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LETTERE EBRAICHE E CODICE BIBBIA...

 
TENSIONE DELL'EBRAISMO AD UNA BIBBIA SEGRETA

di Alessandro Conti Puorger
 
 

Sulla via tracciata dall'introduzione generale sul tema, con quanto esposto in "Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraiche", visito sinteticamente fatti storici inerenti i testi biblici, nella veste con segni dell'alfabeto ebraico, per verificare l'esistenza di un varco, di una tenue traccia e/o della possibilità di una lettura anche in altro modo del testo; vaglio le idee, presenti o residuali dell'ebraismo, sull'attesa di un testo segreto nel canone ebraico della Bibbia e le confronto con le "Regole di lettura del criptato biblico") e con i molteplici tentativi di decriptazione usati nel passato.

Approfondisco i seguenti punti:

- Sviluppo del testo dei libri ebraici dell'A.T.
- Vicende dei segni ebraici.
- Il giudaismo e la Torah orale.
- La Bibbia segreta cercata dalla cabbalà ebraica.
- Differenze del metodo di decriptazione e cabbalà.
- Isaac Newton cercava il testo segreto nella Bibbia.

SVILUPPO DEL TESTO DEI LIBRI EBRAICI DELL'A.T.
I libri della Bibbia sono stati scritti nell'arco del millennio, dal XIII al II sec. a.C.; peraltro, alcuni brani, hanno datazione anche più antica, come il salmo 104 che ricorda un inno al Sole del faraone Akenaton (1367-1350 a.C.) il che è evidente dal parallelo di alcuni versetti.

Inno ad Aton

Salmo 104
(Sviluppa la creazione come in Genesi 1)

Quando tu tramonti all'orizzonte occidentale,
La terra è in tenebre di morte...
Ogni leone esce dalla sua tana;
Tutti gli esseri striscianti, essi mordono.
All'alba quando tu sorgi all'orizzonte...
Scacci la tenebra...
Gli uomini si svegliano e si rizzano in piedi...
Tutto il mondo, essi compiono la loro fatica.
Come sono multiformi lette opere!
Esse sono nascoste alla vista dell'uomo.
O unico dio, di cui non v'è altro eguale,
Tu hai creato la terra secondo il tuo desiderio.
20 Stendi le tenebre e viene la notte
e vagano tutte le bestie della foresta;
 
21 ruggiscono i leoncelli in cerca di preda...
 
22 Sorge il sole, si ritirano
 
23 Allora l'uomo esce al suo lavoro
 
Per la sua fatica fino a sera.
 
24 O Signore, quanto sono multiformi
le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza
La terra è piena delle tue creature.

Sui libri del canone ebraico gli studiosi del settore ritengono che:
  • molti si sono formati con vari apporti;
  • il Pentateuco (tra questi il Genesi è il più recente), come ci è pervenuto, sia stato scritto in epoca posteriore ai fatti e non da Mosè;
  • secondo gli studi più aggiornati, sarebbero un mosaico di testi e documenti, un composto desunto da varie fonti ed adattato da più redattori alla somma di conoscenze precipue al tempo in cui la o le fusioni furono operate, piuttosto che a quelle in cui si svolsero i fatti;
  • dal complesso di tale antologia integrata e guidata, trapela un pensiero unitario, perché unitaria è la motivazione che ha condotto alla scelta dei brani ed alla forma ed ai contenuti di quelli storici.
È opinione diffusa che ci fu una raccolta organizzata di testi antichi verso il VI sec. a.C. ed il nucleo della Bibbia fu ("Indagine Storico-Critica dell'A.T." di Edward Lipinsky) costituito dal seguente grande ciclo:
  • Deuteronomio, che giustifica storicamente la dottrina dell'elezione d'Israele, delinea la costituzione teocratica e raccoglie ciò che attiene all'opera di Mosè;
  • Libro di Giosuè, che racconta l'istallarsi del popolo eletto in palestina;
  • Libro dei Giudici, che enumera la lunga serie delle apostasie e dei ritorni a Dio;
  • Libri di Samuele, che narrano l'inizio della crisi della teocrazia con il re Saul fino all'accettazione dell'idea di un sovrano con Davide;
  • Libri dei Re, che descrivono la decadenza di quest'ideale, iniziata già con Salomone, conclusasi col rigetto da parte di Dio del proprio popolo per mancanze di fedeltà.
Si tratterebbe di una raccolta curata in più tempi dai re d'Israele e poi di Giuda, come suggerisce il Deuteronomio (17,18): "...quando uno di questi (Re) s'insedierà sul trono regale, scriverà per suo uso in un libro una copia di questa legge secondo l'esemplare dei sacerdoti leviti."

