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DONO D'ANTICIPO D'ETERNITÀ

di Alessandro Conti Puorger
 

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IL SETTIMO GIORNO - L'ISTITUZIONE DEI PRIMI SABATI
Sabato, come detto in ebraico "shabbat" , è il settimo giorno della settimana che con intenzione religiosa dagli osservanti è vissuto nel riposo.
Il sostantivo "shabbat" = riposo, deriva dal radicale relativo al verbo "cessare, riposarsi", forse dall'idea il "fuoco nella casa si spegne-finisce ".
La prescrizione d'osservare il riposo del sabato è comandamento, che si trova nel libro dell'Esodo capitolo 20, versetti:

  • Esodo 20,8 - inizia con "Ricordati del giorno di sabato per santificarlo" con il che sottintende chiarisce che rimanda ad una prescrizione precedente;
  • Esodo 10,9-10 - ecco il comandamento "sei giorni faticherai... ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro..."
  • Esodo 20,11 - prosegue con la motivazione "Perché in sei giorni il Signore ha fatto i cieli e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro".
Il comandamento trova così di fatto stretto collegamento ai primi versetti del 2° Capitolo del Genesi, libro che però fu scritto molto tempo dopo.
Nel brano del libro della Genesi in cui c'è la descrizione di quanto detto dall'Esodo sulla creazione nei sette giorni, è ripetuto per due volte il verbo cessare : "Dio nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che Egli creando aveva fatto." (Genesi 2,2-3) e la domanda che sorge spontanea è quando nell'ambito del settimo giorno cessò, all'inizio, a metà o alla fine?
Intanto mentre lo prescriveva stava operando... con tutti quei miracoli che aveva fatto, ma su ciò si vedrà più avanti.
Quel ricordati del comandamento ci riporta al momento in cui Dio dette la prescrizione del riposo del sabato nel giorno settimo e fu quando inviò la manna e poi le quaglie con cui saziò abbondantemente la fame degli Israeliti, sazietà che come abbiamo visto è implicita nel radicale .
L'episodio lo racconta Esodo 16, perché il fatto avvenne prima della consegna del decalogo (Capitoli 19 e 20).
In tale occasione Dio disse a Mosè che tutti dovevano raccogliere quel "pane celeste" quotidianamente, e solo per la quantità necessaria, altrimenti l'eccedenza rispetto alla quota giornaliera sarebbe andata a male.
Nel 6° giorno però, (il nostro venerdì; la settimana iniziava con la nostra domenica) tutti dovevano raccogliere doppia razione di manna, per mangiarla anche nel 7° giorno; contrariamente a quella conservava negli altri giorni questa non sarebbe andata a male, infatti, così il Signore aveva ordinato: "Ma il sesto giorno quando prepareranno quello che dovranno portare a casa, sarà il doppio di ciò che raccoglieranno ogni giorno." (Esodo 16,5)
Nella consegna della manna, il racconto nel libro dell'Esodo da riferimenti di tempo che permettono di concludere che questa avvenne in un giorno corrispondente alla nostra domenica.
Nel racconto dell'Esodo 16,1 si legge: "Levarono l'accampamento da Elim e tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin, che si trova tra Elim ed il Sinai, il 15 del secondo mese dopo la loro uscita dall'Egitto."
Nel racconto delle tappe del libro dei Numeri 33,10s, però, c'è: "Partirono da Elim e si accamparono presso il Mar Rosso. Partirono dal Mar Rosso e si accamparono nel deserto di Sin".
Là, al capitolo 16 dell'Esodo c'è il racconto dell'episodio della mormorazione del popolo con la promessa da parte di Dio delle quaglie per la sera e della manna per la mattina.
