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IL FIGLIO DI GEDEONE, ABIMELEK - UN RACCONTO CRIPTATO
di Alessandro Conti Puorger

DOPO GEDEONE, DAL LIBRO DEI GIUDICI
Per la ricerca tra le pagine del canone ebraico della Bibbia di testi di 2° livello mi sono portato a scrutare le più svariate pagine di quei libri come ho riportato nei vari articoli di questo sito.
Tali testi in ebraico, all'interno, grazie alle lettere ebraiche, nascondono un messaggio, scritto in forma criptografica, leggibile sfruttando le lettere anche come ideogrammi, il che dà luogo oltre al testo esterno come sequenza di parole ebraiche, anche ad un testo sigillato, ma svelabile seguendo particolari criteri.
Si può cioè trattare il testo come un film di immagini o con criterio misto, immagini e lettere adiacenti accoppiate in modo diverso dalla usuale lettura in parole ebraiche estratte dal testo, attuando così le idee presentate negli articoli "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche" e in "I primi vagiti delle lettere ebraiche nella Bibbia", il tutto con metodo, regole e significati delle lettere inseriti nell'articolo "Parlano le lettere".
In particolare con questo criterio ho ultimamente riportato la mia attenzione al libro dei Giudici.
Questo libro, suddiviso in 21 capitoli in cui sono tra l'altro inserite le vicende di 12 giudici maggiori d'Israele, Omnia, Eud, Samgar, Debora, Gedeone, Tola, Iair, Iefte, Ibsan, Elon, Abdon e Sansone, è considerato una raccolta di antichi scritti o comunque redatti in base a notizie precedenti al periodo monarchico della storia d'Israele per proseguire la narrazione dei fatti dopo l'uscita di Israele dall'Egitto e la narrazione delle prime azioni di conquista della terra promessa da parte di Giosuè.
Di quel testo con i miei recenti articoli ho trattato di:
Ho così dimostrato che i seguenti capitoli del libro dei Giudici sono in grado di fornire testi di secondo livello con esaurienti e completi racconti messianici:
  • 4° e 5°, relativi al 4° giudice, Debora;
  • 6°, 7° e 8° sul 5° giudice, Gedeone;
  • 13°, 14°, 15° e 16° relativi al 12° giudice, Sansone.
Mi sono così ora portato a scrutare il lungo capitolo 9 (di 57 versetti), che costituisce un'appendice della storia di Gedeone, perché narra le vicende di Abimelek, un figlio appunto di tale giudice.
Considerato che i tre capitoli su Gedeone sono risultati avere per seconda faccia con un racconto messianico, essendo in definitiva questo capitolo 9 del libro dei Giudici (che poi riporterò) uno strascico della storia di Gedeone è da presumere che anche questo contenga un racconto criptato che andrò poi a scrutare.

Abimelek, in ebraico , è uno dei figli maschi di Gedeone, natogli da una concubina residente nella città di Sichem.
Il nome Abimelek rivela un'aspirazione "mio padre (è) re " e questo bel tomo, cioè Abimelek, per regnare si porta ad uccidere 70 fratellastri di cui, però, resterà vivo solo uno, Iotam.
Dopo ciò gli anziani di Sichem lo faranno re, ma poi si pentiranno amaramente e lo cacceranno.
Nel tentativo di punirli Abimelek fu ferito gravemente da una pietra di mulino lasciata cadere da una donna dalla sommità di una torre.
Per non risultare ucciso da una donna si fece trafiggere da un suo fidato.
Il nome Abimelek nella Bibbia ebraica si trova numerose volte.
È citato per vari personaggi e re:
  • 24 volte nel libro della Genesi (20, 21 e 26), per personaggi incontrati da Abramo e da Isacco;
  • 43 volte per questo Abimelek, figlio di Gedeone, di cui 41 volte nel libro dei Giudici, (39 volte nel capitolo 9, 1 volta nel capitolo 8 e 1 volta nel capitolo 10) e 2 volte nel libro 2 Samuele 11,21-22, ricordato da David quando viene a sapere della morte di Uria l'Ittita in un agguato da parte dei nemici;
  • 2 volte in 1Cronache 18,16 e nel titolo del Salmo 34.
IL FIGLIO DI UNA CONCUBINA
Il capitolo 8 dei Giudici ricorda che "Gedeone ebbe settanta figli che gli erano nati dalle molte mogli. Anche la sua concubina che stava a Sichem gli partorì un figlio, che chiamò Abimelek." (Giudici 8,30s)
Iotam il figlio minore di Gedeone, parlando di Abimalek e di questa concubina dirà: "figlio di una sua schiava" (Giudici 9,18)
Come risulta dal capitolo 8 dei Giudici, a Gedeone fu offerta la corona di re, ma rifiutò (Giudici 8,22-23).
Ciò avvenne da parte dei cananei di Sichem come resta traccia nel nome del figlio di quella sichemita.
Abimelek non fu un giudice di Israele, ma la presenza del racconto delle sue vicende nel libro dei Giudici serve a segnalare la storia di Sichem e fa recepire quali riflessi ci furono dagli errori di Gedeone.
Serve anche in quanto poi Sichem sarà il luogo ove sarà incoronato re Roboamo (931-913 a.C.), figlio di Salomone, il che sancì la divisione nel regno del Nord con Geroboamo e del sud o di Giuda con Roboamo.
Abimelek e Roboamo pur se figli di personaggi famosi come Gedeone e Salomone hanno in comune una riuscita non degna dei loro padri che a loro volta avevano qualche pecca (in 1Re 14,22-24 le apostasie consentite da Roboamo).
Abimelek, scelto re da quelli di Sichem per i precedenti del padre, lo fu soprattutto per un'idea autonomista, considerato che questo Abimelek aveva ucciso i fratelli Israeliti con il denaro di quelli di Sichem, "assoldò uomini sfaccendati e avventurieri che lo seguirono" (Giudici 9,4).
Fu così che "Abimelek dominò su Israele tre anni." (Giudici 9,22) e per riflesso per quel tempo dominarono su Israele Sichem e i sichemiti.

La storia di Abimelek raccontata da tale capitolo 9 si può dividere in tre parti:

Capitolo 9, versetti 1-20
Abimelek da quelli di Sichem si fa dare del denaro per assoldare avventurieri e ad Ofra uccide i 70 fratelli figli di suo padre avute con mogli regolari e si salvò solo uno, il minore, Iotam.
"...I signori di Sichem e tutta Bet-Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimelek, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem." (Giudici 9,6)
Iotam l'unico fratello restato in vita, salito sul monte Garizim, gridando, profetizzò contro Sichem e contro Abimelek con una parabola in cui immagina gli alberi parlare; infatti, tra i tanti alberi buoni, ulivo, fico e vite hanno scelto per re un rovo, come i sichemiti hanno fatto scegliendo Abimelek e... ne subiranno le conseguenze!

Capitolo 9, versetti 21-40
Dopo tre anni Dio mandò un cattivo spirito fra Abimelek e i sichemiti, perché ci fosse un castigo per il sangue versato sia per Abimelek che per quelli di Sichem che scelsero un certo Gaal, figlio di Ebed, un servo, al suo posto.
Zebul il governatore della città, rimasto fedele ad Abimelk, lo avvertì e questi preparò un agguato contro le genti di Gaal.
Gaal fece una uscita dalla città, ma le sue bande furono sconfitte.

Capitolo 9, versetti 41-57
Zebul scacciò da Sichem Gaal e Abimelek combatté contro la città, uccise il popolo, la distrusse e la cosparse di sale.
I capi della città si nascosero nei sotterranei del tempio di El Berit e Abimelek raccolta molta legna dai monti vicini appiccò il fuoco attorno al sotterraneo e vi morirono tutti.
Poi cinse d'assedio una città vicina a sud di Sichem, ove evidentemente s'erano rifugiati alcuni scampati o perché questa città aveva dato man forte a quelli di Sichem, e qui Abimelek incontra la morte nell'episodio della pietra lanciata da una donna.

L'unico figlio di Gedeone salvatosi, cioè restato integro, dalla strage fatta di loro dal fratellastro Abimelek è Iotam , il figlio minore.
Già il nome rivela la sua sorte, infatti, "sarà a portarsi integro ".
Sotto l'aspetto di considerare possibile che il testo esterno presenti come seconda pagina una profezia cristologia, quel nome Iotam porta a pensare al Crocifisso che:
  • "fu portato in croce dai viventi ";
  • "fu a portare dalla croce l'acqua, la vita, la Madre ";
  • "fu a portarsi mite ".
Se si considera poi che il nome Abimelek conduce all'idea "col Padre stare nel Regno " vi sono già i presupposti per lo scrittore del testo di poter preparare un testo messianico.