Per i libri del Pentateuco, Gabriele Mandel, (archeologo, già docente del Politecnico di Torino) sostiene ("Salomone". SugarCo Edizioni): "...accennano a Mosè in questo senso, escludendo che ne sia l'autore per il fatto stesso che non parla in prima persona né s'identifica come estensore diretto. Trattano Mosè come un personaggio storico del passato, e parlano della terra di Canaan come si sarebbe potuto fare solo dopo la conquista."

Per contro non sono libri di storia in senso stretto, perché questa si propone di stabilire che cosa gli uomini abbiano fatto e in quali rapporti reciproci stiano le loro azioni; invece la Torah, educa al pensiero che alle azioni umane ed al loro concatenamento presiede un potere unico superiore che le dirige a fini determinati.
Il Pentateuco o Torah, e tutti i libri cosiddetti storici, a differenza della storia, spesso tralasciano nomi, date ed ignorano fatti che non abbiano un particolare significato, ed in quelli sui cui si sofferma, lo fa per attirare attenzione e per far meditare.
La Torah, per gli eventi contenuti riguarda gli eventi ebraico-egizio-cananei del XIII-XII sec. a.C., periodo dilatato poi dal Genesi, in modo mitico, a tempi preistorici fino alla creazione del mondo.

Il quadro storico è il seguente:
  • il nomadismo al tempo degli Hyksos nel XVII sec. a.C. di alcune famiglie d'Israele verso il delta orientale del Nilo;
  • con la cacciata dei "pastori" gli ebrei si trovano coinvolti;
  • l'oppressione e la schiavitù egiziana fu più dura sotto i Ramseti;
  • tale oppressione ai tempi di Merenpthah, successore di Ramsete II, causa l'insurrezione degli Ebrei, favorita forse da una guerra con i libici che provocò un disordine pubblico (vedi: "La resurrezione dei primogeniti");
  • avviene l'esodo, la rivelazione della Legge, la vita di 40 anni nel deserto, formativa del popolo.
Durante tale ampio periodo inizia e si conclude, con Mosè profeta-inviato, la prima battaglia tra Iahwèh ed il mondo degli idoli, rappresentati dal Faraone e da Edom, e la proclamazione del Dio unico contro il mondo pagano (storicamente iniziò con il faraone eretico Achenaton).
L'A.T. al riguardo parla di 430 anni di permanenza degli Ebrei in Egitto prima dell'evento esodo, cioè prima del faraone Merenpthah, perciò Giuseppe era vice faraone nel XVII sec. a.C., cioè nel periodo intermedio 1785-1575 a.C., XIII-XVII, dinastie che congruentemente sono riferite a governatori hyksos, re pastori.
Tra l'altro in "La civiltà egizia", di Alan Gardiner (Einaudi 1971), nel capitolo VII si legge che, furono trovati degli scarabei di tale periodo con inciso il nome di Ya'hob-her che "è difficile non accettare l'opinione comune che ricordassero il nome del patriarca Giacobbe", padre di Giuseppe.

