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RICERCHE DI VERITÀ...

 
IL GRANDE GIORNO DI DIO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IN PRINCIPIO »
LA "LUCE" »
UN VERSETTO CHIAVE - GENESI 2,4 »

E FU SERA E FU MATTINA
È ritenuto che le sette tappe della creazione descritte a partire da Genesi 1,3 fino a 2,4 siano le seguenti desunte dalle traduzioni in italiano dal testo ebraico originario della Torah e dalla Bibbia dei Settanta che fu tradotta in greco verso la metà del III secolo a.C.:

  • Giorno uno o Primo giorno - Luce, Notte e Giorno;
  • Giorno due o Secondo giorno - Cielo e acque di sopra, Cielo di sotto e Mare;
  • Giorno tre o Terzo giorno - Asciutto, Alberi e Piante;
  • Giorno quattro o Quarto giorno - Sole e Luna;
  • Giorno cinque o Quinto giorno - Pesci e Uccelli;
  • Giorno sei o Sesto giorno - Animali e Uomo;
  • Giorno sette o Settimo giorno - Riposo.
Il tutto si apre con una sicura allegoria, la "luce" che pur non essendo quella solare apre qualcosa che viene definito giorno e notte.
L'allegoria del giorno poi continua con il versetto Genesi 1,5 che termina con: "E fu sera e fu mattina..." espressioni tipiche delle giornate solari.
L'espressione in ebraico è: "Vaihi oe'rob vaihi boqoer iom"...

Le relative lettere ebraiche sono:

... in cui:
  • "oe'rob" è "sera" e le lettere sostengono il significato indicando che è quando "si (ri)vedono i corpi a casa ".
  • "boqoer" è è "mattina, quando "da casa si riversano i corpi ".
Tali parole come fossero quelle di un ritornello si ripetono in tale identico modo per 6 volte, al termine di ognuna delle prime 6 fasi della creazione, ai versetti:
  • 5 "E fu sera e fu mattina..." giorno primo ;
  • 8 "E fu sera e fu mattina..." secondo giorno ;
  • 13 "E fu sera e fu mattina..." terzo giorno ;
  • 19 "E fu sera e fu mattina..." quarto giorno ;
  • 23 "E fu sera e fu mattina..." quinto giorno ;
  • 31 "E fu sera e fu mattina..." sesto giorno .
Questo dire non è invece ripetuto nel settimo periodo, lo "shabbat" della creazione, quello del riposo di Dio in cui attende l'adesione dell'uomo.
Quel periodo, in corso, non avrà sera e mattina... in questo mondo, il che implica l'entrare in altra dimensione, quella di Dio, la vita eterna.
È da dare importanza ai primi due versetti di Genesi 1 ed è da decidere:
  • sono da ritenere un preambolo, una ridondanza, il che è insolito, considerato che in quel sacro testo è importante ogni parola, mai posta a caso;
  • sono la succinta attribuzione a Dio di tutto l'"hardware" del creato, ossia il mondo fisico, compreso sole, luna stelle e tutto il resto che, allora, di fatto, esisteva già quando "Dio disse: Sia la luce..."
In definitiva, aleggia il seguente quesito: il giorno solare esisteva o no prima del momento in cui "Dio disse: Sia la luce..."?
Ovviamente ciò dipende da come, in effetti, l'autore ispirato della Torah riteneva il vero contenuto che ha dato a quei primi due versetti Genesi 1,1-2.

A questo punto è necessario andare ai termini di "sole", in ebraico "shoemoes" e "luna" "iarech".

Questi nomi, invero, non sono citati nei 7 giorni della creazione, mentre nel 4° giorno ove si ritiene che siano creati il testo dice la "fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte..." (Genesi 1,16)

Queste parole fanno pensare al sole e alla luna, visto che assieme sono nominate le stelle e paiono regolare giorno e notte.
I nomi, in ebraico "shoemoes" e luna "iarech" però nello stesso libro della Genesi in effetti sono citati per la prima volta in 37,9s quando Giuseppe, figlio di Giacobbe-Israele, fece un sogno, lo narrò ai fratelli e disse: "Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la luna e undici stelle si prostravano davanti a me. Lo narrò dunque al padre e ai fratelli. Ma il padre lo rimproverò e gli disse: Che sogno è questo che hai fatto! Dovremo forse venire io, tua madre e i tuoi fratelli a prostrarci fino a terra davanti a te?"

Israele è un profeta, interpreta quel sogno collegando il sole al padre, l'astro maggiore, la luna, alla madre, l'astro minore e le stelle ai fratelli.
Tale analogia per le regole esegetiche rabbiniche dovrebbe potersi traslare a Genesi 1,9 per cui quegli astri sarebbero così allusione a un padre e a una madre; il padre il sole della casa che produce con il lavoro il sostentamento, la madre che cura la casa e il riposo e il benessere della famiglia.
Ora, se quelli creati nel 4° giorno fossero proprio gli astri naturali, sole e luna, nasce spontanea la domanda: com'è possibile che nel 3° giorno (Genesi 1,12), precedente alla loro ipotetica creazione, quindi ancor senza l'esistenza di sole e stagioni: "...la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie"?

Ecco che quella pagina assume l'aspetto di una "matrioska" russa, insomma una scatola che per contenuto ha un'altra scatola quella della traduzione normalmente presentata, ma il pensiero autentico pare velato.
È allora giustificabile il pensiero che quella pagina Genesi 1,3-2,4 dopo il 2° versetto riguardi qualche altro evento preparatorio alla vita dell'uomo, insomma riguardi la formazione del "software" del creato che dovrà abitare l'"hardware" che è stato preparato per lui con i versetti Genesi 1,1-2."
Questo "software" è qualcosa di malleabile da plasmare e proprio plasmare è il termine esatto che è poi usato in Genesi 2,7 quando Dio formò l'uomo.
L'uomo nato dall'embrione viene alla "luce" per decisione di Dio e col Suo spirito lo porta all'uomo perfetto, l'uomo vero di cui si è detto.

Ecco allora un'ulteriore allegoria, un iter di formazione per arrivare a quella pienezza di "giorno" - "iom" , ossia fino a quando "l'Essere si porta nel Vivente ", intendendo per Vivente lo "spirito datore di vita", come dice San Paolo in 1Corinzi 15,44s: "Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita."

Ecco, allora, la grande allegoria che ovviamente può essere arricchita:
  • 1° atto, la "luce", l'Unico si reca nel corpo, fa nascere la vita, l'embrione umano, progetto che ha in sé, come in un seme, al meglio tutto il potenziale necessario per arrivare a maturazione nel tempo della vita;
  • 2° atto, la separazione, dei cieli tramite il firmamento ossia le due acque, quelle di sopra della madre, quelle di sotto dentro del figlio nella placenta, quindi, il tempo della gestazione;
  • 3° atto, si separa l'asciutto dalle acque, nasce e attecchisce la vita del neonato sulla terra;
  • 4° atto, vita in famiglia con padre, madre e fratelli, il fanciullo impara i tempi, i riti, le ricorrenze, gli usi familiari e religiosi, dipende dagli altri;
  • 5° atto, arriva alla pubertà, il giovane fa i primi tuffi e voli nell'ambiente che lo circonda;
  • 6° atto, riguarda la crescita dalla vita animale all'intellettuale e all'essere "uomo" a cui si associa la crescita spirituale finché lo consente;
  • 7° atto", l'uomo arriva alla pienezza, ed è il tempo della sua santificazione di cui dice San Paolo in 1Corinzi 15,44s.
Ognuna di quelle fasi è tappa fondamentale nella vita di ogni uomo.
L'insegnamento è che la vita dell'essere umano è sacra fin dal concepimento in quanto il suo verificarsi implica la palese espressione della volontà di Dio che desidera la vita del nascituro e negarla con l'aborto provocato in qualsiasi momento della gestazione è contro la Sua volontà, quindi, è atto grave alla stregua di un vero e proprio omicidio.

Certo è comunque ormai assodato che l'insieme è classificabile come un tappa un giorno "iom" unico, e quel ritornello, "E fu sera e fu mattina..." sottolinea che è finita la singola tappa o fase della creazione fisica - intellettuale - spirituale dell'uomo fino alla dimensione perfetta pensata da Dio?

Mi provo a decriptare queste lettere e ricavo: "E fu a uscire la forza per agire , nei corpi dentro a portarsi fu , entrò a stare dentro , si versò nel corpo ".

A queste lettere ripetitive rituali di ciascuna volta, seguono il numero del "giorno" e questo diviene informazioni di sintesi leggibili come segue grazie alle lettere dei numerali citati:
  • giorno primo, unico, e quel ritornello, "E fu sera e fu mattina..." sottolinea che è " È a recare la vita l'Unico ".
  • secondo giorno, unico, e quel ritornello, "E fu sera e fu mattina..." sottolinea che è " È a recare in una madre - matrice l'accensione dell'energia per una esistenza ";
  • terzo giorno, a recare da madre alla luce l'essere che il Potente accese per l'esistenza ";
  • quarto giorno, a recare vita alla testa - mente in casa - famiglia ove è a agire - operare il (nuovo) essere ;
  • quinto giorno, a portarlo dal vivere nascosto a vivere l'esistenza di doni ";
  • sesto giorno, a portarlo a vivere nel mondo per sorgere a un'illuminata esistenza ".
Queste tappe sono di ogni uomo, compreso Gesù Cristo in cui per il risorgere dai morti, è riconosciuta dai cristiani l'incarnazione della divinità.
In Genesi 2,1-3 poi si trova l'ultima fase, "il giorno settimo", lì ripetuto tre volte "iom hashebi'i" ed è questa la tappa in cui accade che: "sono portati i viventi dal mondo risorti - dal Risorto a casa dell'Essere ove a vederlo saranno ".

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