Altro nome che ha una grande importanza nel racconto è quello di Sichem "Shecoem" , città a 65 km a nord di Gerusalemme nella sella tra i monti Ebal e Garizim ove passava una importante via commerciale, allora al limitare dei territori delle tribù di Efraim e Manasse.
La località fa ricordare il brano del libro del Deuteronomio: "Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso, tu porrai la benedizione sul monte Garizim e la maledizione sul monte Ebal. Questi monti si trovano appunto oltre il Giordano, dietro la via verso occidente, nel paese dei Cananei che abitano l'Araba di fronte a Gàlgala presso le Querce di More." (Deuteronomio 11,29s)

La città passò pacificamente nelle mani di Giosuè e fu il più antico centro religioso Israelita.
Fu, infatti, a Sichem che Giosuè (Giosuè 24) rinnovò l'alleanza o berit del Sinai.
Il nome della città di Sichem e ricordata per 25 volte nel testo ebraico del capitolo 9 dei Giudici.
Le lettere di quel nome sotto l'aspetto messianico ci parlano:
  • di "accendere la rettitudine nei viventi ";
  • della "resurrezione anelata ()".
Anche da questo racconto del capitolo 9 del libro dei Giudici pare come se la Torah non fosse stata ancora nota agli Israeliti e sembra doversi concludere che fosse del tutto dimenticata.
Soltanto nella conclusione del capitolo si commenta che la mala sorte capitata ad Abimelek e ai sichemiti sarebbe connessa ad una sorta di punizione divina per l'aver sparso il sangue dei figli di Gedeone.

Scopo di questo articolo non è però inteso ad approfondire aspetti del personaggio di Abimelek, ma di cercare tracce che manifestino la disposizione del testo ad un messaggio di secondo livello e poi di rivelarlo.
Di specifico su Abimelek nei prossimi paragrafi presento il racconto del capitolo 9 del libro dei Giudici secondo la traduzione C.E.I. dal quale si possono trarre tutti gli elementi disponibili per conoscere le sue vicende.
Li presenterò, però, con alcuni commenti con cui sottolineo tracce che mi hanno indotto a pensare che potesse esserci un racconto nascosto relativo al Messia.

PRIMA PARTE - ABIMELEK RE A SICHEM
Giudici 9,1 Ora Abimelek, figlio di Ierub-Baal, andò a Sichem dai fratelli di sua madre e disse a loro e a tutta la parentela di sua madre:

Giudici 9,2 Riferite a tutti i signori di Sichem: È meglio per voi che vi governino settanta uomini, tutti i figli di Ierub-Baal, o che vi governi un solo uomo? Ricordatevi che io sono delle vostre ossa e della vostra carne.

Giudici 9,3 I fratelli di sua madre riferirono a suo riguardo a tutti i signori di Sichem tutte quelle parole e il loro cuore si piegò a favore di Abimelek, perché dicevano: È nostro fratello.

Giudici 9,4 Gli diedero settanta sicli d'argento, presi dal tempio di Baal-Berit; con essi Abimelek assoldò uomini sfaccendati e avventurieri che lo seguirono.

Giudici 9,5 Venne alla casa di suo padre, a Ofra, e uccise sopra una stessa pietra i suoi fratelli, figli di Ierub-Baal, settanta uomini. Ma Iotam, figlio minore di Ierub-Baal, scampò, perché si era nascosto.

Giudici 9,6 Tutti i signori di Sichem e tutta Bet-Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimelek, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem.

Giudici 9,7 Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizìm e, alzando la voce, gridò: Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi!

Giudici 9,8 Si misero in cammino gli alberi per ungere un re su di essi. Dissero all'ulivo: Regna su di noi.

Giudici 9,9 Rispose loro l'ulivo: Rinuncerò al mio olio, grazie al quale si onorano dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?

Giudici 9,10 Dissero gli alberi al fico: Vieni tu, regna su di noi.

Giudici 9,11 Rispose loro il fico: Rinuncerò alla mia dolcezza e al mio frutto squisito, e andrò a librarmi sugli alberi?

Giudici 9,12 Dissero gli alberi alla vite: Vieni tu, regna su di noi.

Giudici 9,13 Rispose loro la vite: Rinuncerò al mio mosto, che allieta dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?

Giudici 9,14 Dissero tutti gli alberi al rovo: Vieni tu, regna su di noi.

Giudici 9,15 Rispose il rovo agli alberi: Se davvero mi ungete re su di voi, venite, rifugiatevi alla mia ombra; se no, esca un fuoco dal rovo e divori i cedri del Libano.

Giudici 9,16 Voi non avete agito con lealtà e onestà proclamando re Abimelek, non avete operato bene verso Ierub-Baal e la sua casa, non lo avete trattato secondo il merito delle sue azioni.

Giudici 9,17 Mio padre, infatti, ha combattuto per voi, ha esposto al pericolo la sua vita e vi ha liberati dalle mani di Madian.

Giudici 9,18 Voi invece siete insorti oggi contro la casa di mio padre, avete ucciso i suoi figli, settanta uomini, sopra una stessa pietra e avete proclamato re dei signori di Sichem Abimelek, figlio di una sua schiava, perché è vostro fratello.

Giudici 9,19 Se dunque avete operato oggi con lealtà e onestà verso Ierub-Baal e la sua casa, godetevi Abimelek ed egli si goda voi!

Giudici 9,20 Ma se non è così, esca da Abimelek un fuoco che divori i signori di Sichem e Bet-Millo; esca dai signori di Sichem e da Bet-Millo un fuoco che divori Abimelek!

Dalla lettura del racconto, come ho evidenziato in grassetto, mi hanno colpito alcuni elementi ripetuti più volte:
  • settanta, i fratelli di Abimelek uccisi e i sicli, o meglio pezzi d'argento, anticipati dai sichemiti, il tutto ripetuto 4 volte (versetti 2, 4, 5 e 18);
  • ungere un re, concetto ripetuto due volte (versetti 8 e 15) rafforzato da "regna su di noi", ripetuto tre volte (versetti 10, 12 e 14);
  • albero/i ripetuto 8 volte (versetti 8-15);
  • ulivo, vite e fico ripetuti 2 volte;
  • rovo, ripetuto 3 volte.
In ebraico settanta è "shibe'im" nelle cui lettere singole o a gruppi separati sono indicati vari concetti:
  • la risurrezione ;
  • lo stare in esilio () ;
  • le rovine ;
  • le preghiere ;
  • una luce sulla casa si vede dove sta a vivere .
Ungere "meshiach" porta in modo chiaro all'idea del Messia "salverà () dalla tomba ", "i viventi risorgerà dalla tomba ".
Albero/i "'es" , "'esim" porta a pensare al legno della croce.
Ulivo "zit" , fico "t'enah" , vite "gapoen" sono tutti alberi che la tradizione ebraica collega con l'albero della vita del Paradiso terrestre.

Tutti questi alberi ci parlano del Messia:
  • ulivo "zit" "ferito/colpito sarà in croce ";
  • fico "t'enah" "il Crocifisso originerà energia per il mondo ";
  • vite "gapoen" "scorrerà dal Verbo l'energia ".
Le lettere della parola rovo o pruno "ha'atad" (su cui bisogna operare piano piano, o meglio lentamente o dolcemente con la mano , una spiegazione del significato della parola) riferite al Cristo portano al pensiero "nel mondo originerà dal cuore l'aiuto ".

Ho, perciò, provato con il mio criterio a decriptare il secondo dei versetti in cui ci sono le parola ungere e rovo, il 9,15, con il seguente risultato.

Giudici 9,15 - Rispose il rovo agli alberi: Se davvero mi ungete re su di voi, venite, rifugiatevi alla mia ombra; se no, esca un fuoco dal rovo e divori i cedri del Libano.





Giudici 9,15 - Portati che saranno dall'Unico vivi , col corpo entreranno nell'Unico nel cuore avendo sbarrato la maledizione che per l'albero (del bene e del male) ci fu per i viventi all'origine . La vita dentro dell'Unico nei morti riverrà (). A rivivere per il Messia saranno i viventi . Verranno () a stare potenti nel Regno dell'Altissimo come vivevano dentro all'origine . Li porterà nell'assemblea convertiti . Giù il serpente sarà stato portato dal primogenito nei viventi annullato , ne avrà finito giù l'origine del peccare . Dell'angelo (ribelle) entrato all'origine nei cuori l'impurità () finirà unitamente alla prigione . In bella forma questi saranno a rientrare del Potente a casa da figli .

