BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2020  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheRicerche di verità - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

RICERCHE DI VERITÀ...

 
IL GRANDE GIORNO DI DIO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

    parti precedenti:

IN PRINCIPIO »
LA "LUCE" »
UN VERSETTO CHIAVE - GENESI 2,4 »
E FU SERA E FU MATTINA »
GIORNI STRANI »
IL SESTO GIORNO »
QUEL "GIORNO" NEI VANGELI »
I VANGELI SUL GIUDIZIO »
I VANGELI SULLA RESURREZIONE »

IL GIORNO DEL PERDONO
L'uomo, l'essere all'apice della piramide della vita sulla terra, vive nel dubbio dell'esistenza di Dio e non riesce a volare verso l'alto invischiato dalla non esistenza che sembra lo vogliano trattenere.
La sua vita qui è un soffio e nelle migliori delle ipotesi invecchia e muore.
Da qualche parte eppure la vita gli è venuta ed egli è come l'ago di una bussola rivolto verso la fonte della vita che comunque per lui è un mistero.
Nell'uomo è connaturato l'istinto di sopravvivenza che lo porta all'egoismo e, nel combattimento giornaliero contro la non esistenza, pur se lo stato della società in cui vive è evoluto, ritiene di essere l'unico difensore della propria vita.
L'istinto, perciò è una difesa naturale come hanno gli animali, frutto delle valutazioni che ha fatto l'uomo in tempi atavici, sia d'avere la vita limitata da accidenti, malattie e morte, sia di non potersi dare un'altra vita da solo.
Pure se è nata l'idea di un Dio creatore, per il ripetersi delle morti in tutte le generazioni senza ritorno di alcuno da un eventuale aldilà, s'è insinuato in gran parte dell'umanità il pensiero che quel Dio, se esiste, non s'interessa dell'uomo cui allora resterebbe solo la morte da attendere come ineluttabile esito finale della propria parabola di vita terrena.
Il desiderio poi di avere la migliore delle vite possibili porta spesso il singolo ad agire a danno di altri e, uniti, a far guerre di conquista verso gruppi rivali, incuranti di un'eventuale giustizia divina.
Ecco che per avidità spesso insaziabile l'essere umano di ogni continente è divenuto incurante della vita umana altrui per cui incappa in trasgressioni della legge che ogni società umana s'è data per difendersi dai violenti.
Ogni trasgressione per la giustizia comporta una pena crescente secondo la gravità della colpa commessa e può diviene enorme nei riguardi di Dio Creatore, Signore della vita, la cui esistenza è un assoluto, indipendente dall'opinione del singolo uomo.
Ora, l'uomo è la massima espressione intelligente di vita creata per cui è portato a pensare all'ineluttabile collegamento che ci deve essere tra l'effetto, il creato, e la causa, Dio che crea e s'interroga sul perché del creato stesso.
La risposta è per dare ciò che è Lui stesso a un altro essere che nella libertà esprima il desiderio di accettarlo, quindi, il Suo intento è l'amore.
La vita che Dio dona attua per gradi il progetto a base della creazione del mondo, di un uomo perfetto che avrà le caratteristiche proprie di Lui, del Verbo, la Parola che ha fatto l'universo; quindi, ogni uomo potenzialmente ha una vita per sempre.

Queste considerazioni sono il pensiero a monte dei "midrash" della creazione, del primo peccato dell'uomo di rifiuto del Creatore e della entrata della morte nel mondo presentati ai primi capitoli del libro del Genesi.
La vita in questo mondo ha il senso di portare a crescere l'uomo sotto tutti gli aspetti - intellettuale, psicologico e spirituale - per poter godere di Lui.
La morte, per contro, è interpretabile come punizione al peccato d'empietà, ma può essere pensata anche come atto di misericordia di Dio per sottrarre dal male chi è stato schiavizzato ed evitargli la perdita della vita per sempre, quella che ha preparato con Lui oltre la morte per cui, intervenuto il "perdono", la riavrà piena.
Il creato, allora, è l'uovo in cui avviene l'incubazione per la nascita dell'essere perfetto da Lui desiderato.

Il Salmo 67 fa intravedere l'attesa di un compimento: "Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto; perché si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza fra tutte le genti. Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. Gioiscano le nazioni e si rallegrino, perché tu giudichi i popoli con rettitudine, governi le nazioni sulla terra. Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. La terra ha dato il suo frutto. Ci benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra.
(Vedi: "Lettere ebraiche segni celesti della Torah" in cui tra l'altro c'è decriptato anche il Salmo 67)

Pare proprio essere questa una profezia sulla venuta di Gesù Cristo, infatti:

  • il suo volto "Il Verbo l'energia sarà a portare ";
  • la tua salvezza "Gesù";
  • il suo frutto , "sarà dentro a recarsi il Potente nel mondo ".
La buona notizia dei Vangeli è che l'atteso essere perfetto è nato sulla terra.
È l'uomo Gesù di Nazaret, il Messia promesso a Israele in cui la divinità s'è pienamente rivelata, infatti è il primo morto tornato dal cimitero con un corpo glorioso e Questi ha aperto l'inizio della fase finale della creazione per la redenzione di tutta l'umanità di ogni tempo e luogo.
Quanto manca agli altri uomini per arrivare alla perfezione, eliminato da loro ogni traccia di male, poi sarà aggiunto dal Cristo stesso con il "perdono" che anche l'uomo deve concedere ai propri simili, infatti, disse: "...perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio". (Luca 6,37s)

Ora, il tema del perdono è trasversale nella Bibbia ove si trovano almeno 150 accenni, di cui 50 circa nel Nuovo Testamento.
La prima volta che si parla di perdono è dopo l'uccisione di Abele in Genesi 4,13 quando: "Disse Caino al Signore: Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono".

