BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2017  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheRacconti a sfondo biblico - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

RACCONTI A SFONDO BIBLICO...

 
NASCERE DALL'ALTO

di Alessandro Conti Puorger
 
 

VASI DI CRETA
Queste pagine di "Nascere dall'alto" sono sviluppo di quanto riportato in "I cieli aperti".
Avverto chi fosse la prima volta che ha trovato un mio articolo, che tratto in modo particolare i vocaboli ebraici dei Sacri Testi ebraici della Tenak, tutti inseriti nell'ambito della parte detta Antico Testamento della Bibbia cristiana.
Al riguardo sui perché propongo:
Com'è noto a chi è uso leggere la Bibbia, il libro più letto nel mondo, i capitoli 1 e 2 del primo libro che s'incontra, quello detto del Genesi, presentano due descrizioni della "creazione" o "formazione" del creato e delle creature, pagine che presentano significative differenze tra loro.
I biblisti ritengono che quelle due presentazioni discendano da due diverse fonti, la "Sacerdotale" al capitolo 1, ove opera Dio col nome di "'Elohim", e la "Iavista" al capitolo 2, perché qui opera il Signore Dio, "IHWH 'Elohim", fonti che dopo l'esilio babilonese ai tempi di Esdra e Neemia furono presentate assieme con alcuni versetti di raccordo quali 1,1-2 e 2,1-3.

Premesso che quella del capitolo 1 riguarda la creazione in VII tappe, chiamate giorni, e la seconda s'interessa più delle vicende avvenute nella 6a tappa in cui fu creato l'uomo, in ciascuna delle due descrizioni vi sono elementi importanti da tenere presenti, ma anche differenze sostanziali, quali nella:
  • "Sacerdotale" Dio crea il cielo e la terra, mentre la "Iavista" dà per scontata la loro creazione;
  • "Sacerdotale" Dio crea tutto il resto e fa l'uomo, mentre per la "Iavista" tutto il resto è formato;
  • "Iavista", l'uomo è formato prima degli animali, mentre nella "Sacerdotale" accade l'inverso;
  • "Iavista", la creazione è senza l'acqua, la quale sgorga dalla terra;
  • "Sacerdotale", l'uomo è la coppia maschio-femmina, nella "Iavista" la coppia diviene marito e moglie essendo istituito il matrimonio.
Il combinato dei due racconti in qualche modo, però, senza nulla escludere, è "l'insegnamento" completo, ossia "Torah" per Israele.
Da ciò pare doversi almeno ritenere l'insegnamento che:
  • da Dio proviene tutto ciò che esiste;
  • dalle descrizioni del processo di creazione o formazione non possono essere dedotti valori da assumere come verità scientifica;
  • si possono estrarre soltanto concetti aventi valore etico religioso ispirati da tenere presenti nel rapporto dell'uomo con Dio e le Sue creature;
  • l'uomo fu fatto da Dio con uno specifico atto di formazione diverso completamente da qualsiasi altra creatura esistente.
Provo a fare qualche commento sui seguenti versetti Genesi 2,4-7 che sono l'inizio della descrizione "Iavista" secondo la traduzione C.E.I. del 2008.
  • Genesi 2,4 - "Queste sono le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo;
  • Genesi 2,5 - nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c'era uomo che lavorasse il suolo;
  • Genesi 2,6 - ma una polla d'acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo;
  • Genesi 2,7 - Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente."
Quelle "origini" sono le "toledot" , vale a dire le "discendenze" venute dal cielo e dalla terra che dal Signore Dio furono "creati" o che il Signore Dio "fece"; nel versetto 4 ci sono, infatti, entrambi quei concetti come ho evidenziato in grassetto.
Rispetto alla "prima creazione" quella detta "Sacerdotale", qui nella "Iavista" non si parla di acqua e dei mari, ma dal versetto 5 risulta chiaro che Dio non aveva ancora fatto piovere e non c'erano ancora i vegetali. Per questi motivi si parla di creazione a "secco".

Il versetto 6 poi, secondo la traduzione C.E.I., direbbe di una "polla d'acqua" che sgorgava dalla terra.
Altre versioni parlano di un vapore umido o bruma che saliva dal suolo, mentre nel testo ebraico è scritto che era una "'ed" che saliva, termine che si trova poi solo in Giobbe 36,27 "Egli attrae in alto le gocce d'acqua e scioglie in pioggia i suoi vapori", tradotta con vapori o nube.
È quello di "'ed" un termine dubbio che mette in gioco le lettere:
  • "'alef" relativa a "origine, uno, unità, primo, inizio", quindi riferibile al Dio Unico o all'Unigenito, al primogenito e simili;
  • "dalet" è una mano, che aiuta, protegge o ferma e impedisce, insomma come un'anta, un battente di una porta, che peraltro è il significato del nome della lettera stessa.
Ecco che, grazie alla lettura delle lettere, si fa prepotente il pensiero dell'Unico e delle mani come se l'Unico sopra la terra ci lavorasse sopra.
Non c'era ancora la pioggia, ma affinché la terra fosse lavorabile "l'Unico aiutava " a bagnarla per renderla plastica e, in una visione antropologica allegorica comprensibile agli uomini di ogni tempo, "l'Unico con la mano " impastava la terra come un vasaio.

Al riguardo, Rashi (Rabbi Shlomo Yitzhaqi, rabbino francese 1040-1105) propone che quel momento "ricorda l'opera di un modellatore d'argilla che prima versa l'acqua e poi lavora l'impasto", perché, subito dopo, al versetto 7 si legge:

"Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo" e per quel "plasmò" il testo ebraico propone "iitzer" , verbo il cui radicale viene usato quando si parla di fare i vasi da parte di un vasaio.