Giudici 9,15 - Portati che saranno dall'Unico vivi, col corpo entreranno nell'Unico nel cuore avendo sbarrato la maledizione che per l'albero (del bene e del male) ci fu per i viventi all'origine. La vita dentro dell'Unico nei morti riverrà. A rivivere per il Messia saranno i viventi. Verranno a stare potenti nel Regno dell'Altissimo come vivevano dentro all'origine. Li porterà nell'assemblea convertiti. Giù il serpente sarà stato portato dal primogenito nei viventi annullato, ne avrà finito giù l'origine del peccare. Dell'angelo (ribelle) entrato all'origine nei cuori l'impurità finirà unitamente alla prigione. In bella forma questi saranno a rientrare del Potente a casa da figli.

SECONDA PARTE - SICHEM CONTRO ABIMELEK
Giudici 9,21 - Iotam corse via, si mise in salvo e andò a stabilirsi a Beèr, lontano da Abimelek, suo fratello.

Giudici 9,22 - Abimelek dominò su Israele tre anni.

Giudici 9,23 - Poi Dio mandò un cattivo spirito fra Abimelek e i signori di Sichem, e i signori di Sichem si ribellarono ad Abimelek.

Giudici 9,24 - Questo avvenne perché la violenza fatta ai settanta figli di Ierub-Baal ricevesse il castigo e il loro sangue ricadesse su Abimelek, loro fratello, che li aveva uccisi, e sui signori di Sichem, che gli avevano dato man forte per uccidere i suoi fratelli.

Giudici 9,25 - I signori di Sichem tesero agguati contro di lui sulla cima dei monti, rapinando chiunque passasse vicino alla strada. Abimelek fu informato della cosa.

Giudici 9,26 - Poi Gaal, figlio di Ebed, e i suoi fratelli vennero e si stabilirono a Sichem e i signori di Sichem riposero in lui la loro fiducia.

Giudici 9,27 - Usciti nella campagna, vendemmiarono le loro vigne, pigiarono l'uva e fecero festa. Poi entrarono nella casa del loro dio, mangiarono, bevvero e maledissero Abimelek.

Giudici 9,28 - Gaal, figlio di Ebed, disse: Chi è Abimelek e che cosa è Sichem, perché dobbiamo servirlo? Non dovrebbero piuttosto il figlio di Ierub-Baal e Zebul, suo luogotenente, servire gli uomini di Camor, capostipite di Sichem? Perché dovremmo servirlo noi?

Giudici 9,29 - Se avessi in mano questo popolo, io scaccerei Abimelek e direi: Accresci pure il tuo esercito ed esci in campo.

Giudici 9,30 - Ora Zebul, governatore della città, udite le parole di Gaal, figlio di Ebed, si accese d'ira

Giudici 9,31 - e mandò in segreto messaggeri ad Abimelek per dirgli: Ecco, Gaal, figlio di Ebed, e i suoi fratelli sono venuti a Sichem e sollevano la città contro di te.

Giudici 9,32 - Alzati dunque di notte con la gente che hai con te e prepara un agguato nella campagna.

Giudici 9,33 - Domattina, non appena spunterà il sole, ti alzerai e piomberai sulla città mentre lui con la sua gente ti uscirà contro: tu gli farai quel che riterrai opportuno.

Giudici 9,34 - Abimelek e tutta la gente che era con lui si alzarono di notte e tesero un agguato contro Sichem, divisi in quattro schiere.

Giudici 9,35 - Gaal, figlio di Ebed, uscì e si fermò all'ingresso della porta della città; allora Abimelek uscì dall'agguato con la gente che aveva.

Giudici 9,36 - Gaal, vista quella gente, disse a Zebul: Ecco gente che scende dalle cime dei monti. Zebul gli rispose: Tu vedi l'ombra dei monti e la prendi per uomini.

Giudici 9,37 - Gaal riprese a parlare e disse: Ecco gente che scende dall'ombelico della terra e una schiera che giunge per la via della Quercia dei Maghi.

Giudici 9,38 - Allora Zebul gli disse: Dov'è ora la spavalderia di quando dicevi: Chi è Abimelek, perché dobbiamo servirlo? Non è questo il popolo che disprezzavi? Ora esci in campo e combatti contro di lui!

Giudici 9,39 - Allora Gaal uscì alla testa dei signori di Sichem e diede battaglia ad Abimelek.

Giudici 9,40 - Ma Abimelek lo inseguì ed egli fuggì dinanzi a lui e molti uomini caddero morti fino all'ingresso della porta.

Elementi ripetitivi che ho evidenziato sono i nomi di:
  • Gaal ben 8 volte, con l'insistere per 5 volte, ripetendo "Gaal, figlio di Ebed" pur se non sempre necessario;
  • Zebul per 6 volte. Gaal figlio di Ebed è "Ga'al ben 'Ebed" sono parole con lettere dense di significato pensando alle vicende di Gesù Cristo, ad esempio:
    "cammina dall'alto il Figlio , il Servo ",
    "scorrere si vede dal cuore energia dal Servo ".
Questo Gaal associato alle lettere del nome di Zebul fa pensare che quella energia "dalla ferita da dentro guizza ".

Propongo con tali pensieri la decriptazione del versetto 9,30.

Giudici 9,30 - Ora Zebul, governatore della città, udite le parole di Gaal, figlio di Ebed, si accese d'ira.




Giudici 9,30 - Porterà a ristare con la risurrezione nei viventi la forza , dentro il serpente brucerà nei corpi , fuori la rovina dei corpi verrà (). Chi s'insinuò () nei corpi sarà a scappare per l'azione dai cuori , l'energia il servo porterà , sarà nelle tombe la guarigione portata .

Giudici 9,30 - Porterà a ristare con la risurrezione nei viventi la forza, dentro il serpente brucerà nei corpi, fuori la rovina dei corpi verrà. Chi s'insinuò nei corpi sarà afflitto, scapperà per l'azione dai cuori, l'energia il servo porterà, sarà nelle tombe la guarigione portata.

TERZA PARTE - MORTE DI ABIMELEK
Giudici 9,41 - Abimelek ritornò ad Arumà e Zebul scacciò Gaal e i suoi fratelli, che non poterono più rimanere a Sichem.

Giudici 9,42 - Il giorno dopo il popolo di Sichem uscì in campagna e Abimelek ne fu informato.

Giudici 9,43 - Egli prese la sua gente, la divise in tre schiere e tese un agguato nella campagna: quando vide che il popolo usciva dalla città, si mosse contro di loro e li batté.

Giudici 9,44 - Abimelek e la sua schiera fecero irruzione e si fermarono all'ingresso della porta della città, mentre le altre due schiere si gettarono su quelli che erano nella campagna e li colpirono.

Giudici 9,45 - Abimelek combatté contro la città tutto quel giorno, la prese e uccise il popolo che vi si trovava; poi distrusse la città e la cosparse di sale.

Giudici 9,46 - Tutti i signori della torre di Sichem, all'udir questo, entrarono nel sotterraneo del tempio di El-Berit.

Giudici 9,47 - Fu riferito ad Abimelek che tutti i signori della torre di Sichem si erano adunati.

Giudici 9,48 - Allora Abimelek salì sul monte Salmon con tutta la gente che aveva con sé; prese in mano la scure, tagliò un ramo d'albero, lo sollevò e se lo mise in spalla, poi disse alla sua gente: Quello che mi avete visto fare, fatelo presto anche voi!

Giudici 9,49 - Tutti tagliarono un ramo ciascuno e seguirono Abimelek; posero i rami contro il sotterraneo e lo bruciarono con quelli che vi erano dentro. Così perì tutta la gente della torre di Sichem, circa mille persone, fra uomini e donne.

Giudici 9,50 - Poi Abimelek andò a Tebes, la cinse d'assedio e la prese.

Giudici 9,51 - In mezzo alla città c'era una torre fortificata, dove si rifugiarono tutti gli uomini e le donne, con i signori della città; vi si rinchiusero dentro e salirono sul terrazzo della torre.

Giudici 9,52 - Abimelek, giunto alla torre, l'attaccò e si accostò alla porta della torre per appiccarvi il fuoco.

Giudici 9,53 - Ma una donna gettò giù il pezzo superiore di una macina sulla testa di Abimelek e gli spaccò il cranio.

Giudici 9,54 - Egli chiamò in fretta il giovane che gli portava le armi e gli disse: Estrai la spada e uccidimi, perché non si dica di me: L'ha ucciso una donna! Il giovane lo trafisse ed egli morì.

Giudici 9,55 - Quando gli Israeliti videro che Abimelek era morto, se ne andarono ciascuno a casa sua.

Giudici 9,56 - Così Dio fece ricadere sopra Abimelek il male che egli aveva fatto contro suo padre, uccidendo settanta suoi fratelli.

