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SAN GIUSEPPE...

 
IL VANGELO DELLE LETTERE DI SAN PAOLO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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AVVISAGLIE DI ERESIE
Gli anni tra il 30 e il 51-52 d.C. sono quelli della semina dell'annuncio del Vangelo di Cristo, ed ecco che spuntano le prime Chiese, ma s'affacciano anche le prime erbacce, la zizania, nel campo seminato dagli apostoli.
Un evento del genere, del resto, era stato profetizzato da Gesù, quando disse che: "Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania? Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo! E i servi gli dissero: Vuoi che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio." (Matteo 13,24-30)

Quella profezia nel Vangelo evidentemente fu ricordata probabilmente perché riportava un'esperienza vissuta in quel tempo dalla Chiesa.
Solo molto tempo dopo da quando spuntarono quelle che erano iniziate con avvisaglie deviazionistiche, infatti, furono definitivamente catalogate quali eresie, lasciando modo a chi in buona fede di ravvedersi.
A proposito della zizzania San Paolo scrive alla comunità dei Galati:

  • Paolo 1,6-9 - "Mi meraviglio che, così in fretta, da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo voi passiate a un altro vangelo. Però non ce n'è un altro, se non che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma se anche noi stessi, oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema! L'abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema!"
  • Paolo 2,4 - "...i falsi fratelli intrusi, i quali si erano infiltrati a spiare la nostra libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi..."
Anche a Corinto accadeva che arrivassero annunci discordanti che potevano sedurre e sviare dall'originaria predicazione come si evince al passo 11,4 della 2a lettera ai Corinzi in cui si trova detto:"Infatti, se il primo venuto vi predica un Gesù diverso da quello che vi abbiamo predicato noi, o se ricevete uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un altro vangelo che non avete ancora sentito, voi siete ben disposti ad accettarlo."

Il libro degli Atti degli Apostoli tra l'altro segnala in:
  • Atti 8,9-24 - l'episodio detto di "Simon Mago" avvenuto in Samaria;
  • Atti 13,4-12 - l'episodio detto del "Mago Elmas" avvenuto a Cipro;
  • Atti 15,5-34 - quello che è chiamato il Concilio di Gerusalemme, provocato dall'intransigenza di alcuni farisei verso i pagani "...si alzarono alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, affermando: È necessario circonciderli e ordinare loro di osservare la legge di Mosè", avvisaglia di una posizione eretica che fu rintuzzata, ma che ebbe vari seguaci e seguiti; si era nel 51 d.C..
Su ciò la rettifica per sradicare la zizzania fu tempestiva, il che viene a merito del coraggio e della docilità della Chiesa apostolica nei riguardi dello Spirito Santo.
Nel Vangelo di Matteo del resto al capitolo 24 Gesù stesso segnala che:
  • Matteo 24,10-13 - "Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda. Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; per il dilagare dell'iniquità, si raffredderà l'amore di molti. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato."
  • Matteo 24,24 - "...sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e miracoli, così da ingannare, se possibile, anche gli eletti."
Dalle lettere a Timoteo si intravedono difficoltà della Chiesa nascente:
  • 1Timoteo 4,1-7 - "Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, sedotti dall'ipocrisia d'impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza. Costoro vieteranno il matrimonio, imporranno di astenersi da alcuni cibi che Dio ha creato per essere mangiati con rendimento di grazie dai fedeli e da quanti conoscono la verità. Infatti, tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie, perché esso viene santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera. Proponendo queste cose ai fratelli sarai un buon ministro di Cristo Gesù, nutrito come sei dalle parole della fede e della buona dottrina che hai seguito. Rifiuta invece le favole profane, roba da vecchierelle."
  • 1Timoteo 6,2-5 - "Questo devi insegnare e raccomandare. Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e la dottrina conforme alla vera religiosità, è accecato dall'orgoglio, non comprende nulla ed è un maniaco di questioni oziose e discussioni inutili. Da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la religione come fonte di guadagno."
  • 2Timoteo 2,8ss - "Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti, secondo il mio Vangelo... richiama alla memoria queste cose scongiurandoli davanti a Dio di evitare le vane discussioni, che non giovano a nulla, se non alla perdizione di chi le ascolta."
Erano quelli gli anni in cui tra quanti erano coinvolti e incuriositi dai lasciti spirituali proposti dai seguaci a vario livello di Cristo Gesù sussisteva la coesistenza di proposte contraddittorie in quanto il mezzo orale era lento nel propagarsi e le distorsioni avevano modo di radicarsi prima di essere efficacemente affrontate.

