LA TRIBÙ PERDUTA DI DAN
di Alessandro Conti Puorger
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COSA SI SA SU DAN
Il nome Dan è il bi-letterale
dal radicale verbale
giudicare, letto con i significati grafici delle singole lettere fornisce l'idea di "mano/aiuto
energico
"
o "batte
con energia
".
Dall'autore della Torah, comunque siano andati fatti storici, l'aiuto ricevuto dal popolo d'Israele da quella che fu chiamata la tribù di Dan, fu interpretato come venuto da Dio.
Il racconto della nascita del figlio di Giacobbe chiamato Dan è il seguente: "Rachele, vedendo che non le era concesso di dare figli a Giacobbe, divenne gelosa della sorella (Lia) e disse a Giacobbe: Dammi dei figli, se no io muoio! Giacobbe s'irritò contro Rachele e disse: Tengo forse io il posto di Dio, il quale ti ha negato il frutto del grembo? Allora ella rispose: Ecco la mia serva Bila: unisciti a lei, partorisca sulle mie ginocchia cosicché, per mezzo di lei, abbi anch'io una mia prole. Così ella gli diede in moglie la propria schiava Bila e Giacobbe si unì a lei. Bila concepì e partorì a Giacobbe un figlio. Rachele disse: Dio mi ha fatto giustizia e ha anche ascoltato la mia voce, dandomi un figlio. Per questo ella lo chiamò Dan
.
Bila, la schiava di Rachele, concepì ancora e partorì a Giacobbe un secondo figlio. Rachele disse: Ho sostenuto contro mia sorella lotte tremende e ho vinto! E lo chiamò Nèftali."
Se si trasferisce questo al momento dell'uscita dall'Egitto, corrisponde il fatto che le madri d'Israele fecero comprendere ai propri uomini che era necessario inglobare come figli dei forti, altrimenti il popolo morrebbe.
Quando entrò in Egitto chiamato da Giuseppe "Giacobbe partì da Bersabea e i figli d'Israele fecero salire il loro padre Giacobbe, i loro bambini e le loro donne sui carri che il faraone aveva mandato per trasportarlo. Presero il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistato nella terra di Canaan e vennero in Egitto, Giacobbe e con lui tutti i suoi discendenti. Egli condusse con sé in Egitto i suoi figli e i nipoti, le sue figlie e le nipoti, tutti i suoi discendenti." (Genesi 46,5-7)
Poi il testo segnala che dei 70 che entrarono in Egitto vi fu Dan con il suo unico figlio Chusim
.
Così scrive il testo masoretico di Genesi 46,23
Se penso a quando detto prima, su Dan, come uno dei possibili popoli venuti dal mare almeno in una prima fase e che combattevano gli Ittiti, assunti poi in forza come mercenari da Ramsete II, trovo il seguente cenno per decriptazione "porteranno ai figli un forte aiuto i nocchieri sorti dal mare", infatti "porteranno
ai figli
un forte
aiuto
i nocchieri
sorti
dal mare
".
(Le decriptazioni e le letture delle parole ebraiche con i significati delle singole lettere seguono criteri, regole e significati di cui al metodo inserito in "Parlano le lettere" e nelle schede delle lettere stesse nella colonna a destra delle pagine di questo mio Sito)
Faccio poi notare che con le lettere ebraiche del nome del figlio Chushim e la lettera "n" di Dan in
è definita la parola "serpenti"
essendo la finale
=
.
All'uscita dall'Egitto, nel censimento delle schiere nel deserto del Sinai fatto fare da Mosè e riportato al capitolo 1 del libro dei Numeri, quella di Dan risulta la seconda tribù più numerosa con 62.700 maschi di età superiore ai 20 anni, atti alla guerra contro i 74.600 di Giuda e i soltanto 32.200 per la tribù di Manasse.
(Vedi: "Le benedizioni di Giacobbe e di Mosè")
Ogni tribù poi possiede un simbolo, associato alla benedizione che ha ricevuta da Giacobbe in Genesi 49 e/o da Mosè in Deuteronomio 33, simbolo che appariva anche sui loro vessilli o stendardi.
Il brano completo per la benedizione di Giacobbe per Dan è il seguente: "Dan giudica il suo popolo come una delle tribù d'Israele." (Genesi 49,16)
Strano!
Perché questa precisazione!
Pare proprio così che fu come una tribù, ma affiliata.
"Sia Dan un serpente
sulla strada, una vipera cornuta sul sentiero, che morde i garretti del cavallo, così che il suo cavaliere cada all'indietro. Io spero nella tua salvezza, Signore!" (Genesi 49,17-18)
In modo inequivocabile, quindi, Dan è associato al serpente, "nachash"
in ebraico.
Il simbolo, che appariva anche sul vessillo e sugli stendardi di Dan, quindi era proprio un serpente, come s'evince da Genesi 49,17 che parla anche di vipera cornuta.
Interessante è che la vipera, cornuta si trova nel Sahara (ceraste cerastes) e nella forma aspis alligna in tutta Europa, salvo che in Sardegna, eppure predilige ambienti poveri di vegetazione, prati, pascoli e soprattutto pietraie e in Sardegna non mancano; forse gli abitanti antichi l'hanno eliminata e ne conoscevano gli antidoti.
Guardando in "A Concise Dictionaryof Middle Egiptyan di Raynond O. Faulkner Griffith Istitute Ashmolean Museum Oxford 1986 a fine pag. 322 e inizio pag. 323 ho trovato alcuni geroglifici
Quindi gente violenta, abile con le mani, avventuriera, un popolo in cerca di fortuna che ha scelto di viaggiare con i suoi uomini migliori.
Questo fatto del serpente fa ricordare l'evento che si trova in Numeri 21,4-9 del serpente di rame: "Gli Israeliti si mossero dal monte Or per la via del Mar Rosso, per aggirare il territorio di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: Perché ci avete fatto salire dall'Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c'è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero. Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d'Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti. Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita. Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita."
È stato anche pensato che Mosè innalzò il vessillo di Dan come se Dan avesse antidoti contro la morsicatura di serpenti velenosi.
Era un vero incantesimo se ci rivolgeva a Dan si otteneva guarigione.
Il profeta Geremia 8,15-17 pare proprio riferirsi a tale evento e al campo di Dan quando dice: "Aspettavamo la pace, ma non c'è alcun bene, il tempo della guarigione, ed ecco il terrore!
Da Dan si sente lo sbuffare dei suoi cavalli; al rumore dei nitriti dei suoi destrieri trema tutta la terra. Vengono e divorano la terra e quanto in essa si trova, la città e i suoi abitanti. Ecco,
sto per mandarvi serpenti velenosi contro i quali non esiste incantesimo, e vi morderanno."
Nel caso specifico i serpenti velenosi sono gli Assiri che vengono dal nord.
Questo vessillo di bronzo diventò una specie di idolo che sacerdoti, re e profeti degli ebrei non riuscirono a sradicare.
Solo Ezechia, re di Giuda (716 a.C. - 687 a.C.), figlio di Acaz: "Fece ciò che è retto agli occhi del Signore, secondo quanto aveva fatto Davide suo antenato. Egli eliminò le alture e frantumò le stele, abbatté il palo sacro
e fece a pezzi il serpente di bronzo, eretto da Mosè; difatti fino a quel tempo gli Israeliti gli bruciavano incenso e lo chiamavano
Necustan." (2Re 18,3s)