Giudici 9,57 - Dio fece anche ricadere sul capo della gente di Sichem tutto il male che essa aveva fatto. Così si avverò su di loro la maledizione di Iotam, figlio di Ierub-Baal.

Parole che ho considerato chiave in questo brano sono state città e torre.
Città "'ir", 6 volte e ci parla oltre che della città terrena della Città di Dio.
Torre "migddal", 7 volte contiene la parola "gloria" e porta al Signore della gloria e al pensiero della Sua risurrezione e del "vivere nella gloria " e del " vivere la sorte del Potente ".
C'è poi nel brano, al versetto Gd 9,53 una parola che porta chiaramente al momento della crocifissione dei racconti evangelici, il Golgolet il Golgota.
È questa parola rara nei testi biblici.
Oltre che in Giudici 9,53, infatti, si trova soltanto in:
  • Esodo 16,16 e 38,26, Numeri 1,2 e 18,20-22 e 3,47 nonché in 1Cronache 23,3-24 per dire per "per ciascuno", "a testa";
  • 2Re 9,35 ed 1 Cronache 10,10 per dire proprio "teschio o cranio".
Come significativo propongo la decriptazione proprio del versetto Giudici 9,53.

Giudici 9,53 - Ma una donna gettò giù il pezzo superiore di una macina sulla testa di Abimelek e gli spaccò il cranio.




Giudici 9,53 - Si portava per tutti la risurrezione nel cammino . Da quel primogenito la risurrezione uscì (quando) i fratelli lo crocifissero . Del Verbo il vigore del corpo spensero () innalzandolo (). Lo rividero () risorto quel primogenito a casa . Era il Re che avevano portato in croce . Il corpo su vennero () sul Golgota a portare .

Giudici 9,53 - Si portava per tutti la risurrezione nel cammino. Da quel primogenito la risurrezione uscì (quando) i fratelli lo crocifissero. Del Verbo il vigore del corpo spensero innalzandolo. Lo rividero risorto quel primogenito a casa. Era il Re che avevano portato in croce. Il corpo su vennero sul Golgota a portare.

Riporto ora di seguito tutta la decriptazione ottenuta.

DECRIPTAZIONE CAPITOLO 9 DEI GIUDICI
Giudici 9,1 - A portarsi fu il Potente da un retto (San Giuseppe). I padri erano stati re (Davidico). Da figlio si lanciò nella famiglia dall'alto. Entrò ad accendere del retto la matrice. La divinità da primogenito a chiudersi fu, in un primo la vita portò, ma era la Parola di Dio che era al mondo dai viventi a portarsi. Dio nella sposa viveva. L'aveva illuminata il Verbo che si chiudeva nell'arca col "sia" della prescelta. Il padre che era per quel primogenito la madre a portarsi a rifiutare con amarezza.

Giudici 9,2 - La Parola portò un angelo al padre. Ad ascoltare fu quel retto nel cuore che l'Altissimo aveva acceso in modo retto la vita. Per i viventi nel mondo nell'utero aveva portato dentro la potenza anelando di salvarli. Il Potente dentro la rettitudine nella madre aveva acceso che tra preghiere viveva. Il primogenito era stato acceso nella sposa, figlio gli sarà! Gli fu nella mente, la prendesse in moglie in casa quel retto, con la madre del primogenito vivesse per la vita. Illuminato dal Potente l'uomo il primogenito a nascondere aiutasse. Porterà un maschio la prescelta ai viventi in cui la rettitudine starà. L'albero della vita anelata si porterà nella carne. Così i viventi ad incontrare sarà.

Giudici 9,3 - Ed era la Parola a portarsi in un fratello primogenito di madre. L'Altissimo si portava in una casa che in ascolto era. La sposa col marito erano stati illuminati, l'anelavano. Dell'Unico la perfezione della Parola era in un vivente entrata, la divinità nel mondo si portava. Era in un utero il Potente di una retta madre da primogenito nascosto; nel corpo le stava. Il Padre sarà dal Regno con la rettitudine che sta nel primogenito i viventi a saziare. Ricominceranno a vivere per l'energia che porterà Lui.

Giudici 9,4 - Porterà dall'esistenza a finire l'energia che recò il serpente. Riporta nel settimo (giorno) a stare in un vivente la rettitudine che (il serpente) tolse via. In un vivente da tempio abiterà. Gli agirà nel cuore. Nella mente gli starà. L'indicazione porterà nell'esistenza di illuminato. Un agnello dentro al mondo vivrà del Padre. Sarà a vivere in cammino tra gli uomini. Sarà a vivere in un corpo obbediente. Sarà ai viventi a recare la parola nelle assemblee. Tra questi sarà a vivere e sarà del Potente la rettitudine a recare. Ai fratelli dal corpo sarà a recarla.

Giudici 9,5 - A riportarli sarà, a casa dal Padre saranno alla fine. Dal Padre sarà a condurli. Si vedrà far frutto dalla croce ove con perversità sarà ucciso. Verrà quel primogenito alla tomba ad essere portato. Dentro l'energia sarà a ristare nel corpo. Dentro gli agirà la potenza. Risorto a casa a rivederlo sarà la madre. A quel primogenito Gesù la potenza il Padre invierà. Dai fratelli il Crocifisso si riporterà. Sarà a riportarsi il Crocifisso nel corpo. Sarà a riportarsi integro. Dentro l'energia che sta nel corpo da dentro in azione guizzerà. Uscirà la riverserà dal cuore l'energia della rettitudine. Sarà l'energia dal ventre ad originare.

Giudici 9,6 - Portò la forza ad originare da un foro il Verbo e la rettitudine dal cuore dell'innalzato fu alla luce. La rettitudine con la madre portò per tutti. A casa rifù integro, potente, a riportarsi, desideroso fu in cammino di portarla e fu la madre del Potente la forza della rettitudine a recare. Venne dal Padre a stare nel Regno. Perché nel cammino ai popoli la divinità portasse inviò la madre giù da casa. La donna le moltitudini illuminò sulla retta vita.

Giudici 9,7 - Portata fu nel cammino per aiuto portare al Potente. Fu a portarsi ai confini la madre e fu nel cammino a recare la forza del Risorto. Dentro un corpo/popolo la donna concepì tra gli stranieri. Questi erano alle acque portati ove erano illuminati. L'iniziava allo sperare che il Potente si riportasse. Ed il diletto primogenito si riporterà era a dire. La potenza entrerà nei viventi con la risurrezione che in seno porterà. La divinità sarà dentro dell'Altissimo ad accendere con la rettitudine nei viventi. Portati sono all'ascolto, Dio sono ad anelare, in Dio entrare per starvi a vivere.

Giudici 9,8 - Nel mondo del Potente reca la rettitudine ad entrare nel cammino. Si portò fuori dal legno (della croce), fu con l'acqua a guizzare dal Messia che innalzato fu, uscì la vita con la madre che in cammino recò. Fu il primogenito in vita un corpo a recare. La potenza in questa c'era del Crocifisso di cui la parola reca retta nel mondo. L'Innalzato fu con gli apostoli a portarla.

Giudici 9,9 - A recare è per quel primo l'amarezza del serpente ad uscire. Con l'acqua ad uscire dalla ferita (quando) fu la madre. Entrato nel sepolcro, al Crocifisso fu a venire in aiuto la risurrezione. L'energia rifù nel primogenito a risorgerne il corpo. A casa rifù. Fu il glorioso a portare la divinità ad entrare a stare nella madre per recarla agli uomini. Fu la madre a portare nel mondo in cammino. Il Crocifisso fu la potenza agli apostoli a recare per agire. In alto dal mondo lo videro salire, ove sta a vivere.

Giudici 9,10 - A recare è l'origine dell'amarezza, portata al mondo dall'albero (del bene e del male) a stare nei viventi dal serpente, a finire. L'originò l'angelo (ribelle) entrato nel serpente. Retti saranno a venire, dal Regno è dell'Altissimo l'energia a riportare.

Giudici 9,11 - Si riporterà il Crocifisso, lo disse. Potente nel mondo tra i viventi, rientrato tutti l'incontreranno. Usciranno dai sepolcri tutti, saranno a rivenire dai morti. A versarsi saranno i riportati nel rivenuto dalla croce. Il frutto nel Crocifisso sarà ad entrare nel cuore. Dentro la perversità del serpente per la rettitudine avrà finito. Sarà la potente energia a riportarsi in azione. Nell'innalzato si vedranno salire per stare i viventi.

Giudici 9,12 - Portati che saranno nel primogenito i viventi nel corpo da un'asta aperto si vedranno salire. Sarà la vita del Potente a riscorrere nelle persone per la potenza della rettitudine che sarà rivenuta. I viventi accompagnerà, retti essendo, dall'Altissimo; tra gli angeli li porterà.