Ecco che spuntarono quelli che poi furono definirti Ebioniti e Nazorei o Nazerei, sette nate nella prima metà del I secolo, diffuse in Siria e Giudea.
Il nome Ebionita deriva da "ebyonim", vale a dire "poveri", che praticavano la povertà ed erano vegetariani (poveri di mente secondo Origene o per Eusebio perché avevano un'opinione povera di Cristo) ritenevano Gesù un profeta di eccezionali doti e non Figlio di Dio ed erano ancora in attesa della venuta del Messia.
I Nazarei vivevano vicino al fiume Giordano e facevano voto di castità e astinenza, si facevano crescere i capelli, seguivano la legge mosaica, la circoncisione e l'osservanza del sabato, ma accettavano Gesù Cristo come Messia, nato dalla Vergine.
Entrambi tali sette rifiutavano la predicazione di Paolo e seguivano un libro, il "Vangelo degli Ebrei e/o dei Nazareni e/o degli Ebioniti", forse una prima edizione in aramaico manipolata del Vangelo di Matteo senza alcune parti della vita di Gesù soprattutto dell'infanzia.
Era il tempo in cui alcuni giudeo-cristiani rimanevano strettamente legati alla antica legge ebraica, i "giudaizzanti" e la predicavano e poi dettero luogo a varie sette eretiche che diffondevano le proprie idee al gregge dei neofiti, tra cui:

I marcioniti, passavano al limite opposto di rigettare tutta la Bibbia ebraica e dipingevano come malvagio il Dio ebraico YHWH, detto Yaldabaoth, Samael e Demiurgo, il Dio giusto dell'Antico Testamento di cui disprezzava le leggi che secondo loro avrebbe creato l'universo materiale per imprigionarvi le anime degli uomini, distinto dal vero Dio inconoscibile il Dio buono del Nuovo Testamento.

I nicolaiti, di tendenza gnostica, setta nata agli inizi del cristianesimo e che alla fine del I secolo contava parecchi adepti che si mischiavano con i fedeli, non ammettevano la divinità di Cristo che consideravano come maestro di gnosi , "gnòsis", vale a dire di "conoscenza" secondo l'influsso greco rivelata agli adepti con un'illuminazione interiore al termine di un percorso misterico che porta gli iniziati alla salvezza spirituale.
Questi sono ricordati più volte nel libro dell'Apocalisse di San Giovanni:
  • Apocalisse 2,6 - "Tuttavia hai questo: odi le opere dei Nicolaiti che anch'io odio."
  • Apocalisse 2,15 - "...hai di quelli che professano la dottrina dei Nicolaiti."
  • Apocalisse 2,18-29 - sulla nicolaita profetessa Gezabele di Tiatira che seduceva i cristiani inducendoli a fornicare e a mangiare carni consacrate agli idoli.
Sant'Ireneo di Lione sostiene che il nome "nicolaiti" deriverebbe da Nicola di Antiochia uno dei primi sette diaconi cui gli apostoli imposero le mani secondo Atti 6,5: "...scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmenas e Nicola, un proselito di Antiòchia"; Su ciò però non conviene Eusebio di Cesarea in Storia Ecclesiastica III,29.

Simonianesimo, Giustino narra dell'esistenza di una comunità "simoniana" a Roma verso la metà del II secolo che prese origine da Simon Mago, vissuto al tempo dell'imperatore Claudio (41-54 d.C.), quello degli Atti, che e operava prodigi per cui era considerato come un dio da molti samaritani mentre andava peregrinante con Elena una prostituta e i due incarnavano la divinità.
Il dio preesistente, infatti, aveva emesso la prima "Ennoia", "la madre di tutti", la Sophia, la compagna di coppia del dio.
Secondo l'apocrifo "Atti di Pietro" Simone fu nemico dell'apostolo Pietro e lo sfidò e finì per suicidarsi lanciandosi nel vuoto, nel tentativo di dimostrare di essere in grado di volare.
Il simonianesimo si trasformò in sistema gnostico e porto anche al:

Docetismo, dal verbo greco "dokéin", che significa apparire fu una dottrina cristologica che negava la natura umana e corporea del Cristo, per escludere la realtà piena della sua passione e morte; per essi il corpo di Cristo sarebbe esistito solo come "phántasma", senza carne.
Tale posizione pare essere contestata già dai Vangeli sinottici che al riguardo del fantasma sostengono:
  • Luca 24,36-39 - "Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: Pace a voi! Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho."
  • Marco 6,49s; Matteo 14,26 - "Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: È un fantasma!, e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: Coraggio, sono io, non abbiate paura!"
Cerintianesimo da Cerinto uno gnostico del I secolo che sosteneva che Gesù, nato da Giuseppe e Maria, era un profeta su cui al momento del battesimo nel Giordano discese in forma di colomba il Cristo con lo Spirito di Dio facendogli conoscere Dio per Padre e risalendo in cielo prima della passione e dopo la resurrezione attendeva un regno terreno di carattere concretamente materiale, e la restaurazione del culto a Gerusalemme.

