parti precedenti:
I PARTE - LA MIA ESPERIENZA, LA "SCRUTATIO" - COM'È NATA L'IDEA »
COSA FECI?
M'informai sull'alfabeto ebraico e seppi che aveva 22 segni, tutti solo consonanti, di cui 5 a fine parola cambiavano forma (tra parentesi).
( ) ( ) ( ) ( ) ( )
Disegnai le 22 lettere su cartoncini bianchi 21x31 cm. con pennarello grosso nero e nel tempo libero le fissavo per captare il messaggio grafico che ciascuna mi trasmetteva, poi, a matita, scrivevo sotto le impressioni, che al modificarsi cancellavo e lasciavo le ultime stabilizzate.
Dopo 3 mesi per più dei 2/3 delle lettere il significato si era stabilizzato e, se pur non coscientemente, continuavano a lavorare sulle 6-7 restanti, sì che al mattino, al riaccendersi del mio calcolatore mentale, mi fornivano suggerimenti.
Cercai tra gli alfabeti delle antiche scritture del bacino mediterraneo come s'era sviluppato il segno, fino al rabbino quadrato, per verificare se c'era stata permanenza di un messaggio grafico residuo e la risposta mi parve positiva.
Comprai un vocabolario ebraico-aramaico (uso F. Scerbo - Firenze 1912) e mi dicevo, se non vi sono vocali e se le lettere sono disegni, icone, ideogrammi, le parole ebraiche si dovrebbero poter anche vedere come rebus; ogni lettera un concetto e l'insieme di questi dovrebbe fornire un predicato della parola.
Nel frattempo ero riuscito a procurarmi i seguenti testi:
- "Bibbia masoretica in Ebraico/Aramaico" di The British & Foreing Bible Society;
- "The New Englishmans Hebrew/Aramaic Concodance" - Wigram, Hendricson;
- "Dizionario Teologico dell'Antico Testamento" - E.Jenni, C.Westermann, Marietti.
Trovai un libro di geroglifici "A Concise Dictionary of Midle Egyptian (Faulkner Griffit Institute. Oxford 1986)" e me ne vennero idee per definire quel terzo di restanti lettere; avevo così la chiave della serratura a 22 scatti per entrare nella Bibbia ebraica e per ogni lettera riempii una scheda per fissare le idee con la ristretta rosa di significati individuati (in colonna a destra Home di questo sito).
Scoprii che gli egiziani avevano anche un alfabeto e che la loro scrittura era un sistema complesso; ogni parola è definita sotto più prospettive, con:
- Segni di valore logografico che indicano l'oggetto e l'azione semplice, con ideogramma com'è oggi per i segnali stradali e turistici, per i comandi delle auto, ecc...il disegno della pianta di una casa indica una casa, quello di un uomo con una coppa indica bere, di una vela gonfia indica vento...
- Segni fonetici-alfabetici, non riuscendo i segni a rendere i pensieri astratti e i tempi dei verbi, la problematica fu risolta con un alfabeto di 24 segni l'antenato degli alfabeti, riferiti a consonanti e con segni bi o tri-consonantici, per indicare due o tre segni assieme.
- Segni di valore determinativo, per individuare con pittogrammi la categoria del concetto di cui si parla e definire la parola. (Ad esempio, se in italiano passo si scrivesse senza vocali, vale a dire pss, ci sarebbe il dubbio tra passo movimento, passo montano, pesos moneta spagnola ecc e per indicare che s'intende il camminare gli egiziani avrebbero posto accanto a pss il segno di due gambe, se invece fosse un passo montano accanto alle lettere pss avrebbero indicato una montagna e per pesos il segno di moneta.)
Conclusi che c'è stata per XIV secoli una notte dei geroglifici eppure la ricerca biblica non li ha pienamente usati anche dopo la scoperta della stele di Rosetta pur se la Torah dice di sé che è stata scritta da un ebreo egiziano.