Giudici 9,13 - Li porterà il Crocifisso all'Unico. Vivi col corpo usciranno a vederlo. Su saranno i viventi a riuscire, gli scorreranno dalla persona. I nascostisi liberi tutti saranno a venire. Il Crocifisso sarà nel corpo a portare i risorti che saranno ad entrare a vivere nella gioia di Dio. Dal mondo saranno i viventi portati ad incontrarlo. Nella luce saranno i viventi portati ad entrare del Potente. Tra i retti col Crocifisso saranno del Potente i pascoli a vedere. L'innalzerà dal mondo, si vedranno su stare i viventi.

Giudici 9,14 - Condotti saranno dell'Unico i viventi a saziarsi. La sposa si vedrà salire per stare a vivere da Dio. Uscì dal primogenito dal cuore per sbarrare il serpente, l'afflisse per il Crocifisso nel mondo. Nel Regno dell'Altissimo con gli apostoli la condurrà.

Giudici 9,15 - Portati che saranno dall'Unico vivi, col corpo entreranno nell'Unico nel cuore avendo sbarrato la maledizione che per l'albero (del bene e del male) ci fu per i viventi all'origine. La vita dentro dell'Unico nei morti riverrà. A rivivere per il Messia saranno i viventi. Verranno a stare potenti nel Regno dell'Altissimo come vivevano dentro all'origine. Li porterà nell'assemblea convertiti. Giù il serpente sarà stato portato dal primogenito nei viventi annullato, ne avrà finito giù l'origine del peccare. Dell'angelo (ribelle) entrato all'origine nei cuori l'impurità finirà unitamente alla prigione. In bella forma questi saranno a rientrare del Potente a casa da figli.

Giudici 9,16 - Li porterà dal tempo ad entrare nell'Unico. A vivere a casa della Verità porterà ad abitare. Tutti vivi saranno in seno del Risorto che sarà stato a finire la morte. Nei viventi il serpente sarà stato arso. Riverranno dal Padre a stare nel Regno. Li porterà quel primo vivi nel cuore e a casa uscirà alla vista il dono. Integre dei popoli saranno le moltitudini in alto recate per vedere da vive la casa dove sta. Il Crocifisso li porterà da dove l'asta originò la piaga da cui scorse l'acqua e del Potente saranno alla porta. Saranno portati a vederne la luce. Sarà il Crocifisso i viventi ad accompagnare.

Giudici 9,17 - Beati tra gli angeli col vigore della vita col Padre staranno. Dall'Altissimo che anelavano li condurrà. Sarà stato bruciato il serpente dalla rettitudine venuta. L'angelo superbo che aveva recato nei viventi l'energia fuggirà. L'impurità sarà scesa per il rifiuto. Per l'oppressione in cui vivono i viventi sarà stato nel sangue punito.

Giudici 9,18 - Portò all'origine tutti nella putredine tra i morti i viventi, quando agendo da serpente dentro fu a segnarli. Dall'Unico da casa fu ad uscire, fu a portare la morte, ad uccidere li portò. L'Unico scelse che il Figlio fosse a recarsi nel settimo (giorno della creazione) fu a vivere nel primogenito Gesù. Il Potente Padre l'inviò dai fratelli per finire in tutti i viventi il serpente con la forza della rettitudine che recava. Venne dal Padre a stare in un vivente la potenza per spengere l'angelo, un primo che dai morti si riportasse. Gli agì nel cuore l'Altissimo che lo risorse. La rettitudine dalla piaga fu ai fratelli. Ci fu la rettitudine tra i viventi per Lui.

Giudici 9,19 - Portò un primo vivente che portandosi dentro dapprima dai morti si riportò a casa integro per la forza in seno della risurrezione. Fu in croce che dal seno la lanciò. Da dentro l'innalzato portò alla vista la madre. Da dentro fu il Crocifisso a recarla al mondo, fu a portarsi con l'acqua fuori dalla ferita aperta. Risorto vivo dalla tomba si riportò a casa. Il primogenito dentro fu alla madre la potenza della rettitudine a recare. Fu per il Risorto la madre in festa. La madre per Lui nel pianto viveva.

Giudici 9,20 - Portò quel primo la madre per annullare da tutti giù l'originario peccato. Del Padre fu il Regno ad indicare. L'originata rettitudine da rifiuto del Crocifisso agì sul serpente, fu un fuoco con retti viventi a recargli. Riverrà dentro l'esistenza il Crocifisso, tra i viventi potente si riporterà. Quel primo si porterà a finire giù il primo peccatore che dentro agì. Il serpente sarà bruciato dalla rettitudine nei viventi, si riporterà dentro lo stato d'integrità. La potenza riporterà delle origini ed alla fine dall'Unico tutti verranno. Del Padre saranno nel Regno.

Giudici 9,21 - Portati saranno tra gli angeli nei gironi. Vi saranno portati dal Crocifisso i viventi e saranno tra i puri nell'assemblea condotti. Sarà il Potente così dentro da luce, apertamente si porterà che era il Risorto. Dentro il Risorto visse in un vivente nella persona. Era in quel primogenito ad abitare colui che è il Re che i fratelli è stato a portare.

Giudici 9,22 - Avrà recato a stare i risorti col corpo dal Padre. Staranno nel Regno. L'innalzerà da Israele nel terzo (giorno dalla loro creazione); rinnovati saranno stati i viventi.

Giudici 9,23 - Avrà portato a stare con la risurrezione il vigore di Dio che entrando li ha cambiati. Avrà portato dal nascosto il male ad uscire; dentro c'era l'angelo (ribelle). Del Padre fu nei viventi in cammino a recare l'intelligenza. Della casa in alto fu ad illuminarli, ad anelarla li portò. Fu dentro la fortuna a riportare. A casa li innalzerà. Risorti, retti, a vivere nella casa del padre per stare nel Regno.

Giudici 9,24 - Nel cuore avrà portato i fratelli vivi. Nella pienezza nel settimo (giorno) saranno i viventi. Da figli saranno lanciati alla casa in alto. Per il portato sangue la vita potente il Risorto portò dal seno del Potente Padre. Fu il Regno per i fratelli ad essere aperto. I viventi beati entrandogli nel corpo in cammino all'Unico li condurrà. Integri li porterà in alto alla casa dell'Altissimo. Alla luce la rettitudine con l'acqua, di una donna il corpo dal petto versò e venne nell'esistenza in aiuto. Fu a portare la potenza per concepire nel cammino. Venne di fratelli ad essere portatrice.

Giudici 9,25 - Portata che sarà la risurrezione sarà reciso chi si portò dentro. Si vedrà il serpente essere bruciato dalla rettitudine nei viventi. Dei viventi con un'insidia fu in seno. Il serpente nel corpo della donna fu ad entrare. Entrato nei corpi fu i viventi a recarsi ad affliggere. Questi il serpente portò a venire in una prigione. Nelle donne dai corpi spazzò la purità. Dall'Altissimo uscirono i viventi, dentro sbarrò nei corpi la rettitudine e fu la sorte negativa dentro a stare nei viventi in cammino.

Giudici 9,26 - A portare fu da casa l'Unico in cammino dall'alto il Figlio che da servo si portò. Dai fratelli fu a portarsi e fu da un'ebrea a portarsi. A casa illuminò la retta madre che portò il "sia", dentro l'utero le si chiudesse. E dentro si portò ad abitare l'Altissimo accendendo di rettitudine la madre.

Giudici 9,27 - A portarsi fu giù in un primogenito e nel mondo del demonio entrò. A portarsi fu in una stalla e venne l'Agnello dalla madre a stare nel mondo dei viventi e fu in aiuto in un corpo la rettitudine recata. E fu vista una luce portarsi con grida di festa. Erano dalla madre a portarsi, stava sulla casa ove il primogenito recò. Dentro erano ad indicare che Dio nel mondo era entrato in un vivente. Portato era stato Il primogenito da una sposa, ma recato era stato il fuoco finale portato che porterà da forza da rovesciare sul serpente. La potenza gli reca l'Unico per finirlo. Il primogenito dentro sarà a regnare.

Giudici 9,28 - A portare era stato in un primo a vivere nel corpo in cammino in azione in un cuore l'energia in azione dentro al sangue stava del Padre. C'era in un vivente del Potente la rettitudine da portare ai viventi, lo sarà con la risurrezione anelata. La rettitudine sarà ad inviare il servo, l'energia porterà al mondo del potente padre. L'energia sarà alle moltitudini da innalzato a recare da una ferita da dentro guizzerà. Dal Verbo versata sarà in aiuto la porterà il Servo. Verrà da quel primo l'energia della risurrezione che sarà dalle tombe i viventi a riportare alla vista. Dentro sarà la risurrezione con la rettitudine ai viventi riportata, rivestiti (di quella) li porterà alla vista. L'angelo (ribelle) che agisce dentro avrà sbarrato, rifiutato. L'energia la grazia riporterà.

