BibbiaWeb.net - di Alessandro Conti Puorger

Decriptare la Bibbia - di Alessandro Conti Puorger Autore   Contatti    Cerca      Home     
BibbiaWeb 2016  
Decriptare le lettere parlanti delle sacre scritture ebraicheVangeli e Protovangeli - Clicca qui per consultareParlano le lettere
Cerca negli articoli
Consulta le rubriche
  Lettere ebraiche
    e codice Bibbia
  Decriptazione Bibbia
  Attesa del Messia
  Vangeli
    e Protovangeli
  Ricerche di verità
  Racconti
    a sfondo biblico
  San Giuseppe

Decriptare la Bibbia
  Tutti gli articoli
  Indice
     brani decriptati
  Articoli più letti

 

VANGELI E PROTOVANGELI...

 
PENSIERI DAL E SUL TALMUD

di Alessandro Conti Puorger
 
 

    parti precedenti:

PERCHÉ TALMUD »
SUL DIO DI ABRAMO, IL DIO D'ISACCO, IL DIO DI GIACOBBE »
TRASCENDENZA E IMMANENZA, ANGELI E ISRAELE DI DIO »
LA "MADRE" DI MOSÈ »
L'UOMO, L'ANIMA E LA PREGHIERA »
L'UOMO LIBERO, IL PECCATO E IL PENTIMENTO »
DONNA, MATRIMONIO E DIVORZIO »
RAPPORTO GENITORI FIGLI »
LAVORO E RAPPORTI CON LA COMUNITÀ »
IL PROSSIMO »
IL MESSIA, LA RISURREZIONE E IL MONDO AVVENIRE »

IL GIUDIZIO FINALE, GLI INFERI E IL GAN EDEN O PARADISO
A conclusione fornisco alcuni brevi cenni su quanto relativo al Giudizio Finale, agli inferi e al Gan Eden o Paradiso sono argomenti su cui ovviamente nel Talmud molte sono le discussioni, ma ben poche le certezze, perché si trovano le più varie opinioni di cui riporto solo alcune meno fantasiose.
Il patto di Dio con il popolo ebraico tramite la Torah fa si che chi l'osserva è di fatto ormai per sempre sotto il manto di Dio e scritto per l'eternità nel libro della vita "Sefer ha Chaim".
Secondo il Talmud il libro è aperto durante "Rosh haShannah" quando ogni anno si compie il giudizio per ogni uomo della comunità e gli sono perdonati da Dio i peccati a certe condizioni in cui essenziale è il pentimento e il ricercare il perdono delle colpe.
La letteratura rabbinica e la liturgia descrivono "Rosh haShana" appunto come il "Giorno del giudizio" "Yom ha-Din".
In quei giorni è suonato il corno "Shofar" per svegliare il popolo alla conversione.
Nei "midrashim" è raccontato di Dio che si siede sul trono, di fronte a lui i libri che raccolgono la storia dell'umanità.
Gesù, il Messia per i cristiani, è Torah incarnata, e seguire Lui è seguire la Torah tutta intera: "In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita." (Giovanni 5,24)

È invalso l'uso, infatti, di definire gli ebrei quali "popolo del Libro" mentre, per i cristiani, la parola è incarnata in Gesù.
Nel pensiero talmudico il giudizio finale sarà quindi per le nazioni pagane e per chi vi appartiene "...il Santo che benedetto sia, siederà con gli anziani d'Israele come il presidente di un 'Beth Din' e giudicherà le nazioni pagane..." (Tanchuma Kedoshim I) anche se vi sono accenni anche al giudizio sugli Israeliti come: "Nell'Al di là, il Santo che benedetto sia, giudicherà i giusti e gli empi d'Israele..." (Midrash a Salmo 31 120 a)

Il pensiero è che dopo la morte per un tempo fino al massimo di un anno il corpo rimane nella tomba e l'anima si separa e solo dopo viene ricongiunta al corpo per il giudizio. (Shab. 152 b)

Pare poi trovare spazio anche l'idea di un tempo di "purgatorio", in particolare: "Rispetto al giorno del giudizio vi sono tre categorie i perfettamente giusti, gli assolutamente malvagi e la gente media. Quelli della prima categoria sono immediatamente scritti e sugellati per la vita eterna. Quelli della seconda categoria sono immediatamente scritti e sugellati per il Ghehinnom. (Vedi: Dan 12,2). La terza categoria discenderà nel Ghehinnom griderà e quindi salirà..." (R. H. 16 b)

Da alcuni commenti seguenti a R. H. 16 b pare potersi concludere che per alcuni Dottori del Talmud i condannati al Ghehinnom vi soffrirebbero per generazioni e generazioni... non per l'eternità, che poi il Ghehinnom finirà, dopodiché continueranno a vivere nel rimorso non potendo vedere Dio. Il Ghehinnom per il giudizio finale fu pensato in parallelo a quello che, come abbiamo già considerato, era il luogo della discarica di rifiuti vicino a Gerusalemme, la geenna dei Vangeli (Matteo 5,22-29-30; 10,28; 18,9; 23,15-33; Marco 9,43-45-47; Luca 12,5).

Era un burrone a sud di Gerusalemme, dove c'erano altari nei quali erano sacrificati bambini in onore del dio Molok (Levitico 18,21) come ricorda Geremia 7,31: "Hanno costruito l'altare nella valle di Ben-Hinnon, per bruciare nel fuoco i figli e le figlie".
Il re d'IGiuda, Giosia, cercò di stroncare questo culto e la valle fu trasformata nell' immondezzaio di Gerusalemme e divenne simbolo di punizione per i malvagi dopo la morte, come è scritto nel Talmud: "Il Santo, che benedetto sia, condanna i malvagi nella Geenna per 12 mesi. Prima li affligge col prurito, quindi col fuoco e infine con la neve. Dopo 12 mesi i loro corpi sono distrutti, le loro anime sono bruciate e sparpagliate dal vento sotto le piante dei piedi dei giusti". (p. Sanh. 29 b)

Quel luogo di pena finale comunque nella Scrittura ha molteplici nomi riportati in Erub. 19 a:
Il Ghehinnom è chiamato con sette nomi:

  • "Sheol" tradotto in genere con inferi;
  • Abbadon o distruzione;
  • Corruzione;
  • Orribile abisso o fango melmoso;
  • Ombra di morte;
  • Mondo infero secondo la tradizione (ma non per la Scrittura).
Dal punto di vista allegorico poiché si dice scendere agli inferi molti hanno pensato che questi fosse sotto terra, ma alcuni affermavano: "Il Ghehinnom è al disopra del firmamento..." (Tamid 32 b)
Il Ghehinnom è a occidente e il Gan Eden a oriente.

La forma del Ghehinnom pare proprio essere simile a quella immaginata da Dante per l'inferno nella Divina Commedia, avrebbe infatti più piani verso il basso, più si è malvagi più si scende, vi sono lacci, fuoco, zolfo, vento e fiamme (Midrash a Salmo 11,7 51 a), anche neve e ghiaccio, come visto in p. Sanh. 29 b, ed è stretto in cima e largo in fondo (Sifré Deut. 357; 149 b).
La maggiore salvaguardia dal fuoco del Ghehinnom è lo studio della Torah (Chag. 27 a)

Per contro, in parallelo, Dio prepara per i giusti il "Gan Eden" di cui il "paradiso terrestre" del libro della Genesi è solo un modello.
Vi sarebbero due Gan Eden tra loro collegati, uno celeste e spirituale ed uno terreno; sebbene il Giardino di Gan Eden dove Adamo ed Eva vissero dopo il peccato non abbia più lo stesso aspetto terreno, gli scritti ebraici insegnano che la sua parvenza spirituale sussiste ancora.
Nell'era messianica nel mondo sarà instaurato di nuovo lo stato del Giardino dell'Eden prima della trasgressione.
Vi sono lassù sette gironi di giusti uno sopra l'altro (Sifré Deut. 10;67 a e Shab. 52 a)
Dio vi preparerà un eterno banchetto a cui Lui stesso parteciperà (Num. R. XIII 2 e Taan. 31 a).
"Ai discepoli dei Saggi che in questo mondo corrugavano la fonte nello studio della Torah, il Santo che benedetto sia, rivelerà loro il mistero di essa nel Mondo Avvenire." (Chag 14 a)

Quattro ingredienti sono necessari per essere felici in questa terra: "emunah" fede in Dio, "bitakhon" fiducia in Dio, "histapkut" accontentarsi e "sekhel" intelletto.
C'è un racconto fantastico su Alessandro Magno che conclude "Se gli occhi desiderano sempre di più, non saranno mai soddisfatti, neanche se ricevessero tutto l'oro del mondo e ancora di più. Alessandro, tu non sarai mai soddisfatto con le tue conquiste. Il Gan Eden è riservato per coloro che sono felici con quello che hanno". (Tamid 32a)
E la Torah insegna a ciascuno proprio di godere di ciò che ha, senza invidia "non desiderare..." ciò che è di altri.

Nel centro s'innalza l'albero della vita, i cui rami coprono tutto il Gan Eden. Gesù Cristo stesso in Apocalisse 1,1 riferisce che darà da mangiare dell'albero della vita, che è in mezzo al Paradiso di Dio, a colui che vince.
"Paradiso di Dio" è appunto quello che l'umanità ha perso con la disubbidienza di Adamo ed Eva e che sarà restaurato alla fine dei tempi qui sulla terra dove si trovava in origine come si evince anche da Apocalisse capitolo 21.
Mangeranno dell'albero della vita i santi che hanno vinto il mondo e sono risorti in cielo guadagnando l'immortalità (1Pietro 1,3-4; Romani 6,5) e il diritto di regnare con Cristo come dice Lui stesso in Apocalisse 3,21: "A chi vince concederò di sedere con me sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi sono seduto col Padre mio sul suo trono."

a.contipuorger@gmail.com

vai alla visualizzazione stampabile di tutto l'articolo

  invia questa notizia ad un amico


									
Copyright © 2016 BibbiaWeb - Tutti i diritti riservati. Riproduzione vietata.
[Bibbia home][inizio articolo]  Tutti gli articoli di
  VANGELI E PROTOVANGELI...
[Bibbia home][inizio articolo]
 
DECRIPTARE LA BIBBIA - Le lettere del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera jod
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera kàf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera lamed
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera mèm

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera nùn
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera samek
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'ajin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera pè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a destra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera sade
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera qòf
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera resh
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera s'in e shìn

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra del RE
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera wàw
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera zàjin
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera tèt

DECRIPTARE LA BIBBIA - Ala a sinistra estrema
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera bèt
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera ghimel
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera dalet
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera hè

DECRIPTARE LA BIBBIA - Il primo e l'ultimo
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera 'alef
DECRIPTARE LA BIBBIA - La lettera taw


Bibbia Home | Autore | Perché Bibbiaweb? | Contatti | Cerca | Links
info@bibbiaweb.net  
Per i contenuti tutti i diritti sono riservati ad Alessandro Conti Puorger
BibbiaWeb

Alessandro Conti Puorger Alessandro Conti Puorger
Via Eleonora d'Arborea 30 - Roma - Italy

Realizzazione EdicolaWeb Edicolaweb.net
Via S. Maria a Cintoia 14/b - Firenze, Italy