I libri della Torah possono, però, contenere pagine scritte in tempi antichi a Mosè riferiti e vogliono far credere a tale asserzione, infatti:
  • "Mosè scrisse questa legge e la diede ai sacerdoti figli di Levi, che portavano l'arca dell'alleanza del Signore, e a tutti gli anziani d'Israele." (Dt. 31,9)
  • "Mosè scrisse quel giorno questo canto (di Mosè) e l'insegnò agli Israeliti." (Dt. 31,22)
  • "Quando Mosè ebbe finito di scrivere su un libro tutte le parole di questa legge, ordinò ai leviti che portavano l'arca dell'alleanza del Signore: Prendete questo libro della legge e mettetelo a fianco dell'arca dell'alleanza del Signore vostro Dio; vi rimanga come testimonio contro di te;" (Dt. 31,24-26)
  • "Il Signore disse a Mosè: Scrivi questo per ricordo nel libro e mettilo negli orecchi di Giosuè: io cancellerò del tutto la memoria di Amalek sotto il cielo!" (Es. 17,14)
  • "Mosè scrisse tutte le parole del Signore..." (Es. 24,4a)
  • "Quindi (Mosè) prese il libro dell'alleanza e lo lesse alla presenza del popolo." (Es. 24,7a)
Per assicurare la continuità della legge al dopo Mosè, nel libro di Giosuè è dichiarato:

Giosuè scrisse una copia della legge. (Gs. 8,32)
Giosuè scrisse queste cose nel libro della legge. (Gs. 24,26)