Giudici 9,29 - Ha portato in un vivente a stare la forza onde il drago verrà dai popoli ad uscire. Questi, che nel mondo abita, sarà sbarrato dalla forza. La porterà quel primo da un foro che gli sarà nel corpo aperto, verrà del Padre la forza nei viventi che il serpente arderà, sarà l'origine d'essere ribelli rifiutata, dentro ci risarà nei viventi la potenza della rettitudine. Le moltitudini schiere rette si riporteranno per salire all'Unico dal mondo.

Giudici 9,30 - Porterà a ristare con la risurrezione nei viventi la forza, dentro il serpente brucerà nei corpi, fuori la rovina dei corpi verrà. Chi s'insinuò nei corpi sarà afflitto, scapperà per l'azione dai cuori, l'energia il servo porterà, sarà nelle tombe la guarigione portata.

Giudici 9,31 - Portato sarà con la risurrezione il vigore, angeli saranno i viventi. Da Dio Padre a stare nel Regno dentro tutti con i corpi i viventi, avendo reciso il primo ribelle, tra gli angeli entreranno. In cammino in alto il figlio servo li porterà, dall'Unico a vivere li condurrà. Dentro quel primo staranno i salvati. Retti i viventi dal mondo li porterà ad uscire, l'invierà a vivere su con i corpi. Saranno i viventi a venire nella Città di lassù (la nuova Gerusalemme), essendo retti.

Giudici 9,32 - Li porterà dal tempo ad uscire, risorti, potenti, saranno dal Potente ad entrare, verranno portati dal mondo i popoli tra i beati. Per quel primo dall'oppressione e dalle insidie della casa del demonio usciranno.

Giudici 9,33 - Portati fuori saranno dal mondo a casa un mattino allo spuntare del sole tutti dal Risorto così saranno i viventi. Portatisi nel Verbo, i risorti nel cuore tutti saliranno alla Città ed entreranno tra gli angeli. Usciranno da Lui, si porteranno fuori i popoli. Felici verranno condotti, saranno a salire dal terribile Dio essendo retti portati a vederne la luce . Saranno stati dal colle portati ove di quel retto primogenito risorse il corpo crocifisso. I viventi a salire da quel primo saranno stati aiutati così.

Giudici 9,34 - Riportati obbedienti i viventi del Padre staranno nel Regno. Vi porterà da sposa i popoli. Da donna compagna i viventi porterà. Dalla notte usciti portati saranno all'Unico le moltitudini e in alto le risorte rette centinaia di moltitudini si vedranno entrare. Si vedrà di risorti un mare.

Giudici 9,35 - Portati saranno su. Dal quel primo scorreranno alla vista dal cuore tra gli angeli. Li ha serviti il Verbo crocifisso che dalle tombe li ha risorti. Il nemico fuori dalla Città, portati all'obbedienza col Padre staranno nel Regno. Porterà dal mondo i popoli. Tra i beati verranno condotti a vivere. Tra gli angeli entrerà chi viveva tra le insidie.

Giudici 9,36 - Saranno riportati con i corpi delle origini a camminare in alto, da quel primo crocifisso usciranno vedranno i viventi chi li ha portati. Era in quel primo a vivere nel corpo Dio che ha colpito dentro il serpente nel mondo. Dagli angeli uscito tra i popoli, scese, visse nel corpo di una donna fu nel mondo concepito, fu una madre a portarlo, fu in un primogenito a vivere nel corpo. Dal maledetto fu a portarsi per colpire chi corrompe venne. Su dai potenti all'aperto di un monte fu dai viventi quel primogenito crocifisso. Usci dal corpo del primogenito nel mondo la rettitudine. Da quel primo l'energia della risurrezione fu tra i viventi.

Giudici 9,37 - A portarla fu per far perire il peccare. L'aiuto scorse dall'innalzato. Un potente aiuto da dentro il corpo recò. Fu dal primogenito la vita dal corpo ad uscire, l'energia entrò in azione, nei viventi scese. Fu la madre dal seno che gli viveva nel cuore dentro a recare un corpo/popolo nel mondo. Per la terra portò un corpo la donna di fratelli che l'aiutano. Dentro il primogenito veste il corpo di rettitudine. Di Dio reca l'energia in seno e invia l'energia a stare nei viventi.

Giudici 9,38 - A recare fu per il primogenito a vivere un corpo che Dio è a portare. Per questo dentro al serpente guai escono. Del primogenito è la parola a recare. Dell'Unigenito la parola è ad affliggerlo, illumina le menti, finisce l'originaria ribellione. È ad iniziare dentro ad esistere un regno di retti. È con gli apostoli a servire, all'angelo (ribelle) reca nel mondo il rifiuto. Questa apre nel mondo tra i popoli la felicità. A centinaia in giro il Crocifisso nel mondo giù incontrano, inizia il tempo che la perversità esce per il combattimento che dentro gli porta.

Giudici 9,39 - Porta ad essere alzato il primo che camminò in alto dal Potente. Nella Persona c'era dentro l'Altissimo che risorse per la rettitudine che ai viventi aveva recato. Portato era stato il pane dal Padre che è vita per chi in cammino.
("Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo... Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me." Giovanni 6,51.57)

Giudici 9,40 - Scese il Verbo in Lui. Dentro sarà nel Regno a portarli, saranno tra gli angeli nei gironi i viventi, nella persona sarà a portarli e sarà il Verbo ad accompagnarli nell'assemblea del Potente. Dal Potente, cambiati dentro, saranno stati i viventi per sempre. Per il Verbo tutti dalle tombe usciranno, luminosi si vedranno i corpi.

Giudici 9,41 - Portati a ritornare dal Padre per starvi a vivere. Col Potente, tra i retti abiteranno con quel primo in alto. Dal mondo portati saranno (anche) gli stranieri dal Risorto avendo questi dentro rifiutato completamente il cammino in cui agiva il serpente e diverranno fratelli. In un giorno di sabato dentro si accenderà la rettitudine nei viventi.

Giudici 9,42 - Portati saranno fuori a stare i viventi l'indomani. Il Crocifisso li condurrà. Saranno a salire con quel primo dal mondo i popoli, usciti dal demonio. Dalla perversità risaranno nella fortuna portati al Potente Padre per stare nel Regno.

Giudici 9,43 - I condotti saranno a riversarsi nell'assemblea, col quel primo tutti entreranno i popoli e saranno stati divisi i viventi dal serpente nel terzo (il 3° giorno contando gli estremi, ossia nell'8° giorno, dal 6°della creazione del tempo che irruppe col peccato), usciranno dal corpo di quel primo risorto. Sarà stato dai viventi il portatosi che fu con insidia dentro, il demonio, ad uscire e saranno a vedere i portati, entrando, gli angeli. Usciti dal mondo i popoli condotti saranno stati su dall'Amen per entrare nella Città (di Dio) e saranno riversati in seno al Potente. Saranno ad entrare i viventi portati a stare dove anelavano.

Giudici 9,44 - Portati al Padre saranno stati i viventi, il serpente avendo arso nei corpi quel primo con la risurrezione. Saranno i viventi la moglie compagna. Ai viventi avrà recato il Verbo la risurrezione, dal cuore l'avrà recata. Portato sarà stato nei popoli dell'essere impuro il soffio a finire. Dal nascosto per il fuoco il nemico uscirà che la rovina nei corpi recava. Per il fuoco l'angelo (ribelle) sarà ad uscire dai corpi. Da moglie saranno i viventi del Verbo che risorta nel cuore condurrà in alto. In prigione, bruciato nelle moltitudini il demonio per la perversità, sarà stato arso nei viventi.

Giudici 9,45 - Porterà dal Padre a stare i viventi, potenti, retti angeli, col vigore della vita, dentro la Città da sposa saranno portati a vivervi gli usciti da Lui. Portati saranno dal Potente come volando col crocifisso. Entrando dalla città (di sotto) i portati verranno i popoli tra i beati. Da dentro usciranno dall'ucciso che portato fu in croce. (Ricorda Adamo che mentre dormiva uscì la sposa) Per salire verrà dal mondo un'azione di lancio e saranno (anche) gli stranieri alla vista ad entrarvi per vivere al Potente stretti.

Giudici 9,46 - E sarà dal Risorto in seno portata la sposa ad abitare in alto. Saranno a vivere nella gloria concordemente e saranno alla casa desiderata. Da Dio saliti con i corpi gli saranno in grembo, sarà in tutti la divinità, puri saranno tutti.

