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di Alessandro Conti Puorger
 
 

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L'INIZIO DELLA RIVELAZIONE CON LA TORAH
La "Torah" o Pentateuco, perché in 5 libri, per la tradizione è la Sacra Scrittura da Dio stesso ispirata, che insegna come rapportarsi con Lui.
Ora, quel sacro testo, scritto in ebraico, così ha inizio:

"In principio Dio creò il cielo e la terra." (Genesi 1,1)

"Ber'eshit bara' 'Elohim 'et hashamaim v'et ha'aroets"



È nota l'attenzione che quei libri della "Torah" usano nell'impiego delle lettere che addirittura i "soferim" contano una per una per accertare che nessun errore vi sia nel testo liturgico rispetto ai testi campione più antichi, conservati e copiati attentamente per secoli e secoli, sì che testi di oltre 2100 anni, ritrovati nascosti in alcune grotte a Qumran vicino al Mar Morto, sono perfetti come quelli attuali usati dall'ebraismo nei riti sinagogali.
Proprio per questa loro attenzione all'uso delle lettere i rabbini si sono interrogati sul perché la "Torah" abbia a iniziare con la lettera = 2 della parola
"Ber'eshit", che ho indicato in azzurro, e non con la = 1, prima lettera dell'alfabeto.

Non trovando univoche e convincenti ragioni al riguardo, sono stati scritti vari "midrash" con idee di soluzioni.
Su tale questione sono anch'io arrivato a una conclusione che qui di seguito cerco di illustrare.

Cosa c'era prima della creazione?
Per chi crede nel "Creatore", solo l'Essere di Dio, il primo e solo della lista di quanto allora esisteva.
Il pensiero filosofico, per il "creare" ha coniato l'idea del "trarre dal nulla", ma tale modo di pensare per un teologo che crede nell'esistenza di Dio è imperfetto, perché prima della creazione il nulla non esisteva, c'era comunque, Dio, il Creatore, che occupava il tutto in qualsiasi possibile campo e piano esistenziale.
Era Lui il solo numero uno e in ebraico il numerale 1 è proprio la lettera "'alef" la prima dell'alfabeto, la prima lettera che poi forma il termine che lo definisce "Unico", vale a dire "'echad" .
Che Dio è Uno solo, ossia Unico è, infatti, il primo comandamento che ha Israele, detto dello "Shema'" che nella liturgia ebraica e nelle preghiere individuali (assieme al "Kaddish") è appunto la preghiera più recitata.

Questa preghiera è formata da vari brani della Torah: Deuteronomio 6,4-9; 11,13-21 e Numeri 15,37-41 e inizia con: "Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze..." (Deuteronomio 6,4s)

Quanto li in ebraico, traslitterato in italiano è: "Shema' Israel IHWH 'Oelohenu IHWH 'oechad..."

Nella Tenak o Bibbia ebraica quel versetto Deuteronomio 6,4 però è scritto in ebraico come qui di seguito, vale a dire con due lettere in grande, la "a'jin" , l'ultima di "Shema'" e la "dalet" , l'ultima di "'oechad" , che paiono proprio voler esaltare e ricordare il concetto e il termine "e'd" dell'Eterno e di eternità cui aspira chi desidera assolvere quel comandamento e che in definitiva promette questa Sacra Scrittura.



Questo comandamento unisce: "il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore" al concetto dell'amore "amerai il Signore tuo Dio".

"Uno solo" li è "'echad" e quelle lettere, in relazione ai significati grafici intrinsechi, parlano di un'unità raggiunta grazie all'essere stretti ottenuto nell'aiutarsi dandosi una mano , come se dei fratelli "'ach" si dessero una appunto un aiuto e tale concetto pare proprio implicare un amore fraterno.
(Si vedano i significati grafici delle lettere ebraiche di cui alle schede che s'ottengono cliccando a destra della Home di questo mio Sito sui simboli delle lettere stesse e si veda "Parlano le lettere".)

Quella di cui ci parla il termine "'echad" pare, quindi, essere proprio un'unità conseguita attraverso il legame indissolubile dell'amore!
Il comandamento dello "Shema'", lo conferma, in quanto, per l'alleanza con Lui non si può prescindere dal legame d'amore che s'esplica con quel "amerai il Signore tuo Dio" e chiama a unirsi a far parte, come alleati, alla sua divinità, foriera appunto d'eternità.