La letteratura rabbinica "Baba Batra" (14b, 15a) fa risalire:
  • la Torah (Gen. 1,1 - Dt. 34,4) a Mosè (che scrisse anche il libro di Giobbe, vissuto al tempo di Mosè - Rabbi Levi ben Lachma);
  • a Giosuè gli ultimi otto versetti della Torah e il suo libro (Dt. 34,5 - Gs. 24,28) che dopo la morte avrebbe portato a termine Eleasar, figlio d'Aronne, e suo figlio Pinchas (Gs. 24,29-33);
  • Samuele scrisse, Giudici e Rut e il suo libro (Gc. - 1 Sam. 28,2);
  • finito dal veggente Gad e dal profeta Nathan (1 Sam. 28,3 - 2 Sam. 24,25);
  • i due libri dei Re sarebbero stati redatti da Geremia;
  • Ezechia e il suo collegio scrissero Isaia, dato che il profeta fu assassinato e non avrebbe potuto scrivere il suo libro (Ascensione di Isaia 5,2 - Jebamot 49b - Sanhedrin 103b), nonché i Proverbi, il Cantico dei Cantici e il Qoelet; Prov. 25,1;
  • Geremia scrisse il suo libro e le Lamentazioni, ma gli uomini della Grande Congregazione scrissero i 12 profeti minori, (Abot 1,1) ed i libri sorti fuori del paese (Challa IV,8 - Gittin 8a) Daniele ed Ester;
  • David scrisse i salmi; ma anche con parti da altri;
  • Esdra scrisse il suo libro e la genealogia delle Cronache, salvo la propria e Neemia avrebbe completato l'opera.
La critica del XX secolo converge poi nel ritenere che il Pentateuco è la conseguenza dalla fusione di quattro stesure principali:
  1. La Raccolta Yahvista (per il nome con cui è chiamato Dio) opera di compilatori del regno di Giuda della stessa corte di Gerusalemme, dalla creazione del mondo al regno di Salomone. (Gli studiosi M. North, G. von Rad, R. de Vaux e A.Weiser suppongono che le fonti yahviste siano state scritte nel X sec. a.C.; G. Fohrer le ritiene degli anni 850-800 a.C., pur non escludendo il periodo di re Amasia 796-781 a.C., data che preferita anche A. Jepsen e S. Mowinckel.)
  2. La Raccolta Elohista (ove Dio è chiamato Elohim) fu compilata ad Efraim dopo la precedente ed andava dalla storia d'Abramo alla morte di Saul; fu forse compilata nel Regno d'Israele, riferita concordemente al periodo di re Geroboamo II (783-743 a.C.).
  3. Nel Documento Deuteronomico, si avverte la rielaborazione in opera unica di testi di Leggi precedenti (forse per volere di re Geroboamo II) per adattarle alla nuova sistemazione sociale del popolo ebraico, da nomade a sedentario e da un governo di sceicchi a centralizzato con casta di sacerdoti organizzata e commerci e transazioni artigianali. (Per A. Alt, - 1953 - è opera di scrittori del Nord sopravvissuti alla distruzione del Regno d'Israele - 722 a.C. - e fuggiti nel Regno di Giuda, dove uno scriba avrebbe ritoccato il testo nella seconda metà del VII sec. a.C.) È ritenuto che delle suddette raccolte il clero di Gerusalemme procedette ad un'unificazione e ad una generale revisione, che il sommo sacerdote Chelchia presentò al Re Giosia, e forse in ciò sta il "ritrovamento del libro della legg " (2 Re 23,25) nel Tempio (2 Re 22,8-10) al tempo (622 a.C.) di Giosia; ciò comportò una riforma religiosa che si estese alla Samaria e fu seguita della prima redazione dei libri di Giosuè, Giudici, Samuele, Re in cui furono raccolti e rielaborati i più antichi archivi regali.
  4. Nel Documento sacerdotale, somma di scritti d'autori diversi, redatto all'epoca dell'esilio in ambiente sacerdotale (586-538 a.C.) dei quali, secondo i critici, il sacerdote e scriba Esdra sul finire del V sec. a.C. diede una prima integrazione coordinata; si legge, infatti, in "Historia Ecclesiastica", V,8 d'Eusebio di Cesarea che riporta "Adversus Haereses", III, I.15 di Ireneo di Lione (135-200 d.C.): "... quando le Scritture furono distrutte nella cattività del popolo sotto Nabucodonosor e i Giudei tornarono nella loro terra dopo settanta anni, allora, all'epoca di Artaserse re dei Persiani, Egli ispirò Esdra, sacerdote della tribù di Levi a riscrivere a memoria tutti i detti dei profeti passati e di ricostruire per il popolo la Legge data tramite Mosè."
Esdra nel V sec a.C. giunse a Gerusalemme in veste di incaricato del re di Persia col titolo di safar, governatore in aramaico (ad Esdra la tradizione fa risalire la "prima sinagoga" il cui compito era interpretare la Torah come costituzione della comunità, attualizzandola ed integrandola con carattere giuridico, ed in tal modo alla Torah scritta s'aggiunsero le "halakah" ed alla Torah orale fu riconosciuta la stessa forza vincolante, vedi: "Il giudaismo e la Torah orale").
Si ebbe allora il compimento, vale a dire la stesura del Pentateuco qual è giunto sino a noi, dopo la scissione fra Giudei e Samaritani in data non definita tra il 432 e il 332 a C..