Qui il testo in ebraico usa il verbo "tollerare, sopportare" e anche "perdonare", e le lettere con i loro significati grafici fanno pensare sia a un invito a Dio che "l'energia riaccendesse delle origini ", sia a una indiretta attenuante dell'uomo Caino che auspica ci sia "per l'angelo (ribelle) la distruzione ( = )".

Si trova poi nel giorno dopo il peccato del vitello d'oro in Esodo 32,3 che: "Mosè disse al popolo: Voi avete commesso un grande peccato; ora salirò verso il Signore: forse otterrò il perdono della vostra colpa."

Qui, in ebraico, per il verbo "perdonare" è usato il radicale che riguarda lo "impeciare", ossia spalmare e calafatare nelle giunture delle tavole degli scafi delle barche pece e canapa per evitare infiltrazioni e venute d'acqua all'interno.

"Kofoer" è il prezzo d'espiazione.
"Kippur" è riscatto e perdono.
"Kaforoet" o propiziatorio è il coperchio d'oro dell'arca dell'alleanza.
Il giorno speciale dello "Iom Kippur" è previsto dalla Torah per il perdono dei peccati fatti da ciascuno nell'anno ed era l'unica volta che il Sommo Sacerdote entrava nel Santo dei Santi e proclamava il Nome ineffabile IHWH, espressione della misericordia del Dio d'Israele.

Il fedele recitando il Salmo 51, quello come precisa il secondo versetto scritto da Davide quando venne da lui il profeta Natan dopo che aveva peccato con Betsabea, chiede: "Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo."
(Salmo 51,11s, vedi: "Spirito Santo e Santità. La grazia portata dal Messia" in cui tra l'altro c'è decriptato anche il Salmo 51)

Il perdono è riportare "la rettitudine del Verbo nel corpo ", quella che si perde col peccato per l'entrata nell'uomo dello spirito del serpente.
Ora "kaf" e = è "il palmo della mano", quindi, le lettere di alludono anche al gesto di porre "il palmo della mano sulla testa ", segno di benevolenza.

L'imposizione delle mani poi è gesto d'infusione dello Spirito Santo.
Al proposito ricordo il seguente fatto raccontato nel libro degli Atti degli Apostoli: nel 55 d.C. Paolo, raggiunto Efeso: "trovò alcuni discepoli e disse loro: Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede? Gli risposero: Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo. Ed egli disse: Quale battesimo avete ricevuto? Il battesimo di Giovanni, risposero. Disse allora Paolo: Giovanni ha amministrato un battesimo di penitenza, dicendo al popolo di credere in colui che sarebbe venuto dopo di lui, cioè in Gesù. Dopo aver udito questo, si fecero battezzare nel nome del Signore Gesù e, non appena Paolo ebbe imposto loro le mani, scese su di loro lo Spirito Santo e parlavano in lingue e profetavano." (Atti 19,1-5)

Il perdono è frutto dell'amore che Dio ha verso l'uomo che accecato spesso non torna indietro e sceglie di vivere come se Dio non esistesse dirigendo i propri passi verso il regno della morte e delle tenebre.
Il perdono perciò è come una rete che tenta di ripescarlo dal regno dei morti.
Il perdono è frutto dell'alleanza di Dio con l'uomo, reso palese dalla Torah.
Dopo il patto di alleanza l'uomo e Dio hanno le stesse finalità, impegnati entrambi anche nella lotta contro il male.
Chiunque entra nell'alleanza tende a essere giusto ed è perdonato alla bisogna.
Ora, in guerra è inevitabile il subire delle perdite per cui i caduti nella lotta contro il male, feriti o morti spiritualmente, sono "perdonati" e risanati per continuare il combattimento e vengono resi giusti.
L'istituto del perdono, quindi, lo "Iom Kippur" per gli ebrei, il sacramento della Penitenza per i cristiani, è l'ospedale di campo che risana il fedele grazie all'alleanza antica o nuova proposta da Dio all'uomo.

Dicono, infatti, i Salmi:
  • Salmi 145,14 - "Il Signore sostiene quelli che vacillano e rialza chiunque è caduto."
  • Salmi 146,7s - "Il Signore libera i prigionieri, il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto, il Signore ama i giusti..."
Ciò rende pratica l'invocazione "venga il tuo Regno" che fa parte della preghiera insegnata ai suoi discepoli da Gesù di Nazaret nel discorso della montagna, come riportato dal Vangelo di Matteo in cui, infatti, tra l'altro s'invoca il perdono con le parole: "rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori". (Matteo 6,12).