Circa 50 anni dopo i primi tempi della predicazione di San Paolo le prime eresie ormai si erano presentate come si evince dalla lettera cattolica 1Giovanni 3,18-23: "Figlioli, è giunta l'ultima ora. Come avete sentito dire che l'anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l'ultima ora. Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri. Ora voi avete ricevuto l'unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità. Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre."

San Giovanni evidenzia un profondo solco di divisione tra il cristiano che segue Gesù come Cristo, il Figlio inviato da Dio e chi lo considera un santone.
Se si va ben a guardare le eresie su questioni teologiche e cristologiche, in effetti, alla lunga risultano meno perniciose dello gnosticismo secondo cui con la razionalità "illuminata" con l'aiuto di particolari personaggi si aprirebbero cammini spirituali mistici per cui alla risurrezione e alla vita eterna l'adepto si convince che può arrivare con la meditazione, con l'ascesi personale e con particolari discipline che a quei tempi come del resto ancora oggi sono perennemente all'ordine del giorno; insomma la salvezza viene dalla ragione illuminata.
È incontestabile che molte parole di Gesù che avevano certamente raccolto discepoli e apostoli cominciarono a circolare e a essere copiati.
I detti di Gesù negli anni 30-50 iniziarono a essere riuniti in raccolte scritte subito dopo la e costituirono il materiale base dei vangeli canonici e del Vangelo secondo Tommaso.
Questa libera attività che ovviamente pescava nell'iniziativa personale si prestava a una diffusione incontrollata con copie su copie fino a una diffusione capillare che non poteva avere i crismi di qualità per cui alterazioni del pensiero originario potevano facilmente inserirsi aprendo appunto a eresie e false interpretazioni.
Una stessa frase, se avulsa dal contesto in cui fu detta, se generalizzata, è una scheggia con effetti incontrollabili se può essere strumentalizzata da personaggi improbabili come erano certi maghi o mestatori di quei tempi.

I primi documenti, quindi, furono senz'altro libere raccolte di detti, come nel caso del Vangelo di Tommaso che molti esperti arrivano a ritenerlo addirittura il più antico Vangelo a disposizione, seppur con rimaneggiamenti di scuole gnostiche coevo alle prime predicazioni di Paolo e degli altri apostoli.
Ecco che gli apostoli Matteo, Pietro e Paolo, tramite i loro discepoli Marco e Luca, e poi Giovanni sentirono poi la necessita di presentare i loro Vangeli riconosciuti poi come "canonici" in cui i "logia" di Gesù furono collocati in una storia con episodi e miracoli evidenziando come molti degli eventi erano da vedere come attuazione di profezie delle Sacre Scritture.

Il Vangelo di Tommaso per gli studiosi del cristianesimo antico apparve sulla scena solo nel dicembre del 1945 con la scoperta di una raccolta di oltre cinquanta testi religiosi e filosofici, tra cui c'era quel testo, nascosti in una giara nei pressi del villaggio di Nag Hammadi - Alto Egitto, ove all'inizio del IV secolo Pacomio aveva fondato una comunità di monaci.
(Nel 367 Atanasio, il vescovo di Alessandria non incluse il Vangelo secondo Tommaso nell'elenco dei libri consentiti e gli altri furono destinati alla distruzione. I monaci del monastero di San Pacomio ubbidirono all'ingiunzione, ma forse non se la sentirono di distruggere i testi della loro biblioteca per cui li nascosero in una giara nel deserto.)

Quei manoscritti, conservati al Museo Copto del Cairo risalgono al IV secolo e sono scritti in copto, la lingua nazionale egizia dal III secolo dopo Cristo.
Il Vangelo secondo Tommaso, costituito da 114 logia, oltre che da un breve "incipit" e da una "subscriptio", è datato dagli esperti dalla metà del primo secolo alla metà del secondo e riporta detti di Gesù, originariamente in lingua semitica, trascritti in copto come traduzione di un originale greco siriaco, di cui rimangono alcuni frammenti nei papiri di Ossirinco.
Nell'"incipit" si dice che i detti di Gesù sono stati trascritti da Tommaso e nella "subscriptio" il titolo dell'opera è riportato come Vangelo secondo Tommaso.
Due terzi circa dei logia del Vangelo secondo Tommaso si riconoscono, sia pure con variazioni in versetti dei Vangeli canonici, ma a sestante non consentono di prendere atto dell'aspetto salvifico della venuta di Cristo e possono essere interpretati anche come messaggi sapienziali.

Senza il dono della Sapienza divina dono dello Spirito Santo che viene dalla fede nella divinità di Cristo e nella sua morte e risurrezione quei "logia" per alcuni da soli restano un'arida "filosofia" e aprono a una falsa "conoscenza" da cui San Paolo pare proprio mettere in guardia quando in Efesini 3,17-20 nello stesso capitolo in cui parla del "mistero" di Cristo, auspica: "Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e di conoscere l'amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio."


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