Di quest'ultimo periodo sono, infatti, i libri di Esdra e di Neemia, cui fecero seguito quelli delle Cronache; nello stesso tempo in forma autonoma si erano sviluppati i libri dei profeti e didattici.
Questa è la stesura dei libri della Bibbia che si è mantenuta inalterata fino ad oggi anche grazie all'opera dei Masoreti.
Augusto Segre (in "Mosè nostro maestro" - Editrice Esperienze, Fossano 1975), sull'autenticità di quella storia antica rivendicata dalla Bibbia, osserva: "...nessun'altra storia di popoli comincia con l'illustrare la nascita che avviene nelle peggiori condizioni in cui possa vivere un essere umano. È stato notato che nessun popolo avrebbe inventato un tal capitolo di storia, dove non si esaltano la nobiltà d'origine o addirittura un'origine divina, ma si parla di dolori e di gravi sofferenze, di persecuzione, di schiavitù, della privazione d'ogni dimensione umana."
In tale stesura, è però sigillata l'unitaria volontà d'attribuire tutto il messaggio originario a Mosè e nessuna voce discorde s'alza dai libri a tale suggerita idea, perciò il fatto che il testo sacro indichi l'origine dei propri primi scritti in quei lontani tempi prova che la cultura egiziana non fu dimenticata.
Le apocalissi, poi, che a partire dal III-II sec. a.C. sostituirono la profezia, presentano rivelazioni sul destino del mondo, sulla risurrezione e sulla vita nell'aldilà, ma l'unica apocalisse inclusa nel canone dell'A.T. ebraico è quella nel libro di Daniele ove (7,13) appare la figura (che alcuni ritengono d'influenza persiana) del Figlio dell'Uomo (idea ripresa ed ampliata dal libro apocrifo di Enoch) che si pone tra l'umano ed il divino e che diede adito nel medioevo a sviluppi cabbalistici.
La composizione del Libro di Daniele, probabilmente l'ultimo in ordine di tempo tra gli scritti accolti nel canone della Bibbia ebraica, è datata attorno al 165 a.C. (dopo inizia il periodo intertestamentario, costellato da una serie di scritti, definiti apocrifi, alcuni accolti nella Bibbia greca dei giudei della dispersione, e di questi taluni poi accettati dalla Chiesa cattolica, ma negati come canonici dai rabbini della Palestina ed i riformatori protestanti del XVI sec.).
La rigorosità, nel conservare e scrutare le scritture, dei farisei e degli esseni, dimostrata dai ritrovamenti di Qumran, e la cura nella conservazione di tradizioni orali, costituirono baluardo a miti e tendenze dualistiche manichee esterne al tessuto giudaico, il che fa ritenere che la fede nella risurrezione (nella Mishnah "Sanhedrin" X,1: "Le seguenti persone non prenderanno parte al mondo futuro: chi dice che la risurrezione dei morti non può essere dedotta dalla Torah"), l'angelogia e le idee escatologiche debbono trovare in qualche modo radici nelle Scritture canoniche ebraiche, cioè nella Torah scritta o segreta, ed hanno origini antiche e non provocate da credenze iraniche assunte nell'esilio babilonese.
In effetti, la letteratura apocalittica è piena di visioni e di interventi soprannaturali ed esprime in modo plateale ciò era atteso (ed era latente negli scritti antichi nelle lettere lette come geroglifico) in quanto la fede sulla risurrezione, con le dovute variazioni, trova appunto spunto dalla cultura egizia, sia pure con la radicale modifica d'estenderla a tutti gli uomini e non solo ai faraoni.
In definitiva, indipendentemente dal periodo di formazione dei vari libri del canone ebraico dei libri dell'A.T., Torah e tradizione indicano che un nocciolo di scritti fu prodotto nel XIII-XI sec. a.C., quando la scrittura alfabetica ancora non esisteva, ed il resto rimanda a quel tempo mitico e la forma dei testi, anche interna se esisteva, imita quelle parti che hanno evidentemente fatto scuola in tutti gli autori successivi perché riferiti a tempi storico-mitici fondanti.
Volendo, perciò, dar credito alla Torah, questa, con l'asserire d'essere stata scritta da Mosè, di fatto dice di sé che l'originaria stesura e/o i testi più antichi nella Bibbia non possono che essere stati scritti con i segni sinaitici, i cui geni si trovano negli ebraici da quelli sviluppatisi e poi passati ai Cananei.
Dall'epoca greca (forse già dalla persiana) fu iniziata dagli scribi l'opera di filtrazione dei testi (per confronto ai rotoli più antichi e certi, onde eliminare inserimenti, errori di copiatura e d'altro tipo) continuò dopo il 70 d.C. e dette luogo al testo biblico detto masoretico - da masorah, vale a dire della tradizione - testo già pressoché definitivo al termine del I sec. d.C. e che fu sempre più emendato da errori; venne poi anche dotato di versetti numerati e questo imponente raffinato lavoro, per costituire una siepe alla Torah, continuò fino al X sec. d.C..
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