Allora, l'acqua da dove fu presa?
L'acqua evidentemente ce la mise Lui, Dio stesso.
Evidentemente da Lui usciva una forza e un vigore tali e adeguati a rendere la terra plastica e plasmabile e sostituiva in modo super egregio la funzione dell'acqua, forza e vigore derivati della sua energia N = = , come un succo sceso dalla spremitura dalla Sua essenza con cui impregnava il creato e soprattutto, come vedremo, l'uomo che era la finalità ultima della "creazione".

La parola ebraica più idonea per definire ciò è "netzach" una specie di sangue della divinità, un succo che unisce l'icona di energia alla parola "tzach" "secco"; del resto nei geroglifici la lettera egizia N è un'onda come per indicare acqua e la lettura della parola ebraica di succo "netzach" è "energia che scende Stringendo " come il succo di un limone.
Che effettivamente l'acqua per plasmare l'uomo la mise direttamente Dio, ossia che era acqua proveniente da Lui, è un'interpretazione che trova un autorevole appoggio proprio da parte Gesù nei Vangeli.
Lui, Gesù, l'Unigenito , usa la mano e la propria "saliva" nei seguenti episodi:
  • in Giovanni 9,6s - del "cieco nato", cui fece il dono della vista, quando, Lui, Gesù che si propone "sono la luce del mondo", con evidente riferimento alla prima creazione, incontrato il cieco nato, "...sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: Va' a lavarti nella piscina di Sìloe - che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva."
  • in Marco 7,32-35 - della guarigione di "...un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: Effatà, cioè: Apriti! E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente."
Ancora Dio non aveva fatto piovere, quindi, quella prima acqua, veniva da Dio ed era acqua "maim" dei cieli "shamaim" .
Ecco, allora, che il "vaso" del primo uomo fu fatto con la polvere della terra, ma fu plasmato con l'acqua del cielo e cotto dal fuoco "'esh" di Dio stesso da cui ricevette tutto il resto.
Genesi 2,7 al riguardo, in particolare, dice:

"...soffiò nelle sue narici un alito ("nishmat" ) di vita ("chaiim" ) e l'uomo divenne un essere ("nefesh" ) Vivente ()."

Con ciò il primo uomo ebbe da Lui "nishmat" e "nefesh" , il soffio e l'alito di vita, mentre gli animali ebbero solo il "nefesh".

San Paolo come vedremo commenta ciò in 1Corinzi 15,45-50.
Dal testo in ebraico si ricava un particolare, il "nishmat" assicura la vita "chaiim", plurale almeno duale, mentre il "nefesh" assicura solo una vita, "chai" .

Ecco che appare l'energia che si trova in entrambi i termini delle due anime del primo uomo, quella come gli animali "nefesh" e la "nishmat" che si può leggere con la propria "energia il Nome lo segnò ", quindi fu come se lo avesse unto col proprio "olio" "shoemoen" , "con l'energia ( = ) del Nome " e sarebbe divenuto suo sacerdote e re della terra cui poi Dio stesso presentò tutte le creature del Regno, come si evince proseguendo nella lettura del testo di Genesi 2.

San Paolo nella 2Corinzi 4,6s coglie certamente questa situazione quando esclama: "E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo. Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi."

Ora, nella parola ebraica di uomo "'adam" , che definisce sia il maschio, sia la femmina, è presente quel bi-letterale "'ed " del "vapore di vita " di Dio che tende comunque a salire al cielo, e lo fa riconoscere "all'Unico somigliante ()" nel primo capitolo, in Genesi 1,26.

Poi, dopo il peccato di Genesi 3, Genesi 4 presenta l'episodio di Abele "Habel", il cui nome in ebraico significa "vanità, fatuo", in quanto "esce annullato ", ossia che può facilmente evaporare e svanire dalla terra, come dice il nome e quel giusto ucciso dal fratello pare proprio finire in quel modo, ma invero le lettere suggeriscono pure un'altra soluzione, "entrerà nella casa del Potente ".
Di Abele, il primo morto della Bibbia, il primo uomo = "'adam" , ucciso, a terra resta il sangue "dam" ; tutto il resto torna all'origine, all'Unico , in quanto gli appartiene.
Dio, infatti, in Genesi 4,10 dice a Caino: "Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!" e il libro della Sapienza 3,1s conferma: "Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro fine fu ritenuta una sciagura..."

In definitiva, senza Dio l'uomo è solo polvere!

Il primo mercoledì di quaresima, infatti, al momento del rito della imposizione delle ceneri sul capo del cristiano viene detto "Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris", ricordando quanto dice Dio in Genesi 3,19b "...polvere tu sei e in polvere tornerai".

Evidentemente il peccato, ossia il rifiuto di Adamo, la prima coppia, aveva svuotato il vaso ed era avvenuto che il soffio divino, il "nishmat", si era ritirato dall'uomo e gli era rimasto solo il "nefesh", l'anima animale.

Il Qoelet, al riguardo, si domanda: "...riguardo ai figli dell'uomo, mi sono detto che Dio vuole metterli alla prova e mostrare che essi di per sé sono bestie. Infatti la sorte degli uomini e quella delle bestie è la stessa: come muoiono queste, così muoiono quelli; c'è un solo soffio vitale per tutti. L'uomo non ha alcun vantaggio sulle bestie, perché tutto è vanità. Tutti sono diretti verso il medesimo luogo: tutto è venuto dalla polvere e nella polvere tutto ritorna. Chi sa se il soffio vitale dell'uomo sale in alto, mentre quello della bestia scende in basso, nella terra?" (Qoelet 3,18-21)

vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2017 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  RACCONTI A SFONDO BIBLICO...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy