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RICERCHE DI VERITÀ...

 
IL GRANDE GIORNO DI DIO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

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IL SESTO GIORNO
Per gli ebrei, con i dati forniti dalla Genesi sulla vita dei patriarchi, prima e dopo diluvio, come ho accennato, l'anno solare della creazione di Adamo lo pensano come avvenuto nel 3760 a.C., durante la sesta fase dell'atto creativo.
Il loro anno 5778, infatti, corrisponde, infatti, al 3760 + 2018 = 5778.
Di ciò che accadde in quella fase a partire dal versetto Genesi 2,5 inizia la presentazione che porta alla nascita di Adamo, ai primi tempi nel paradiso terrestre, alla cacciata, al fratricidio di Caino nei confronti del fratello Abele, fino alla morte dello stesso Adamo che visse 930 anni come segnalata Genesi 5,5.

Abbiamo visto che sesto in ebraico è "shisshi" .
Nella mente di un ebreo può suscitare:

  • "shesh" che significa "lino" o "bisso" di cui poi vestiranno i sacerdoti;
  • "sason" significa "gioia", come quella che si provava nel "Gan Eden";
  • verbo usato in Ezechiele in 39,2 che significa "far uscire", "tirar fuori" in senso punitivo profezia ripresa dall'Apocalisse per il combattimento finale vittorioso contro il male: "E tu, figlio dell'uomo, profetizza contro Gog e annuncia: Così dice il Signore Dio: Eccomi contro di te, Gog, capo supremo di Mesec e Tubal. Io ti sospingerò e ti condurrò ("fuori" ) e dagli estremi confini del settentrione ti farò salire e ti porterò sui monti d'Israele. Spezzerò l'arco nella tua mano sinistra e farò cadere le frecce dalla tua mano destra. Tu cadrai sui monti d'Israele con tutte le tue schiere e i popoli che sono con te: ti ho destinato in pasto agli uccelli rapaci d'ogni specie e alle bestie selvatiche. Tu sarai abbattuto in aperta campagna, perché io ho parlato. Oracolo del Signore Dio." (Ezechiele 39,1-5)
Beh! È in sintesi quanto accade nel racconto del 6° giorno.
Adamo vestiva un abito di festa di gioia, per allegoria, di lino splendente, fu posto nel paradiso terrestre, giardino "gan" di letizia e di delizie "Eden", ma alla prima prova cedette alla tentazione, si sentì denudato dall'abito della festa e fu cacciato, ma maledetto, in effetti, non fu lui, ma chi lo tentò e farà un brutta fine.
(Vedi: "Il vestito d'Adamo", "Il vestito di Dio", "Alzati, rivestiti di luce", "Uomo rivestiti della tua dignità")

Ora, nell'ambito del racconto che allarga gli eventi del 6° giorno, quello della creazione dell'uomo proprio agli inizi in Genesi 2,5 si trova: "nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c'era uomo che lavorasse il suolo" versetto, che pare in contrasto con la creazione di Genesi 1 in cui la vegetazione dice essere creata nel 3° giorno.
È stato risposto che fino al 6° giorno però ancora non c'era la coltivazione dei campi e le verdure e le coltivazioni pregiate specializzate non esistevano e quel versetto precisa: "non c'era uomo che lavorasse il suolo".

Del resto, chi scrive è il Mosè della tradizione o uno della sua scuola, quindi, di cultura ebreo-egiziana che sa bene che nel 3760 a. C., 8 secoli circa prima della prima dinastia dei faraoni d'Egitto, le coltivazioni che conosceva non sfruttavano ancora completamente le acque delle piene del Nilo e nessun civilizzato illuminato faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo e questa era una premessa ritenuta evidentemente opportuna per spiegare come invece coltivazioni pregiate e alberi da frutti squisiti poterono apparire nel giardino del Paradiso Terreste che Dio stesso piantò e ordinò poi all'uomo di custodire e coltivare, posto riservato, diverso da tutto il mondo circostante, la scuola per il Suo pupillo.
Ecco che, come a scuola per insegnare i rudimenti della conoscenza si fanno imparare le lettere, i numeri e si fanno vedere figure di animali per dare la necessaria articolazione al parlare, il Signore fece da maestro, "plasmò" per Adamo, ma non creò avendoli già creati nel 5° e all'inizio del 6° giorno, glieli fece vedere e Adamo diede i nomi.
L'ora più opportuna per la nascita di Adamo è il mezzogiorno, l'esatta metà dopo la notte della giornata del periodo 6° giorno, perché per l'allegoria lucetenebre in tale ora nel parallelo col giorno solare non c'è zona d'ombra, quindi, tenebre, infatti, in quel momento Adamo era puro e integro.
Il tempo per lui ancora non aveva effetto, non essendoci il peccato non esisteva per lui la morte in quanto, di fatto suoi padre e madre era Dio stesso, in termini umani era figlio di Dio, era l'unico essere in cui Dio aveva soffiato il proprio Spirito Genesi 2,7 perché fosse Sua immagine e somiglianza, Genesi 1,26.
La prima coppia, Adamo, un maschio e una femmina. furono uniti in matrimonio da Dio e la tentazione ci fu dopo il patto d'alleanza a tre, la coppia e Dio stesso, per cui dalla loro unione sarebbero nati veri figli di Dio.
I primi figli Caino e Abele però nacquero in Genesi 4 dopo la rottura del patto avvenuta in Genesi 3, quindi tutte le generazioni successive di Adamo erano solo creature di Dio, ma non erano figli del patto.