Giudici 9,47 - Portati saranno nella gloria del Padre a stare nel Regno, retti essendo. Nel mondo il Crocifisso li ha radunati e tutti a casa avrà innalzato a stare i viventi alla sorte del Potente accomunati.

Giudici 9,48 - Per portarsi ad aiutare l'Unico dentro fu in un vivente in cammino. Entrò in un corpo giù la potenza. In un vivente recò l'energia Lui e in una sposa agì. La vita in una donna nel corpo venne a recare. E fu a versarsi di nascosto dal padre (terreno) che era (di stirpe) regale. Venne a versarsi nel corpo. Nel sangue recava la fine dell'essere impuro e portò a starvi un Agnello. La prescelta illuminò. Che si portava, così la prescelta sentì che scendendo sarebbe stata madre portò il "sia". Le accese il primogenito. Nel mondo a portarsi fu il Nome dall'alto che l'illuminata anelava portare. E fu col primogenito a vivere nel corpo la divinità entrata in azione nella madre. La donna compagna una vita portava. Che madre usciva si vedeva essendoci il segno nel seno. Un dono per la prescelta fu, una vita concepita, ma lo vide un simile (a lei) retto con cui viveva e le portò lamenti.

Giudici 9,49 - A portatagli fu dell'Agnello l'indicazione che si portava in cammino. Che viveva nella sposa sentì. Sulla vita l'uomo illuminò del (suo) portarsi retto. Nel mondo si portava per stare in cammino e nel primogenito a chiudersi nel corpo era stato, il padre (terreno) ne sarà, disse. Da retto (Giuseppe) a portarsi fu. Il dono della vita portatasi dall'alto nel mondo giù nella mente gli fu (così) annunciato! Giù gli fu l'indicazione a recare l'Altissimo che entrava tra i viventi. Veniva giù nel corpo a stare nel grembo di una donna. A portarsi era in un uomo in cammino per vivere nella prigione dell'angelo (ribelle). Pose la gloria della risurrezione con la rettitudine in un vivente. Così di Dio il Verbo in un uomo si portava da una donna nel mondo.

Giudici 9,50 - A portare fu del Potente la rettitudine delle origini, dentro risarà tra i viventi in cammino. Per la maledizione finire in una famiglia giù portava a stare la grazia dentro in un'arca giù la recò, ci fu del Potente un vaso per aiutare il mondo.

Giudici 9,51 - Portava ai viventi la gloriosa forza nell'esistenza. Dentro completa recava la rettitudine in azione. Era in un corpo riportata a stare l'energia in pienezza, e la luce per i viventi uscì da una sposa. Un uomo fu in vita portato. Uscirono angeli con una luce ove stavano a vivere. Li aveva portati tutti sulla casa l'Altissimo fuori della città che portatasi s'era piena di pellegrini. Si portava dentro l'Eterno in un vivente col bastone per spazzare il serpente. Si portò dall'alto in cammino; fuggiranno fuori i viventi dalla sorte del serpente.

Giudici 9,52 - Portato fu nella famiglia il primogenito. Del primogenito alla casa furono dei re della comunità dei Magi alla porta. Accompagnati erano stati del pane alla casa (a Betlemme = casa del pane) e portatisi s'erano in cammino per una luce che avevano visto d'aiuto. Del Verbo l'indicazione che nascondeva aprirono i Magi. In aiuto il Potente la potenza aveva acceso per la guarigione; la portava dentro una donna.

Giudici 9,53 - Si portava per tutti la risurrezione nel cammino. Da quel primogenito la risurrezione uscì (quando) i fratelli lo crocifissero. Del Verbo il vigore del corpo spensero innalzandolo. Lo rividero risorto quel primogenito a casa. Era il Re che avevano portato in croce. Il corpo su vennero sul Golgota a portare.

Giudici 9,54 - A portare fu, versandola dal corpo quel primogenito, la madre. Concepirà la divinità nel mondo. La inviò al nemico con gli apostoli il Risorto. Quel primo al maligno li portò e sarà il primogenito della madre il corpo/popolo (che nascerà) ad accompagnare. La risurrezione la potenza al Verbo nella tomba al corpo dentro per la rettitudine gli riportò nella morte. Nel Crocifisso l'energia ci rifù, in persona si riportò, fu il primo a rivivere con un corpo portato potente. Fu una donna a concepire, in cammino ai confini del mondo la portò. E gli fu d'aiuto per riversare un corpo/popolo nel mondo che portò con gli apostoli al nemico. Un corpo gli portò ove è vivente il Crocifisso.

Giudici 9,55 - A portare è quel corpo/popolo il desiderare agli uomini di essere risorti i corpi. Di Dio la rettitudine ci sarà, dai morti al Padre per stare nel Regno li porterà. Sarà la potenza della rettitudine a recare agli uomini. La potenza dalla putredine alla vita li riporterà.

Giudici 9,56 - A portarli sarà dallo stare in esilio a Dio. Dal mondo saranno i viventi a venire da compagni del Crocifisso dal Padre. Saranno il regno dei beati a vedere da risorti. Dal mondo al Potente Padre saranno condotti. Nel Potente entreranno con i corpi. In cammino con quel primo alla fine del settimo (giorno) saranno le centinaia a vivere portate.

Giudici 9,57 - Avrà portato quel primo la perfezione. Il male avrà finito del primo angelo (ribelle). La gioia per la rettitudine nei viventi rientrerà. Il dono dentro della divinità entrerà a stare nei viventi. Li ricreerà, risorgendoli dalla morte per abitare con l'Unico. Per Dio saranno ad uscire dalla putredine potenti. La potenza del Crocifisso sarà a riportarli integri. Dal Figlio saranno le moltitudini innalzate.

PENSIERI SUL VANGELO DI GIOVANNI
Questo testo che ho ottenuto per decriptazione come seconda faccia dei 57 versetti del capitolo 9 del libro dei Giudici è pieno di spunti teologici.
Di per sé fornisce al lettore sufficienti ed ampi elementi da ponderare, perciò non mi soffermo ad evidenziare alcunché.
Faccio solo notare come l'idea della "incarnazione" viene ad emergere in tutta la sua importanza.
Invece di proseguire con considerazioni sul tema affronterò il discorso della incarnazione con altri pensieri nati però proprio in occasione dello scrutare questo passo del libro dei Giudici.

Il racconto di Giudici 9, tra l'altro, oltre agli elementi sottolineati e ripetitivi ci presenta anche varie parole importanti, ma isolate, di cui ho sottolineato solo la più evidente "cranio", "golgolet" che si trova al versetto 53.
Questa parola esprime con le lettere tutto il suo potenziale messianico in quanto lette con riferimento a Gesù dicono "a chi in cammino il Potente si rivelerà () col Crocifisso ".
Tanto è che il Vangelo di Matteo evidenzia che proprio vedendo come Gesù muore sulla croce: "Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: Davvero costui era Figlio di Dio!" (Matteo 24,54)

