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di Alessandro Conti Puorger
 
 

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SCENDE L'ENERGIA
Dall'ebraismo la realizzazione piena di tutte le promesse della rivelazione e dell'Alleanza di cui parlano il rotolo della Torah, secondo la tradizione scritta da Mosè vissuto nel XIII secolo a.C., è stata trasferita all'attesa del Messia.
Cinque secoli dopo, nell'VIII secolo a.C., scrive il profeta Isaia in 2,3b: "...perché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore."

Sion è l'altura (quota 765 metri) ove nacque il primo nucleo della città di Gerusalemme, che ai tempi del re Davide nel 1000 a.C. divenne capitale d'Israele.

Nel nome Sion, in ebraico , essendo = , le lettere portano a pensare alla + , quindi, alla parola "ionah" che significa "colomba".
Questa fa presente l'energia divina della misericordia, segno dello Spirito Santo, che "è a recare l'energia nel mondo ", ovviamente l'energia del Dio Unico.
La colomba, nell'Antico Testamento infatti, è presente alla fine del diluvio e nel Nuovo Testamento al momento del battesimo di Gesù nel Giordano.
Il nome Sion è profetico di quanto poi avverrà nel Tempio di Gerusalemme, in cui IHWH "giù è a portare l'energia " o anche "giù è a portarsi sugli angeli ", infatti, il Signore "siede sui cherubini" (1Samuele 4,4; Salmo 99,1; 2Re 19,15; Isaia 37,16; Daniele 3,55) quelli sul coperchio o propiziatorio dell'arca che era posta nel Santo dei Santi del Tempio di Gerusalemme.

Le lettere del testo ebraico di Isaia 2,3b sono le seguenti:



e, decriptate, portano a questo pensiero risultato vero alla luce dei Vangeli:

"La retta esistenza nei viventi scenderà . Sarà portata l'energia a tutti giù dall'Unigenito in croce . La recherà dal corpo aperto da un'asta . La Parola del Signore la vita sarà nei corpi a recare . Accenderà la potenza nei viventi ."

Tutti attendevano la buona notizia della venuta del Messia e soprattutto l'apertura dei cieli e da creature di Dio l'adozione a figli per i meriti di tale personaggio che avrebbe combattuto e vinto definitivamente il male e la morte.

Nella Torah in Numeri 21,5-9 si trova un episodio che sarà poi raccolto da Gesù nel Vangelo di Giovanni dimostrando che era un annuncio messianico; si tratta di quando accadde che: "Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: Perché ci avete fatto salire dall'Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c'è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero. Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d'Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti. Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita. Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita."

Del resto in tale occasione il Signore stesso suggerì l'adozione di un "rimedio" che... salvò dalla morte.
La problematica delle lamentele del popolo era la stessa che abbiamo già incontrato, ossia la bramosia di soddisfare le necessità del corpo, le preoccupazioni terrene nel corso di un cammino spirituale, il "cosa mangeremo? cosa berremo?" di Matteo 6,31, comportamento pagano di chi manca di fede, stigmatizzato da Gesù nel "discorso della montagna".

Il brano presenta più volte la parola "serpente", in ebraico "nechash" .
Ora, proprio il serpente fu il soggetto tentatore che provocò la tentazione ai progenitori e alla scelta che bloccò lo sviluppo spirituale dell'uomo e la sua creazione definitiva che non poteva avvenire senza il suo libero consenso.
Era quel "nachash" "l'angelo che nasconde la luce - sole " e che pare "una guida per illuminati ".
Questo serpente "nachash" e i suoi uguali i "nachashim sherafim" mordevano fino a provocare la morte tra il popolo.
La soluzione proposta dal Signore a Mosè è di farsi anche lui un serpente che chiama "sharaf" e adottata, pur se pare suggestiva a prima vista ma sembrerebbe del tutto inconcludente, fu risolutiva quando, obbedendo, Mosè fece un "serpente di bronzo" "nechash nechoshoet" e lo innalzò su "asta" "nes" .

Hanno osservato i rabbini che la parola ebraica trasformata in numeri ha il valore di 358 = ( = 300) + ( = 8) + ( = 50) pari proprio a quello del termine Messia, "Meshiach", , infatti, ( = 8) + ( = 10) + ( = 300) + ( = 40) = 358.

A questo punto la parola "bronzo" o "rame" "nechoshoet" pare proprio alludere a un serpente in croce = +, quindi al Messia crocifisso dei cristiani che, appunto, innalzato su di un asta "ha nes" , o meglio, dal suo cuore forato .
Osservo poi che l'asta "ha nes" , le stesse lettere di "roveto" e non mi pare proprio dopo quanto detto sinora che ciò sia casuale.

Ecco che nel Vangelo di Giovanni Gesù disse a Nicodemo: "Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna." (Giovanni 3,13-15)

Il profeta Gioele "IHWH è Dio" ricorda qualcosa di simile a Isaia 2,3b quando nel suo libro scrive in 3,5: "Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato, poiché sul monte Sion e in Gerusalemme vi sarà la salvezza, come ha detto il Signore, anche per i superstiti che il Signore avrà chiamato."

Gioele, peraltro, è definito il profeta della Pentecoste per la profezia contenuta nel suo libro in 3,1-4 sull'effusione dello Spirito Santo.

Quel brano di Gioele, infatti, recita: "Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave in quei giorni effonderò il mio spirito. Farò prodigi nel cielo e sulla terra, sangue e fuoco e colonne di fumo. Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il giorno del Signore, grande e terribile."

Letteralmente dice "effonderò il mio spirito su ogni... "basar" e tutti diverranno profeti.
Un evento del genere è ricordato da San Pietro nel suo primo "kerigma" (Atti 2,14-41) attestato come avvenuto, nel giorno della Pentecoste del 30. d.C..

Quanto avvenne in tale Pentecoste è narrato immediatamente prima in questo modo in Atti degli Apostoli 2,1-13: "Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell'Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio. Tutti erano stupefatti e perplessi, e si chiedevano l'un l'altro: Che cosa significa questo? Altri invece li deridevano e dicevano: Si sono ubriacati di vino dolce."
(Vedi: "Chi legge doppio è brillo")

A ricordo del "roveto", fonte splendente della luce del Cristo da cui Dio incaricò Mosè, poi i settanta anziani e gli unti dallo Spirito Santo, nel cenacolo scendono lingue di fuoco ed ecco che i riuniti nascono come profeti in grado di far nascere altri profeti con l'imposizione delle mani e il sacro crisma fino ai cristiani di oggi, i profeti che annunciano il Signore nel mondo appena escono dal cerchio del cenacolo.
Ogni cristiano del resto è chiamato a essere testimone di ciò che ha ricevuto al momento del suo "roveto" , ossia al fonte battesimale, "il pozzo da cui l'energia esce ", grazie all'acqua e al sangue fuoriusciti dal foro del costato di Cristo, per cui i neofiti battezzati, rivestiti della dignità che aveva Adamo alle origini riconsegnata loro dal Risorto, divengono fuochi "'esh" che portano in loro l'annuncio di IHWH , quindi sono "uomini"... di Dio.

a.contipuorger@gmail.com


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