Il perdono chiede reciprocità: "Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe." (Matteo 6,14s)

Il perdono, quindi, infatti, è figura della risurrezione perché comporta il ritorno alla vita spirituale piena ed è efficace se interviene un cambiamento di vita.
L'attribuire il bene al male e viceversa è un grave errore.
Nel Vangelo di Matteo per due volte si trova un accenno a tale questione:
  • Matteo 7,17s - "Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni."
  • Matteo 12,33 - "Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l'albero."
Quei detti paiono proprio alludere al peccato originale messo in moto da un albero perlomeno strano.
Un albero, infatti, ci fu che offriva frutti di tipo doppio con bene e male, quello della conoscenza nel Gan Eden di cui mangiò Adamo trasgredendo il volere del Signore che intendeva educarlo e farlo crescere gradualmente alla propria scuola.
Ora, fare di tutti i tipi di erbe un unico fascio e ingurgitare assieme senza discernere il bene e il male può essere pernicioso, un errore marchiano in quanto c'è il rischio di perdere sensibilità e rendere tutto eguale senza distinzione di sorta.

Mangiare in ebraico è e quelle lettere pensando al "midrash" di Genesi 3 dicono fare "uno di tutto è ", quindi, proprio rendere indifferente il bene e il male che appunto Dio non voleva venisse fatto per il bene di Adamo.
Quel peccato di disobbedienza atavico che ha portato l'uomo a sfiduciare il Creatore credendo alle parole del maligno è può ora essere perdonato grazie al sacrificio del Redentore, il "Go'el" , Dio venuto nel cammino degli uomini per salvarli e portarli in cammino con Lui.

C'è però un peccato che non potrà essere perdonato perché vanifica quella venuta e lo segnala Gesù stesso seguente brano del Vangelo di Matteo 12,22-32: "In quel tempo fu portato a Gesù un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva. Tutta la folla era sbalordita e diceva: Che non sia costui il figlio di Davide? Ma i farisei, udendo questo, dissero: Costui non scaccia i demoni se non per mezzo di Beelzebul, capo dei demoni. Egli però, conosciuti i loro pensieri, disse loro: Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà restare in piedi. Ora, se Satana scaccia Satana, è diviso in se stesso; come dunque il suo regno potrà restare in piedi? E se io scaccio i demoni per mezzo di Beelzebul, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Ma, se io scaccio i demoni per mezzo dello Spirito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Come può uno entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega? Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde. Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata. A chi parlerà contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro."

Attribuire, infatti, a demoni l'opera dello Spirito Santo è attribuire il bene al male il che è imperdonabile, in quanto, impedisce di ravvederci ed essere perdonati.
È come ritenere che vi siano due padroni del creato, della stessa potenza, che producono gli stessi effetti, dio e l'anti-dio per cui, allora, ci si potrebbe rivolgere indifferentemente all'uno o all'altro, il che è la radice del satanismo e del culto di satana, alimentato dalla magia nera e da tutte le pratiche del genere.

Ora l'espressione "sarà perdonato" si trova nel libro del Levitico per nove volte (4,26.31.35; 5,10.13.16.18.26; 19,22) e per due volte in quello dei Numeri (15,26.28) e riguarda il modo per ottenere il perdono secondo la Torah presentando in modo opportuno giovenchi e capri in sacrificio espiatorio secondo un particolare rito.
Quella stessa espressione si rinviene nei Vangeli per quattro volte in bocca a Gesù con il "perdonate e vi sarà perdonato" di Luca 6,37, poi due volte in Luca 12,10 "Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato", passo questo parallelo a quello sopra segnalato di Matteo 22-32 ove l'abbiamo trovata.
Gesù si presenta come garante del perdono.
La lettera agli Ebrei rileva l'avvenuta sostituzione del sacrificio dell'Antico Testamento con quello di Cristo e in particolare in 7,26s parlando di Gesù dice: "Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli. Egli non ha bisogno, come i sommi sacerdoti, di offrire sacrifici ogni giorno, prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo: lo ha fatto una volta per tutte, offrendo se stesso."

Il perdono scende dalla croce dal costato di Cristo col fiotto di acqua e sangue:
  • Luca 23,33-34 - "Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno."
  • Giovanni 19,33-34 - "Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua."
Gesù appena risorto dopo "Pace a voi", le prime parole che disse ai suoi apostoli furono: "Detto questo, soffiò e disse loro: Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati." (Giovanni 20,22-23)

Assieme al dono dello Spirito Santo ha dato agli apostoli il potere di rimettere i peccati; questa è la missione dei suoi discepoli, assieme alla buona notizia, portare nel mondo il perdono di Cristo per aprire il tempo nuovo del rapporto dell'uomo con Dio.


parti seguenti:    

IL GIORNO DELL'APOCALISSE »

vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2020 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  RICERCHE DI VERITÀ...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy