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di Alessandro Conti Puorger
 
 

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PENSIERI LEGATI ALLA TORAH
Nella Torah il libro centrale, il Levitico, detto in ebraico "wayqrà" "E chiamò" per come inizia quel libro, al capitolo 23 ricorda tutte le feste dell'anno: Shabbat (23,3-4), Pesach (23,5-8), Shavuot (23,9-22), Rosh HaShanà (23,23-25), Kippur (23,26-32) e Sukkot (23,33-44). All'inizio del capitolo 24 v'è però una prescrizione relativa ad una lampada particolare, detta della "lampada perenne".
"Il Signore parlò a Mosè e disse: Ordina agli Israeliti che ti portino olio puro di olive schiacciate per l'illuminazione, per tenere perennemente accesa la lampada. Aronne la disporrà nella tenda del convegno, fuori del velo che sta davanti alla Testimonianza, perché arda dalla sera al mattino davanti al Signore, sempre. Sarà per voi una legge perenne, di generazione in generazione. Egli disporrà le lampade sul candelabro d'oro puro, perché ardano sempre davanti al Signore." (Levitico 24,1-4)

Il nome di lampada perenne deriva da quel "perennemente accesa la lampada" "ner tamid" e quel perenne "tamid" è ripetuto in quel breve testo per tre volte e s'insiste che è una prescrizione che vale per tutte le generazioni.
I Maestri del Talmud commentano che questa prescrizione o "mitzvah" è detta in quella pericope per segnalare che in futuro sarà comunque da accendere comunque una luce eterna celebrando un'ulteriore festa annuale, la "Chanhukkah", che cade appunto dopo Sukkot.
Quella lampada fu certamente spenta in tante occasioni, perlomeno per tutto il lungo esilio a Babilonia (586-515 a.C.) e per i tre anni della profanazione del Tempio da parte dei Seleucidi (167-164 a.C.), pur tuttavia il dettato eterno della Torah fu ottemperato, perché rimase acceso quel lume nel cuore dei fedeli a soddisfazione sostanziale del precetto.
Ecco che si profila l'esistenza di due luci una visibile quella della lampada e un'invisibile, ma del pari concreta, quella della fede che viene dallo spirito che accende, mente, cuore e tutte le forze del fedele.
Qabbalah Sefer ha-Bahir del XII secolo d.C., visto che la Torah inizia con la parola "Ber'eshit" , considera che quel rotolo apre se stesso con lettera dell'alfabeto ebraico, lettera che per la "Gimatria" vale 2.
Ciò farebbe intuire che è la "Torah ", onde "la Torah " esisteva già prima della Creazione, momento in cui Dio si dilettava nella e con la stessa.
(Qabbalah Sefer ha-Bahir del XII secolo d.C., pur se redatto dopo il Sefer Yetzirah è considerato per struttura, contenuto e simbologia la prima opera letteraria della Qabbalah o "ricevuta", cioè della tradizione ricevuta.)
La Torah che inizia con "Ber'eshit" è, quindi, un'immagine della prima, onde la tradizione Sinaitica insegna che Dio guardò nella Torah per creare.
Quella parola, inoltre, tradotta con l'espressione "In principio", letteralmente potrebbe anche essere tradotta "Con il principio", laddove il principio è la Sapienza di Dio, ovvero la Torah stessa con cui Egli creò appunto il mondo.
Dio si dilettava, quasi "giocava" con la Torah, che è la sua Sapienza, già prima che il Mondo fosse creato e la luce è una manifestazione - Shekinah - di Dio stesso.
In "Torah - Targum palestinesi - versetti scelti con commenti" riportai queste segnalazioni di quanto dicevano quelle antiche traduzioni commentate della Torah per gli ascoltatori di quei tempi:

Genesi 1,1 - In principio la Parola di Dio, con Sapienza, creò e rese perfetti il cielo e la terra.
Sin dal primo versetto circola l'idea del Verbo = la Parola sottolineato dal Vangelo di Giovanni e che San Paolo nella lettera ai Colossesi così tratteggia: "Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui." (Colossesi 1,15-17)
Il pensiero cristiano ha poi ufficialmente sancito il dogma della SS. Trinità che però in embrione, agitava le menti: Dio Padre, la Parola il Figlio e lo Spirito Santo la Sapienza, cosicché il mondo fu creato da un atto di amore e volontà dell'intera Trinità.

Genesi 1,2 - La terra era deserta ed informe, senza uomini, priva di ogni tipo di animale, le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito dell'amore di Dio aleggiava sulle acque.

La Comunità ebraica aveva elaborato che l'essenza di Dio è amore.

Genesi 1,3 - La Parola di Dio disse...

Conferma l'idea di Genesi 1,1.
Il Talmud Babilonese è il testo classico della Torah orale che l'ebraismo considera secondo solo alla Bibbia e commenta Rabbi Norman Solomon in "The Talmud", 2009, p. xv. "Se la Tanak - Sacra Scrittura - è il sole, il Talmud è la sua luna che ne riflette la luce".
Gli stessi saggi del Talmud insegnano come la Torah e in generale il Tanak, racchiude significati più profondi di quanto traspaia alla usuale lettura, infatti, quella che appare è una veste del significato recondito definito corpo, spesso individuato nelle "Mizvot", o anima, ma celano il significato più profondo onde esistono una "Torah" rivelata, "Nigleh", a cui corrisponde la Torah orale e il Talmud stesso, ma c'è anche una "Torah" interna e nascosta, "Nistar".
Questo nascosto non può che parlare dei tempi ultimi e del Messia che rivelerà e porterà a compimento il fine della creazione.
Pur se nascosto, il "Nistar" ovviamente sarà rivelato dal Messia.

Tornando al tema della luce, l'accensione di lumi riguarda sia la festa di "Shabbat", sia le lampade del Tempio - il "Beit Hamiqdash" - sia i lumi di "Channukkah".
Il Talmud però dice: "la Torah è la luce", onde le luci dello Shabbat, del Beit Hamiqdash e di Channukkah rappresentano la Torah.
Concludono i maestri ebrei che comunque sono tre tipi di luce, infatti:

  • uno può apprendere la Torà per sapere la Halahà e fare le mitzvot e ciò porta la pace nel mondo il che corrisponde alle luci dello Shabbat che hanno lo scopo di assicurare la pace nella casa.
  • poi c'è lo studio della Torà attraverso il quale un Ebreo si lega a Dio, il che corrisponde alle luci del "Beit-Hamiqdash" che testimoniano che la "Shekinah" risiede in Israele.
  • quindi c'è il livello più elevato dello studio della Torah, studiata per il proprio valore considerato che è la vera essenza del Creatore e questa corrisponde all'illuminazione di "Chanukkah" che non ha scopo se non se stessa, infatti, non è permesso far uso delle luci di "Chanukkah" per altri scopi come il nostro servizio a Dio deve essere fine a se stesso, non per alcun beneficio o ricompensa che desideriamo ricevere.
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