Ora, considerati i due racconti in Esodo e in Numeri è da pensare che le quaglie furono ad arrivare sulle sponde del Mar Rosso in quanto queste, dopo le migrazioni si abbattono stanche sulle coste; infatti, nel racconto dei Numeri è detto: "Intanto s'era alzato un vento per ordine del Signore, e portò quaglie dalla parte del mare e le fece cadere sull'accampamento sulla distesa di una giornata di cammino da un lato e la distesa di un giorno di cammino dall'altro intorno all'accampamento..." (Numeri 11,31)
Nel deserto del Sin, come ha detto il racconto dell'Esodo, c'erano il 15 del mese successivo alla Pasqua, perciò è da ritenere che la manna fu data la sera, finito il 14, mentre stavano arrivando, all'inizio del 15 (le giornate iniziavano al tramonto), e la manna fu data la mattina del 15.
Quella nota sulle quaglie nel racconto dei Numeri, che erano in quantità tale da arrivare ad un giorno di cammino da tutte le parti rispetto al campo sul Mar Rosso, evidentemente serve perché evidentemente quella era stata l'ultima tappa, prima di quella nel deserto di Sin, come appunto dice i Numeri, e la carovana era lunga ed al termine del giorno 14 stavano arrivando al nuovo accampamento.
Se ne ricava che il giorno del 14 hanno camminato, non essendovi ancora la disposizione di riposare, e che non solo non ci fu commemorazione del giorno d'uscita, ma addirittura ci fu mormorazione.
La consegna della manna avvenne perciò dopo 4 settimane (un mese lunare) + 1 giorno dopo il giorno della prima Pasqua.
Al 6° giorno ne raccolsero doppia razione, perché era il venerdì il 6° giorno, prima del sabato.
Se ne ricava che la prima Pasqua nel deserto cadde di sabato, che è il primo sabato celebrato mangiando la manna raccolta nel giorno prima fu il 21 del secondo mese, vale a dire il 7° sabato dall'inizio dell'anno, e che da parte di Dio la consegna della manna avvenne in giorno corrispondente alla nostra domenica.
Anche il Corano richiama il fatto delle quaglie e della manna, in:
  • II Sura Al-Baqara (La Giovenca) 57 - "E vi coprimmo con l'ombra di una nuvola, e facemmo scendere su di voi la manna e le quaglie: Mangiate queste delizie di cui vi abbiamo provvisti! Non è a Noi che fecero torto, bensì a loro stessi."
  • VII Sura Al-A'r âf (Pre-Eg.) 160 - "Li dividemmo in dodici tribù o nazioni. Quando il suo popolo gli chiese da bere, ispirammo a Mosè: Colpisci la roccia con la tua verga. Sgorgarono da essa dodici sorgenti e ogni tribù conobbe da dove avrebbe dovuto bere; prestammo loro l'ombra di una nuvola, e facemmo scendere la manna e le quaglie: Mangiate le buone cose di cui vi abbiamo provvisto. Non è a Noi che fecero torto, fecero torto a loro stessi."
Con buona probabilità, quando La Sura LXII (9-11) Al Jumu'a o "il Venerdì" citata al paragrafo "I giorni sacri" recita: "O credenti, quando viene fatto l'annuncio per l'orazione del Venerdì, accorrete al ricordo di Allah e lasciate ogni traffico. Ciò è meglio per voi, se lo sapeste. Quando poi l'orazione è conclusa, spargetevi sulla terra in cerca della grazia di Allah, e molto ricordate Allah, affinché possiate avere successo..." si riferisce al fatto che i doni di Dio, come la manna, nei giorni di venerdì, secondo la Bibbia, poteva essere raccolta in doppia misura.
Il racconto biblico ci dice, infine, che tutti i giorni dal 15° del 2° mese dall'uscita dall'Egitto gli Israeliti mangiarono manna e, il libro di Giosuè preciserà che, questo dono venne a cessare dopo l'attraversamento del Giordano.
Il popolo, infatti, dopo 40 anni di peregrinazioni nel deserto, morto Mosè, salì dal Giordano il 10 del primo mese e s'accampò dopo a circa 10 Km nella steppa di Gerico, in località detta Galgala (Giosuè 4,19).
Lì, dopo che Giosuè (5) fece circoncidere gli Israeliti (alla collina Aralot) la sera del 14 del mese, celebrarono la Pasqua.
