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CHI PARLÒ CON I PATRIARCHI?
Sono da tenere presenti e valutare in tutto il loro peso le autorevoli asserzioni di Gesù nel Vangelo di Giovanni:
- 6,18 - "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio Unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato."
- 6,44 - "Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno
- 6,65 - nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio".
In tal modo Gesù ci rivela che tutti gli incontri, i colloqui, le visioni che personaggi dell'Antico Testamento hanno avuto con la divinità, sono rivelazioni da parte del Padre tramite il Figlio che ha operato per l'amore che li cementa, cioè lo Spirito Santo.
Il Figlio oltre che Dio è un inviato dal Padre!
Se si legge la parola figlio "ben"
in ebraico con le lettere riferite alla divinità si ottiene anche chi:
- da casa/da dentro
inviato
,
dal "seno del Padre" come in Giovanni 1,18;
- dentro
ha l'energia
(del padre).
La parola ebraica specifica di inviato, invece, è "mal'ak"
e questa può dar luogo ad equivoci, infatti, un messaggero mandato da un uomo o da Dio in ebraico ha tale unica traduzione, "mal'ak", e può significare sia messaggero, sia angelo.
Ad esempio, in Genesi 32,2-4 si legge: "Mentre Giacobbe continuava il viaggio, gli si fecero incontro gli angeli
di Dio. Giacobbe al vederli disse: Questo è l'accampamento di Dio e chiamò quel luogo Macanaim. Poi Giacobbe mandò avanti a sé alcuni messaggeri
al fratello Esaù, nel paese di Seir, la campagna di Edom."
Come si vede sia gli angeli che gli uomini sono messaggeri, quindi, entrambi angeli, solo che i primi sono angeli di Dio e i secondi angeli/messaggeri di Giacobbe.
Strano gli angeli di Dio al plurale sono
e gli umani sono
,
stesso trattamento di 'Elohi e 'Elohim.
Chi si porta da messaggero ha l'autorità del mandante, una delega piena.
Questo è anche il pensiero biblico, infatti, il termine "mal'ak"
con le lettere fornisce questi predicati:
- di "pienezza
vaso/contenitore
",
vale a dire riempito di poteri ovviamente del mandante;
- "della parola
()
di uno
vaso/contenitore
",
e siccome
è anche il numerale 1 ed indica un capo, il messaggero porta la parola di una autorità che ha potere, che comanda.
Ecco che i giudici umani in Israele erano anche detti "'elohim " com'è chiaro dal versetto Esodo 22,8 perché essi rappresentavano in pieno per delega della Torah "l'Elohim", Dio Padre anche se non erano Dio in persona.
È al proposito da ricordare il colloqui di Ietro e Mosè quando questi disse "...il popolo viene da me per consultare Dio" (Esodo 18,15) da cui il consiglio, "...sceglierai tra tutto il popolo uomini integri che temono Dio, uomini retti che odiano la venalità e li costituirai sopra di loro come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine. Essi dovranno giudicare il popolo..." (Esodo 18,21s)
Quel versetto Esodo 22,8, infatti, tratta di un ladro che il padrone di casa porta davanti a Dio, cioè i giudici delegati "...la causa delle due parti andrà fino a Dio: colui che Dio dichiarerà colpevole (per bocca del giudice) restituirà il doppio al suo prossimo."
Si trova spesso nei testi "Mal'ak YHWH", o "l'Angelo del SIGNORE" e "Mal'ak Elohim", cioè, "l'Angelo di Dio", come un angelo speciale in cui, prendendo con la dovuta radicalità quei versetti del Vangelo di Giovanni, Gesù s'identifica.
C'erto è che Gesù è il messaggero della divinità tutta intera in un modo reso captabile in qualche modo all'uomo e si presenta:
- prima dell'incarnazione, come uomini speciali, con angeli visibili, poi in un roveto, con un fuoco, una nube, ancora con una colonna di fuoco, una roccia che scaturisce acqua...;
- nella sua vita terrena con il corpo di Gesù di Nazaret;
- dopo la resurrezione col suo corpo glorioso;
- ora, col suo corpo mistico, la Chiesa.
Questa sarebbe l'esatta idea di quei termini "Mal'ak YHVH", o "Mal'ak Elohim", in quanto Gesù come Figlio di Dio ha la doppia veste di messaggero, cioè di angelo, e di divinità tutta intera, o meglio quanto visibile e percepibile all'uomo di Lei, cioè della vera divinità.
Poiché porta l'"autorità" di Dio, rappresenta Dio, ed è Dio, è propriamente YHWH.
Interessante è seguire nel testo masoretico quando è usato il termine "'Elohi".
Nel libro della Genesi si trova in:
- Genesi 26,24 - quando come "'Elohi" Dio si rivolse ad Isacco;
- Genesi 30,2 - ove Giacobbe dice a Rachele che è "'Elohi" che gli aveva negato i figli;
- Genesi 46,3 - in cui Dio come "'Elohi" si rivolge a Giacobbe-Israele.
Ciò vuol dire che i patriarchi e Mosè conobbero tutti lo stesso Dio nella dimensione di "'Elohi", che altri non era che lo stesso che si presentò a ciascuno di loro, come pure al padre di Mosè.
Questi era il Cristo dice San Paolo!
"Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare, tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo." (1Corinzi 10,1-4)
UNICA SOSTANZA: "Gesù Cristo, Figlio di Dio" (Marco 1,1)
"Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù" (1Timoteo 2,5)
DUPLICE NATURA: divina e umana, infatti, "...disse Gesù: Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto... Chi ha visto me ha visto il Padre... Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me...
Il Cristo è rappresentante anche dello stesso Spirito Santo, che non ha figura umana e per questo non è conosciuto, ma è puro Spirito come il Padre: "Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce..." (Giovanni 14,17s)
Di questa persona, puro spirito, nascosta, diceva il secondo versetto del Genesi "...lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque", in ebraico aleggiava è merachepoet
"per i viventi
alle menti
il nascosto
il Verbo
indicherà
!"
Nasce l'idea che nella Torah di fatto si sviluppi una rivelazione della divinità come Trinità come graduale esperienza.
È da ricordare l'episodio dei settanta anziani su cui scese lo Spirito del Signore: "Il Signore disse a Mosè: Radunami settanta uomini tra gli anziani d'Israele, conosciuti da te come anziani del popolo e come loro scribi; conducili alla tenda del convegno; vi si presentino con te. Io scenderò e parlerò in quel luogo con te; prenderò lo spirito che è su di te per metterlo su di loro, perché portino con te il carico del popolo e tu non lo porti più da solo." (Numeri 11,16s)