "I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì."
  • Luca 6,14-16 - "Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore."
Tali elenchi concordemente riportano al 1° posto Simone che Gesù chiamò Pietro, al 5° Filippo, al 6° Bartolomeo, al 9° Giacomo di Alfeo, al 10° Taddeo, chiamato da Luca Giuda di Giacomo, all'11° Simone il Cananeo, chiamato da Luca Simone lo Zelota e come 12° chiudono la lista con Giuda l'Iscariota, mentre gli altri - Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso e Matteo - in quei tre Vangeli si trovano elencati in ordine diverso, come è chiaro dal seguente prospetto:


In conclusione l'apostolo Tommaso è indicato al 7° posto dal Vangelo di Matteo e all'8° da quelli di Marco e di Luca mentre il libro degli Atti degli Apostoli, scritto dallo stesso Luca, prima della sostituzione di Giuda Iscariota con Mattia, nel presentare il nome degli 11 apostoli indica Tommaso al 6° posto e non all'8° dove l'aveva posto proprio il medesimo Luca nel suo Vangelo.

Atti 1,13 recita, infatti: "Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C'erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelota e Giuda di Giacomo."

Luca, quindi, tra i suoi due scritti - Vangelo e Atti - pare aver fatto delle nuove valutazioni non riportate nel Vangelo omonimo che l'hanno indotto a modificare la sua primitiva indicazione.
Il fatto che Tommaso qui in Atti si trova al n° 6 dell'elencazione, quindi, in posizione baricentrica rispetto agli 11 apostoli che erano rimasti, a mio parere rivela una scelta voluta e soppesata.

Il Vangelo di Giovanni è quello che poi in 4 occasioni - capitoli 11, 14, 20 e 21 - fornisce elementi su Tommaso che mettono in luce l'importanza di questo apostolo che, dopo la crocifissione e prima della discesa dello Spirito Santo, pare venire a rappresentare in modo più o meno palese la posizione di tutti gli altri e il loro combattimento vissuto tra ragione e fede.

Tali due modi, che al laico possono apparire in contrapposizione per approcciare la realtà, in effetti, possono pacificarsi come avviene nell'apostolo Tommaso che rappresenta il pragmatico della situazione.
Il Vangelo di Giovanni in particolare in tre di quei quattro episodi, che poi vedremo, precisa "Tommaso, chiamato Dìdimo" in 11,16, "Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo" in 20,24 e "Tommaso detto Dìdimo" in 21,2.

Ora, questa precisazione pare voler sottendere qualcosa di più di una semplice informazione, ma sembra essere un elemento da valutare.
Quel Vangelo, insomma, che come gli altri ci è pervenuto scritto in greco, per Tommaso riporta l'aggiunta di "Didymos", "", quindi "doppio", "gemello", "fratello gemello", termine che poi in anatomia è divenuto sinonimo di "testicolo" essendo questi appaiati, ma non precisa chi sia il fratello con cui fisionomicamente può essere scambiato.
Quel modo, "Tommaso, chiamato Didimo", usato dalla traduzione in italiano, può sviare, in quanto, fa ritenere essere "didimo" un soprannome, mentre è solo la traduzione in greco del nome aramaico o ebraico del termine Tommaso.
Sarebbe risultato, invero, più chiaro se si fosse trovata una traduzione che leggesse: "Tommaso che in greco si dice Didimo".

In questo mio articolo si troveranno interpretazioni di parole ebraiche lette come fossero dei rebus con l'uso dei significati grafici delle 22 lettere di quel alfabeto che sono anche icone in grado di trasmettere messaggi.
Uso tale non solito criterio perché apre la comprensione ad aspetti non immediati.
Al riguardo, si vedano:
Tenendo presente tale peculiarità delle lettere ebraiche, si possono ottenere seconde facce d'interi versetti e capitoli, sempre relative al Messia, finalità nascosta di tutta la Sacra Scrittura giudaica, come si può trovare nei miei numerosi articoli tutti nel mio sito.

Il nome di Tommaso, in effetti, pare essere un derivato di , radicale di un verbo ebraico relativo al "partorire gemelli", ossia "indicati di unica matrice ", da cui si ha "t'omim" o "t'omi" o e oppure in forme difettive per "gemelli", come in Genesi 25,24, 38,27; Cantico 4,5; 7,4 e "appaiati" in Esodo 26,24 e 36,29.

Segnalo anche la forma "t'iymot" in Cantico 4,2 e 6,6: "I tuoi denti come un gregge di pecore tosate, che risalgono dal bagno; tutte hanno gemelli, nessuna di loro è senza figli."

Il nome Didimo ha riscontri classici, infatti, nella mitologia greca "Didima" e "Didimeo" erano gli appellativi dei figli gemelli di Zeus e di Leto, la Latona dei Romani; infatti, erano gemelli Artemide, per i Romani Diana, dea della caccia e Apollo, che traina il carro del Sole, il dio delle arti e della scienza.

Il poeta neoclassico preromantico Ugo Foscolo (1778-1827) usò lo pseudonimo di Didimo Chierico, con cui scrisse nel 1813 una sua opera in 16 brevi capitoli "Notizia intorno a Didimo Chierico" a prefazione della traduzione che presenta del "Viaggio sentimentale" di Laurence Sterne.
Le tesi che possono profilarsi a seguito di quella precisazione ripetuta dal Vangelo di Giovanni con quel "Didimo" sono due, che peraltro possono essere vere entrambe, era un "gemello" e/o era "doppio".
Se si ritenesse che Tommaso fosse un gemello resta in sospeso la domanda: chi è il suo gemello?
Le opinioni al riguardo sollevate sono state tante, alcune anche molto fantasiose, ma la conclusione è che non si riesce a saperlo.
Se poi si segue la tesi del "doppio", questa potrebbe essere un'insinuazione lasciata in sospeso per far meditare il lettore sul fatto che Tommaso, il nome al baricentro della lista degli apostoli negli Atti, aveva un animo diviso come se avesse una doppia personalità, in quanto, di fatto, presenta in se stesso sia lo slancio di un credente, sia i piedi per terra dell'uomo pragmatico.

Del resto disse Mark Twain: "Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno."

Giovanni in quel modo asserisce che queste due realtà possono coesistere, ossia un pragmatico può essere un cristiano, anzi diviene il prototipo del vero cristiano che ha fatto un cammino che l'ha portato alla fede solida.
Tommaso, insomma, incarna un personaggio che cerca di enucleare l'impulsività e il sentimentalismo e cerca cose da lui comprovate che poi annuncerà perché riconosciute vere.
La conclusione che si può comunque trarre al momento è che la figura di Tommaso, non evidenziata dai Sinottici, assume una connotazione particolare nel Vangelo di Giovanni che vado a esaminare nel paragrafo seguente.
È comunque da premettere che doppio ha per base il numero due che è anche etimologicamente la radice di "dubbio", simile a quello che assale un viandante davanti a un bivio, se non conosce la strada.

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