Il verbo "amare" in ebraico, ivi compreso l'amore fraterno e l'amicizia, ha il radicale e considerato, come detto, che la lettera "'alef" è anche il numerale 1, che la "bèt" è il numerale 2 e la lettera "he" ha il senso grafico di "aperto", sinteticamente si conclude che nel concetto di "amare" è implicito che l'1 si apra al 2, e viceversa.

Questo sarebbe il senso dell'amore, che da 2 divengano 1 solo, come al riguardo è allusivo quando Genesi 2,24 dice: "Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un'unica carne."

Amore e unità, insomma, sono concetti assoluti che non possono separarsi tra loro come del resto nel campo divino non sono divisibili quelli di giustizia e misericordia.
Nel Dio Unico circola l'amore che è il cemento dell'unione e il cristianesimo sintetizza tutto ciò nelle 2 persone dell'unica sostanza divina del Padre "'Ab" e del Figlio "Ben" o "Bar" unite dall'amore, la terza persona divina che da loro procede, lo Spirito Santo, "Ruach Qadosh" .
L'amore è una energia e graficamente con le lettere ebraiche l'energia è rappresentata dalla lettera "nun" = .
Il padre "'Ab" ama e si apre al 2 ed ecco il figlio "Ben" esce il frutto dell'amore.

Il verbo "creare", in senso filosofico, come ho detto, ha agitato i pensieri su una formazione del tutto dal nulla, ma in stretto senso teologico la creazione dal nulla è concetto inesatto, perché prima dell'atto creativo non esisteva il nulla, ma esisteva Dio che ha originato il tutto e lo conserva in un meraviglioso divenire.
Seguendo tale pensiero ecco che il creare è un libero volere di Dio di limitarsi per rendere possibile l'esistenza dell'altro facendogli in qualche modo uno "spazio".
Se poi il tutto è creato per un altro essere libero, l'uomo, a "immagine e somiglianza" del Creatore medesimo e non per un robot, il risultato è un atto d'amore di un Essere infinito, vale a dire un atto che ha valenza infinita.
A questo punto è da ricordare che l'intera Torah - Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio - è in definitiva un "libro", un "sefer", un rotolo unico che la tradizione attribuisce a Mosè, ma scritto sotto la guida di Dio che addirittura impresse le Tavole dell'Alleanza.
Mosè, infatti, fu a colloquio faccia a faccia con il Signore Dio per due volte 40 giorni e 40 notti e ricevette tutto l'insegnamento - "Torah" - da dare a al popolo in forma orale e anche scritta.
Al riguardo, infatti, accade che:

  • in Esodo 34,27 si legge: "Il Signore disse a Mosè: Scrivi queste parole, perché sulla base di queste parole io ho stabilito un'alleanza con te e con Israele" - poi lo stesso "...Signore scrisse sulle tavole le parole dell'alleanza, le dieci parole." (Esodo 34,28)
  • già in occasione del primo combattimento contro Amalek accadde che "Allora il Signore disse a Mosè: Scrivi questo per ricordo nel libro..." (Esodo 7,14)
Dio stesso perciò è considerato l'ispiratore e l'autore della "Torah" che, appunto evidentemente e volutamente inizia con quella lettera "bèt" = 2.
Ecco che l'Uno = 1 dai cieli spirituali apre all'altro = 2, ossia a una sua creatura speciale che vuole adottare come "figlio", con la trasmissione di tutta la "Torah" vale a dire sta dicendo che lo "ama" e che tutto quello che segue è opera Sua, il creato e la storia di salvezza che inizia con quel "libro" in cui, appunto, circola il Suo Spirito, ossia il suo amare e il suo amore.
Ecco che allora se si considera che con la "Torah", Dio l'1, ossia l' da cui tutto ha origine, entra nella storia e da inizio al principio "Ber'eshit" della creazione d'amore per la salvezza dell'uomo.
Questo, in definitiva, è il mio parere sul perché la "Torah" inizia con la lettera "bèt" .

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