Il male non fu dominato da Caino , le cui lettere suggeriscono "a piegare - rovesciare è con energia " e in lui "a rovesciarsi fu l'angelo (ribelle)", quindi uccise il fratello e la morte entrò nel mondo per la prima volta.

Segnala poi la stessa Genesi 5,4-5 che morto Abele, dopo 130 anni: "Dopo aver generato Set, Adamo visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie. L'intera vita di Adamo fu di novecentotrenta anni; poi morì."

La vita terrena per Adamo scatta assieme al tempo dopo il peccato e con quei 930 anni dalla piena luce delle ore 12 del 6° giorno arriva alla sera e la notte del 6° giorno... "quando non si può più operare"... il tempo della morte.
Il periodo della morte di Adamo, se raffrontato con la storia egizia, porta al periodo protodinastico 3100-2700 a.C., quando compaiono gli elementi caratteristici della civiltà faraonica, in particolare nel 2830 a.C. nel corso della 2° Dinastia di faraoni in cui ci fu un profondo dissidio per la supremazia nella cosmogonia egizia del dio Seth, nome che ricorda il Set di Adamo, e il dio Horo.
(Vedi: "La luce del Dio Unico - un bagno nel Nilo")

Le parole sera, mattina, tenebre e notte non appaiono più, eppure c'è un segnale che indica in Genesi 3,8 che per Adamo era scattato il tempo: "Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l'uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino" e la "brezza del giorno" nel testo è "ruach" in cui c'è soffio, vento, spirito e "ha-iom" giorno.

Gli ebrei nelle loro traduzioni spesso riportano "sera", la brezza della sera, quando dal fondovalle l'aria sostituisce quella che scaldata s'innalza dalle pendici di monti circostanti tutto il giorno colpiti dal sole.
Si affermava la fine del sesto giorno; arrivava la notte il regno delle tenebre.
L'uomo aveva scelto! Non aveva scelto il Signore.
Prima il testo aveva detto: "Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino" è scritto:



Quel rumore è "Qol" è "rumore o voce" che "incede" ove appare col bi-lettere l'dea di "morti o morituri", gli uomini, per cui della "vita che finisce si apre il cammino ".

Li fece uscire da quel giardino e li pose nel mondo di Genesi 1,1-2, quello coperto dalle tenebre da cui lo voleva preservare per farvelo entrare irrobustito nello spirito dai Suoi insegnamenti e... ci fu la lunga notte del giorno 6° finche Dio aprì il giorno del riposo dalla creazione delle cose fisiche.
Ora, mentre Dio si riposava quel paradiso terrestre dove era?
Un midrash, una favola, un mito?
Eppure nella mente dell'autore un territorio specifico più era nella mente.
Dalla descrizione della valle che poi fu distrutta a causa dei peccati di Sodoma e Gomorra, trapela il pensiero dell'autore, infatti, in Genesi 13,10 si trova: "Allora Lot alzò gli occhi e vide che tutta la valle del Giordano era un luogo irrigato da ogni parte - prima che il Signore distruggesse Sodoma e Gomorra - come il giardino del Signore, come la terra d'Egitto fino a Soar."

La terra ove scorre latte e miele poi promessa da Dio al popolo dell'alleanza fu proprio il paese in cui c'era anche quella valle.
(Vedi: "Il giardino dell'Eden" e "I Cherubini alla porta dell'Eden")

Quella brezza o vento del giorno fa venire alla mente il vento leggero e la voce del Signore che udì Elia sull'Oreb, ove era andato a incontrarlo, come racconta: "Ivi entrò in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco il Signore gli disse: Che fai qui, Elia? Egli rispose: Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita. Gli fu detto: Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore. Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: Che fai qui, Elia?" (1Re 19,9-13)

Questo episodio ricorda quello di Mosè sull'Oreb in Esodo 3 ove aveva avuto la chiamata dal roveto ardente quando sentì la voce di IHWH che lo unse col vento del Suo Spirito come proprio profeta e ambasciatore plenipotenziario, per liberare il popolo d'Israele dall'Egitto da quella palese schiavitù, allegoria di una più grave, quella dal peccato, per fare con loro l'alleanza, un patto matrimoniale per riprendere con l'umanità il progetto che l'uomo volontariamente aveva interrotto su istigazione del suo nemico, il demonio.
Ecco che all'Oreb sorge l'alba del 7° giorno col fuoco del roveto ove Mosè è chiamato per l'alleanza che darà il frutto finale alla fine di quel "giorno" cui seguirà la "domenica eterna".
(Vedi: "Tempo-eternità")

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