Altre parole importanti in Giudici 9 sono:
  • il monte Garizim al versetto 7;
  • ombelico al versetto 37 "tabbur"
  • via della Quercia dei Maghi idem al versetto 37.
Gli scavi della biblica Sichem presentati nel 1960 furono una conferma del racconto biblico del breve regno di Abimelek figlio di Gedeone, perché gli archeologi datarono la distruzione del tempio di Baal-Berith, menzionato in Giudici 9, proprio in accordo con quel racconto.
Sichem ai tempi di Gesù ricadeva in territorio samaritano e sappiamo che non correva buon sangue tra giudei e samaritani.
Per alcuni il villaggio di Sicar dove, secondo il racconto in Giovanni 4, Gesù incontrò la samaritana, era un abitato sorto vicino ai ruderi di Sichem ai piedi del monte Garizim.
Nel racconto della "Samaritana", infatti, vi è un cenno ai vecchi culti dei tempi di Giosuè, del patto a Sichem, di Gedeone e di Abimelek: "...Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare..." (Giovanni 4,19-20)
In stretto collegamento con tale pensiero sta il fatto che per il monte Garizim il versetto Giudici 9,37 riferisce la strana definizione di "ombelico della terra".
Evidentemente su quel monte c'era un santuario e nell'antichità andavano a ricevere oracoli come ricorda quella "via della Quercia dei Maghi".
Che senso ha un posto che sia nominato così, cioè "centro del mondo"?
Per gli antichi Greci il "centro del mondo", il metafisico punto immobile dal quale la realtà si manifesta, il luogo sacro per eccellenza, era il tempio di Apollo, a Delfi, l'Onfalo ("omphalos", ombelico) da cui uscivano gli oracoli.
Questo del cercare un punto cardine era un pensare universale.
Per la tradizione cinese, ad esempio, la "capitale dell'Impero" si trovava al "centro del mondo" ove sorgeva un albero che riunisce il Mondo Sotterraneo alla Terra e al Cielo.
Un posto del genere c'era anche a Roma presso l'ara del dio Vulcano vicino al Comitium, c'era l'Umbeliculus Romae.
Gerusalemme per gli ebrei fu poi lei la città celeste e terrestre.
In base al pensiero alchemico "come in cielo così in terra" la Gerusalemme terrena era immagine Città di Dio nei cieli.
In Lei, infatti, c'era il Tempio fatto secondo il modello che Dio aveva concesso di far vedere a Mosè per la tenda del convegno nei cieli e c'era un posto specifico ove entrava il Sommo sacerdote una volta l'anno immagine del Santo dei Santi celeste.
Solo due volte il testo biblico ebraico parla di "ombelico", "tabbur" .
Con lo stesso termine, infatti, Ezechiele definirà proprio e soltanto Gerusalemme dicendo di chi vi abita: "...che abita al centro (ombelico) della terra." (Ezechiele 38,12b)
La lettera secondo i significati attribuiti ai 22 segni ebraici in "Parlano le lettere" è un posto sigillato, un utero e è una cavità una cisterna, una prigione, indi come definizione di ombellico le lettere sono ben descrittive "posto sigillato che dentro porta nel corpo ".
Questa parola "tabbur" con le lettere ci parla però anche in termini figurati di un "Bene che si porterà in un corpo " e ciò ci porta al pensiero dell'incarnazione.
Tra l'altro, se con i criteri di far parlare le lettere si guardano quelle parole del versetto Giudici 9,37 "via della Quercia dei Maghi" si ha "via da dove Dio si porterà con gli apostoli dal seno () porterà energia ad inviare sarà acqua ".
Pare proprio che il racconto della "Samaritana" voglia cogliere a pieno questo pensieri che fuoriescono dal capitolo 9 dei Giudici.
È, infatti, estremamente improbabile, considerato che solo due volte nel testo masoretico si trova il termine ombelico che da parte di uno scrutatore attento della parola com'è il Giovanni autore dell'omonimo Vangelo non abbia voluto con quei versetti Giovanni 4,19.20 esaltare proprio il concetto dell'attesa dell'incarnazione che desta la parola ombelico.
Dio, il Signore con gli apostoli effettivamente in quel racconto del Vangelo di Giovanni si porta ai piedi del monte Garizim al villaggio di Sicar passando evidentemente per l'antica via della Quercia dei Maghi e lì profetizza alla donna facendo comprendere a chi si interessa di lettere che sta spezzando il nome di quella via: "...ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna." (Giovanni 4,14)
Queste parole, infatti, evocano subito da parte della donna l'incarnazione e, quindi, la figura del Messia: "So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa". (Giovanni 4,25)
L'attesa che dalla terra spuntasse il bene assoluto unico e atteso per l'uomo era nel pensiero e nelle preghiere fin dai tempi dei Salmi: "Quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il suo frutto". (Salmo 85,13)
Un "bene" deve uscire dalla terra ci porta al pensiero dell'ombelico e fa considerare come fosse atteso che la terra desse un prodotto particolare, come se, appunto, dovesse dal luogo ad una nascita.
Questa attesa era rinnovata ogni anno al momento del raccolto dei frutti della terra: "Ti lodino i popoli, Dio, ti lodino i popoli tutti. La terra ha dato il suo frutto. Ci benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra." (Salmo 67,6-8)
In questo Salmo, è vero si celebrano i frutti della terra, ma si attendeva: "Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto; perché si conosca sulla terra la tua via, fra tutte le genti la tua salvezza." (Salmo 67,2-3)
E Giovanni leggeva bene "la tua salvezza" dopo gli eventi di cui era stato spettatore al Golgota "Gesù crocifisso pur essendo retto ".
La prima cosa che appare del nascituro è la testa e la nascita dell'uomo nuovo, già attesa a Sichem sul monte Garizim, avvenne sul Golgolet, luogo del cranio, a Gerusalemme.
Si aspettava la nascita di questo uomo nuovo, del Messia, che sarebbe dovuto avvenire dall'ombelico della terra a Gerusalemme ove tra l'altro c'era anche un posto detto il luogo del cranio per la sua forma a modo di teschio.
Su quel punto spuntò l'albero, il legno della croce, albero vero di vita, che collegò inferi e cielo, su cui fu innalzato l'uomo nuovo.
Tra l'altro la tradizione pone proprio lì, sotto al Golgota anche il Santo Sepolcro da cui uscì l'uomo nuovo glorioso, il Risorto, e lì la stessa tradizione poneva la tomba di Adamo.
Quindi Gerusalemme collega il mondo dei morti lo Sheol dove scese il Signore Gesù a chiamare i patriarchi, il mondo dei vivi ed è il luogo della vera scala che porta al cielo, la croce gloriosa!

Alla luce di questi pensieri si può riguardare il brano del Vangelo di Giovanni sul processo di Gesù davanti a Pilato e sulla sua crocifissione.

Si legge al Capitolo 18 del Vangelo di Giovanni:

Giovanni 18,33 - "...Tu sei il re dei Giudei?"

Giovanni 18,36 - "Rispose Gesù: Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma "il mio regno non è di quaggiù".

Giovanni 18,37 - "Allora Pilato gli disse: Dunque tu sei re? Rispose Gesù: Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce".

In definitiva "io sono nato" sulla terra, ma "il Padre mio è re" cioè "' abi melek" vengo dal Regno di mio padre.

Giovanni 18,38 - Gli dice Pilato: Che cos'è la verità? E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: Io non trovo in lui nessuna colpa."
Questo discorso sulla verità ci riporta all'idea dell'ombelico della terra ed all'incontro con la Samaritana nostro punto di partenza, quando Gesù alla domanda di quella su dove si doveva adorare, risponde: "Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità". (Giovanni 4,24)
È da fare una piccola digressione sul termine "verità", concetto che in ebraico si esprime con la parola "'oemoet" .
Pensando all'Apocalisse, considerato che Lui, Gesù, il Cristo è "l'alfa e l'omega (ultima lettera dell'alfabeto greco)", il "primo e l'ultimo (prima e ultima lettera dell'alfabeto ebraico)" si ha che proprio Lui sottende gli estremi della parola verità. Lui, il vivente è la verità ed era là presente davanti a Pilato che lo interrogava.
Tenuto conto che le lettere indicano anche "uomo", la verità si può anche pensare al "primo uomo ", sottinteso l'uomo nuovo che deve spuntare sulla terra.
Questo discorso ci riporta al Salmo 85 (11-13):

"Misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno.
La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo.
Quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il suo frutto."

Il popolo, però, volle liberare un brigante Barabba.

Questo pensiero della nascita dell'uomo nuovo sorge ora evidente dal prosieguo di quel Vangelo ove, infatti, al capitolo 19 di Giovanni si legge:

Giovanni 19,1 - "Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare."

Giovanni 19,5 - "Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: Ecco l'uomo!"

Tutto vestito di rosso come il nuovo Adamo "Uno rosso " come nasce un bambino tutto rosso di sangue dalla placenta della madre.

Pilato ha conosciuto la verità, infatti conclude:

Giovanni 19,6 - "...Pilato... io non trovo in lui nessuna colpa."

Giovanni 19,7 - "Gli risposero i Giudei: Noi abbiamo una legge e secondo questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio."

Da ciò nasce la colpa di Pilato... non ha seguito la verità.

Su questo tema Gesù conosciamo la difesa verso i Giudei che allora volevano lapidarlo quando: "Rispose loro Gesù: "Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? (Giovanni 10,34-36)

Giovanni 19,16 - Pilato "Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso."

Giovanni 19,17 - "Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota".

Giovanni 19,19 - "Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei".

Lui è il Re!

C'è ancora qualcosa da cogliere sul pensiero giovanneo nei riguardi della verità proprio dallo stesso capitolo 19 del Vangelo del racconto della crocifissione che stiamo guardando.

"Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna, ecco il tuo figlio! Poi disse al discepolo: Ecco la tua madre! E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa." (Giovanni 19,25-27)

In ebraico madre è "'em" (ove = ).
Quella donna era la madre del Crocifisso quindi lei è la "verità".
Nel racconto della Samaritana si annunciano i nuovi adoratori "in Spirito e Verità" e al capitolo 16 del Vangelo di Giovanni sulla venuta del Paraclito si annuncia che verrà appunto lo Spirito di Verità.
"Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future." (Giovanni 16,13)
Giovanni è un vero adoratore e si è presa a casa sua la Verità.

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