In tale occasione: "La manna cessò il giorno dopo (15 del mese), com'essi ebbero mangiato i prodotti della terra e non ci fu più manna per gli Israeliti; in quell'anno mangiarono i frutti della terra di Canaan.".(Giosuè 5,12)
La manna cessò il giorno dopo della Pasqua che era anche sabato, in quanto in quel giorno di festa avranno mangiato quella raccolta nel giorno prima, unitamente all'agnello.
Il libro del Deuteronomio 5,12 nel passo in cui riporta il decalogo per il 3° comandamento recita: "Osserva il giorno di sabato per santificarlo, come il Signore tuo Dio ti ha comandato".
Ora, il Deuteronomio, o seconda Legge, si chiama così perché ripetizione della Legge dei testi precedenti; quindi più tardivo dell'Esodo che richiama una situazione che riporta al libro della Genesi.
È però da ricordare che il libro della Genesi è più tardivo di tutti ed è una summa teologica degli altri del Pentateuco; infatti, vengono prima i fatti dell'Esodo, indi, la teologia in forma di ricerca (DRSh ricerca, quindi Midrash), il ripensamento di questi, vale a dire la Genesi.
Nel dare la disposizione, qui, il Deuteronomio 5,13-14 spiega il perché d'estendere il riposo del sabato anche agli schiavi e porta particolari in più: "sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato per il Signore tuo Dio: non fare lavoro alcuno, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo asino, né alcuna delle tue bestie, né il forestiero che sta entro le tue porte, perché il tuo schiavo e la tua schiava si riposino con te".
La motivazione è così collegata alla liberazione della schiavitù dall'Egitto, fatto fondante dell'ebraismo: "Ricordati che sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso" e l'ordine diviene perentorio "perciò il Signore tuo Dio ti ordina di osservare il giorno di sabato". (Deuteronomio 5,15)
Secondo vari critici, dopo il ritorno dall'esilio Babilonese, il sacerdote e scriba Esdra sul finire del 400 a.C. provvide ad una prima coordinata integrazione di tutti i testi antichi ed in particolare dei rotoli delle memorie dei re di Giuda.
Dopo il ritorno dall'Esilio Babilonese s'ebbe la stesura definitiva del Pentateuco nella forma che c'è giunta; di quest'ultimo periodo sono, infatti, i libri d'Esdra e Neemia, ai quali seguirono quelli delle Cronache.
Il libro del Deuteronomio 17,18 suggerisce una tale eventualità quando parla dei re; infatti, questi rotoli riportavano anche la legge "...quando uno di questi s'insedierà sul trono regale, scriverà per suo uso in un libro una copia di questa legge secondo l'esemplare dei sacerdoti leviti".
È opportuno, infatti, considerare la sequenza di redazione dei libri del Pentateuco per comprendere come si siano evolute le motivazioni con le seguenti considerazioni:
  • nell'Esodo il motivo del sabato riguarda prima la liberazione dalla schiavitù, poi il fatto del 7° giorno in cui Dio s'è riposato;
  • il Deuteronomio conferma che il motivo del riposo sabbatico è quello storico della liberazione dagli egiziani;
  • il tutto diviene chiaro considerando che il giorno della liberazione, cioè la Pasqua del 14 di Nisan, era sabato, perciò il sabato come istituzione è strettamente legato alla Pasqua e la prima risultò capitare di sabato e non si può parlare del sabato senza pensare alla Pasqua;
  • il tema dei giorni della creazione, sviluppato nella Genesi, è un'elaborazione religiosa, successiva, propria appunto della tradizione sacerdotale;
  • del sabato, non si parla mai prima della sua "istituzione", indicata nell'Esodo in occasione dell'invio della manna.
Al riguardo infine, pare sempre più importante sondare bene i percorsi segnati dalle tappe del peregrinare dopo l'uscita dall'Egitto raccontati dal Pentateuco ed in particolare al Capitolo 33 del libro dei Numeri in quanto sembrano contenere significati particolari per nostro tema.
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